La mafia napoletana: camorra e Gomorra (I): intervista

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La mafia è purtroppo una componente forte della cultura italiana. Le sue rappresentazioni cinematografiche e televisive sono ormai molteplici. Data la grande notorietà e qualità di queste rappresentazioni a volte si rischi a trasformare la mafia in un oggetto di culto, si rischia di romanticizzarla. La mafia è un fenomeno storico e culturale con delle origini e delle caratteristiche precise. Parleremo proprio di questo con Marta in questa intervista per mettere la mafia nella giusta prospettiva.

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La mafia napoletana: camorra e Gomorra (I): intervista
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Trascrizione

State ascoltando “le cose italiane”, una rubrica prodotta da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana. Per saperne di più e per leggere la trascrizione del podcast vienici a trovare su Lernilango.com.

Per adesso buon ascolto dell’intervista “La mafia napoletana. Camorra e Gomorra: ne parliamo con Marta”.

Ciao a tutti e ciao a tutte e bentornati e bentornate nella rubrica “le cose italiane” che come sapete si occupa di cose italiane appunto, varie cose italiane, quindi arte, letteratura, storia eccetera, eccetera, ecccetera. 

La cosa italiana di cui oggi parliamo, in un’intervista, è ahimè una componente significativa della storia e della società italiana, e cioè la mafia. Nello specifico però parleremo, in questa intervista, della mafia napoletana, cioè la camorra, chiamata camorra.

Intervisterò Marta, una mia ex-studentessa che ha scritto la sua tesi di laurea proprio su questo argomento. 

Con Marta esploreremo le origini e le caratteristiche della camorra, facendo anche alcune riflessioni su Gomorra, il romanzo-film-serie tv che racconta la camorra napoletana e che ha avuto un successo globale. 

In questa intervista useremo un italiano parlato formale con accento toscano per quanto riguarda Marta: Marta infatti è toscana, di Arezzo, e nella sua voce ritroverete dei tratti tipici della parlata toscana. 

L’intervista dura circa 1 ora, per questo abbiamo deciso di dividerla in due parti. Oggi ascolterete la prima. 

Non aggiungo altro e vi lascio all’intervista. 

Buon ascolto!

Allora, ciao a tutti a tutte e bentrovati e bentrovate! Oggi vi do il benvenuto alla seconda intervista che registriamo sul LerniLango. Oggi il tema sarà la mafia napoletana, cioè la Camorra e a spiegarci meglio questa componente ahimè forte della cultura italiana c’è con noi Marta, una mia ex Studentessa che ho aiutato in passato per la stesura della sua tesi di laurea sulla Camorra appunto. Marta è laureata in scienze e tecniche psicologiche e ha presentato una tesi in antropologia culturale dal titolo, attenzione eh è un titolo lungo, attenzione, “analisi socio-antropologica, storica e culturale della camorra, dei ruoli femminili al suo interno ed esplorazione dei percorsi rieducativi delle detenute affiliate ai clan camorristici”, uuuh, bello lungo eh? Un po’ lungo da pronunciare, come la tesi, come la tesi esatto. Dovete sapere che Marta è molto, come dire, è molto, io direi che è un microscopio Marta perché va a cercare il pelo nell’uovo in tutto, quindi la sua analisi è stata davvero un’analisi molto puntigliosa, molto approfondita per questo appunto, appunto, l’ho chiamata oggi per fare questa piccola intervista perché vorrei che Marta ci parlasse, vi parlasse soprattutto della mafia, in questo specifico contesto della mafia napoletana. Ma prima di passare a questo brevemente Marta adesso ti passo la parola, ti do la parola e vorrei che ci spiegassi brevemente, che spiegassi brevemente agli ascoltatori e alle ascoltatrici del podcast di che cosa ti sei occupata nella tua tesi, cioè di cosa hai scritto all’interno della tua tesi, così spieghiamo questo titolo super lungo. 

Allora avendo scelto come relatrice la professoressa di antropologia culturale, nonostante sia un percorso di tipo psicologico a livello universitario, psicologia e quant’altro, è stato necessario per approdare alla rieducazione delle donne di camorra esplorare a livello proprio socio-antropologico le origini della camorra, a partire proprio dalle sue origini dove sono tracciate, dove è possibile avere dei riscontri oggettivi, quindi la Camorra ottocentesca, partendo dalla camorra ottocentesca, i suoi riti, le sue tradizioni, i suoi linguaggi, per capire come a tutt’oggi il territorio napoletano sia così permeato di questa cultura camorristica e quanto queste donne lo siano loro stesse, quindi quanto siano inserite in una cultura camorristica, che a volte non lascia loro altra scelta che non, se non aderire ad un’omertà oppure affiliarsi tramite matrimoni, devono sempre avere chiaramente un legame di tipo famigliare o coniugale o essere amanti di un camorrista per avere accesso all’associazione. 

Quindi praticamente tu ti sei occupata come dire, hai fatto uno studio psicologico dal punto di vista psicologico della rieducazione delle donne che erano all’interno della mafia, della camorra scusami, quindi i percorsi riabilitativi da un punto di vista psicologico, ma non solo, ma non solo, non solo perché queste donne ristrette al 41 bis quindi regime di carcere duro, dove ci sono delle limitazioni ulteriori rispetto a un carcere normale, ci è stata posta la domanda “Quali sono i percorsi rieducativi? Dove bisogna intervenire?”, bisogna intervenire proprio alla radice, al modo di vedersi di queste donne, di rapportarsi perché loro hanno potuto sperimentarsi solo all’interno di questa cultura camorristica, quindi il metodo autobiografico di Duccio Demetrio, cioè scrivere perché spesso queste donne sono analfabete, semianalfabete, insomma la cultura non, a parte quella in cui sono inserite non ne conoscono, quindi scrivere, il teatro, farle sentire capaci di qualcosa, oltre che nascondere latitanti, smerciare droga eee.. essere delle donne di camorra diciamo, ok, benissimo, quindi per poter parlare di queste pratiche riabilitative e rieducative Marta ha incominciato, ha fatto precedere questa parte sulla riabilitazione di queste donne da questo studio fatto appunto da un punto socio, da un punto di vista socio antropologico e storico e culturale delle, della camorra e quindi della mafia napoletana, giusto? Quindi, questo è stato il contenuto della tesi benissimo. Allora Marta io incomincerei proprio dal dal termine, cioè dalla dal nome camorra giusto per dare un’idea, perché ovviamente ci sono diversi tipi di associazioni mafiose in Italia si è giusto? Quindi partiamo dal termine e spieghiamo il termine camorra. Cioè cos’è la Camorra perché sappiamo che in Italia c’è la mafia, c’è la camorra, c’è la ‘ndragheta che sono nomi diversi dati a diverse associazioni mafiose, giusto confermi? Sì, confermo. Diffuse e separate nel territorio italiano e quindi partiamo adesso da evidenziare questa differenze e vediamo che cos’è la Camorra innanzitutto.

La Camorra è stata la prima organizzazione criminale che si è stabilita innanzitutto, a livello storico è stata la prima, è nata e si è sviluppata soprattutto all’interno della città di Napoli, poi in tutto il territorio campano ma prevalentemente è una, è l’associazione ancorata strettamente al contesto urbano e alle sue periferie a differenza di mafia, cioè ‘cosa nostra’ chiamata comunemente mafia e ‘ndrangheta che invece prendono le mosse da zone rurali, quindi non da un contesto urbano circoscritto, ma dalle campagne quindi, dalle campagne, assolutamente sì, dalle campagne.

Quello, quello che le accomuna è il metodo mafioso, per questo vengono chiamate mafie, questo metodo mafioso si compone di violenza, intimidazione, estorsione, corruzione e sfruttamento umano sempre per garantirsi il controllo del territorio e chiaramente ingenti profitti in termini di denaro e potere, ma quindi vediamo un attimo cioè come sono collocate in Italia? Dove troviamo la mafia? Dove troviamo la ‘Ndrangheta? Dove troviamo la Camorra appunto? Diamo un’idea geografica. 

Allora partiamo dal più Sud che è la Sicilia dove c’è la mafia, ‘Cosa Nostra’ che ha però le sue colonie in tutto il mondo, però è nata in Sicilia, poi abbiamo nel territorio calabrese La ‘Ndrangheta e nel territorio Campano la Camorra, benissimo okay, questo a livello territoriale, ciò che le differenzia, le due principali associazioni che sono mafia e camorra, è il loro rapporto con lo stato. Cioè la mafia nasce da uno stato assente, quindi è un Alter Ego di uno stato che non è mai stato presente nel territorio siciliano, mentre Napoli ha avuto modo di sperimentare una presenza ossessiva ed eccessiva dei vari, del vicereame spagnolo, dei piemontesi, dei francesi, dei Borboni, che si sono susseguiti, ma che non hanno mai, non si sono mai palesati con le buone amministrazioni per i cittadini, cioè non si sono mai palesati, non hanno mai amministrato né per il popolo né tantomeno in  nome del popolo, ma hanno cercato di plasmare, amministrare e piegare alle loro abitudini, proprio da questo prende piede la Camorra che invece sta dentro lo stato, okay, quindi collabora con lo stato praticamente la Camorra, a differenza della mafia che va contro lo stato diciamo, esatto, okay. Quindi prima hai citato il Regno Borbonico, tutte queste cose che ha citato Marta sono diciamo i regni che ci sono stati in Italia prima dell’Unità d’Italia appunto avvenuta nel 1861, quindi quanto, quando ancora l’Italia era divisa in regni diversi e non c’era ancora uno stato unitario, ma appunto dei regni differenti, tra cui appunto questo qui dei Borboni nel Regno di Napoli, che avevano amministrazioni separate. Quindi partiamo, siamo nel XVIII secolo, giusto? XVIII secolo giusto. Quindi parliamo di questo periodo storico quando Marta parla di Borboni eccetera benissimo, quindi continuiamo, continuiamo con questa introduzione.

Cioè quello che, la criminalità organizzata viene generalmente definita in generale di stampo mafioso, questo perché hanno degli elementi che li accomunano come per esempio il controllo del territorio in cui operano e il loro agire secondo i metodi tipici della mafia, tra i quali rientra: violenza, intimidazione, estorsione, corruzione e sfruttamento umano e attraverso questo loro producono nella popolazione una condizione di generale omertà, quindi questo gli fa, cioè quello che conta per queste organizzazioni è il potere economico, il potere sulle persone. Quindi questo è quello che le accomuna. 

Ciò che le differenzia sono appunto il rapporto con lo stato, il fatto che prendono le mosse da contesti completamente diversi, quindi dalle campagne piuttosto che dalle città, e anche i loro, i loro, i loro rapporti sia con il popolo, sia con le faide interne, sia la struttura gerarchica che poi vedremo più approfonditamente. Okay, okay ho capito, benissimo, quindi una differenza regionale, una differenza nel rapporto del con lo stato tra queste mafie italiane, diciamo, una differenza nelle gerarchie interne e una differenza anche di metodo, di metodo, sì, sì. Okay di metodo, quindi poi comunque alla base diciamo gli affari di cui queste mafie italiane si occupano sono diciamo alla base sempre gli stessi sostanzialmente. Okay benissimo molto bene e invece adesso Marta vediamo un po’, abbiamo fatto questa piccola introduzione per spiegare la differenza tra le mafie, fra le varie mafie italiane e passiamo appunto a la Camorra e vediamo le origini della camorra napoletana, cioè quando nasce, dove nasce? In quale milieu diciamo? Con quale background okay? Parliamo di questo e cerchiamo di spiegare questa nascita. 

Allora, da un punto di vista storico come già detto la camorra si è organizzata molto prima rispetto alle due mafie, le altre due mafie, è difficile ricostruire delle tracce precise, dei fatti precisi quando queste attengono a un’associazione di fuorilegge che hanno tutto l’interesse a non lasciare traccia né dei loro misfatti né della loro presenza in qualche posto, però ci sono varie leggende, antichi stereotipi concordano sulle sue origini spagnole e questo per vari motivi. 

In Spagna fin dal 1400 esisteva, o cioè così si è sempre sentito cioè diciamo no, c’era o sedicente tale questa società della Guarduña, Guarduña, Guarduña esatto, che studiando i vari testi dell’inquisizione, De Fréréal e quant’altro ha delle analogie e delle peculiarità impressionanti con la quello che sarà la Camorra ottocentesca a livello di gerarchia, regole, riti, lo sfregio che era una pratica ampiamente in uso, l’uso dell’intimidazione e la connivenza la collusione quindi rapporti stretti con la chiesa, politici, inquisitori, quindi sembra che la Camorra abbia ripreso pari pari questo, anche le sue regole interne che si chiamava il ‘frieno’, e questo appare plausibile perché una volta approdati a Napoli i soldati spagnoli a conoscenza di questa setta segreta, società della Guarduña, abbiano potuto mettere a conoscenza di questo il popolo napoletano che ha fatto suo e ha replicato queste usanze, quindi questo è diciamo a livello leggendario, a livello più concreto ancorati a dati di fatto che sono presenti qui in Italia, diciamo che allora la Camorra prende le mosse dai luoghi di prigionia, nasce nelle prigioni dove attraverso l’intimidazione, l’intimidazione e la violenza quindi che è direttamente proporzionale alla violenza che cioè la funzionalità dell’intimidazione direttamente proporzionale al grado di violenza utilizzato, estorcevano a tutti i detenuti una tassa, c’era la tassa per il lume della Madonna che doveva stare sempre acceso, tutto quello che entrava nelle carceri dalle dai familiari esterni doveva, una parte doveva essere destinata necessariamente ai camorristi, il gioco uno dei pochi svaghi che si hanno in carcere, le parti del ricavato sempre al camorrista, i camorristi però non facevano solo da padroni in questo senso, le autorità borboniche, la polizia stessa, affidava nel loro mani la gestione delle carceri affinché mantenessero l’ordine, cioè loro potevano esercitare la violenza ma vietavano agli altri di farlo, potevano commettere omicidi, ma evitavano omicidi, certo. Quid questo, questo ruolo di mantenimento dell’ordine e della disciplina. 

Ma quando dici che nasce nelle prigioni, cioè questi camorristi all’inizio erano dei prigionieri o erano all’esterno e gestivano le prigioni dall’esterno? No, no, nasce proprio nelle prigioni, nelle prigioni quindi, e grazie alla clemenza di questo re Ferdinando II che dette la grazia a tanti camorristi spostarono questo fenomeno dalle carceri alle città, alle città. Okay ho capito, quindi un’organizzazione nata all’interno delle carceri, ovviamente, accettata dallo stato, a cui lo stato affidava anche il controllo della violenza all’interno delle carceri, e poi lo Stato ha deciso anche di farla spostare all’esterno delle carceri, delle prigioni praticamente, all’interno della città di Napoli. Sì, ok, ho capito. Esatto, è stato, è stato proprio così, ed è quello che hanno fatto anche fuori, cioè, quello dove lo stato non arrivava cioè perché non veniva rispettato perché non essendosi mai palesato con, cioè i cittadini poveri lasciati soli a sé stessi, i bambini delle classi più svantaggiate non potevano accedere agli asili, quindi iniziavano presto ad accattonare piuttosto che a rubare, finivano in carcere e lì la mafia arruolava nuove leve, certo capisco okay, da ammettere in seno alla sua, quindi lo stato era praticamente un simbolo cioè un castello lì sul monte che il popolo non conosceva e lo stato proprio per fare da come dire creare una connessione con il popolo utilizzava i camorristi praticamente, sì, per gestire il popolo, non solo venivano visti, veniva visto come nemico lo stato, cioè c’era più da guardarsi dalla polizia piuttosto che dal camorrista che dava protezione assolutamente. Okay benissimo, e quindi questo è diciamo un piccolo riassunto delle origini della Camorra, ma adesso passiamo al termine cioè camorra, cioè che cosa significa camorra, da dove viene questo termine?

Eh camorra, questa cosa ha suscitato l’interesse di molti linguisti e esperti del settore e non c’è mai stato una, cioè non sono mai stati raggiunti risultati univoci né concordanti però si, si va nel prevalentemente nella direzione delle origini spagnole dove ‘camorra’significa rissa, contesa, litigio o persona comunque sia litigiosa, rissosa, oppure ‘hacer camorra’cercare litigio cercare rissa, oppure ci sono anche altre ipotesi come c’è la morra che era un gioco molto in voga a Napoli e chiaramente i camorristi pretendevano un decimo sul gioco, cioè un soldo ogni 10 doveva essere dato al camorrista, quindi da questa c’è anche questa ipotesi di questa morra oppure un’altra di questa, c’era questa veste chiamata chamarra con, ‘sciamarra’ ma sc-, sciamarra? Ch- sì, chamarra, che era un abito con una giacca molto corta molto in voga tra i camorristi. Quindi le ipotesi sono varie, le più accreditate sono quelle riconducibili ancora una volta al dizionario spagnolo dove vuol dire rissa, contesa o persona litigiosa e attaccabrighe. Okay, ho capito, va benissimo. 

Allora adesso invece vediamo un po’ passiamo a, al vivo di questa, di questa intervista. 

Parliamo degli affari della camorra, cioè questa associazione mafiosa di quali affari si occupa, quali sono? Qual è il business della camorra? Cosa faceva in passato? Cosa fa del passato ancora oggi e se nel tempo c’è stata un’evoluzione del, degli affari della camorra appunto vediamo un po’ questo. 

Sì, partiamo dal passato cioè quello che ha storicamente contraddistinto la camorra da altri criminali comuni è stato la commissione di reati specifici, ma soprattutto il suo metodo che si componeva dell’uso della violenza e dell’intimidazione, cioè questo pacifico e ritornerà sempre, fino ai giorni nostri. 

Nell’800 i vari gruppi di camorra venivano chiamate ‘paranze speciali’, la loro attività sostanzialmente consisteva nel lucrare su tutti i commerci e i vizi del popolo, perché era su questo che si arricchivano sui vizi e sulle debolezze soprattutto, attraverso l’imposizione estorsiva, quindi impongo l’estorsione attraverso l’uso della violenza questo pacifico, e questo, cioè quell’elemento alla base della setta camorristica dell’800 era il carattere predatorio e parassitario su tutte le economie legali e illegali che è una cosa che si può riscontrare ancora oggi, per esempio l’estorsione sul gioco, ecco in ogni bisca, ogni taverna, sostava un camorrista oppure un picciotto che era un camorrista di grado minore non ancora abilitato chiamiamolo così, quindi. Un tirocinante, esatto, che si preoccupava di riscuotere su ogni vincita la sua percentuale, ma non solo, ma questa presenza o cioè quello che è incredibile è che, per me almeno, che questa presenza non era solamente subita, ma era sovente ricercata, cioè, dal popolo tu dici? Sì, cioè cercavano la presenza del Camorrista perché se dava le contese, calmava le risse, impediva che succedessero violenze e soprattutto che si barasse al gioco, in presenza di un camorrista questo non si verificava, un altro, un’altra delle entrate grosse dei camorristi dell’800 era il campo dell’amore mercenario, dove avevano imposto una tangente a tutti, cosa intendiamo per amore mercenario? prostituzione, ecco qui, la prostituzione, benissimo, quindi la tenutaria, la padrona della casa di appuntamenti una tangente, le prostitute una tangente, il protettore una tangente e addirittura i clienti, una tangente, anche a loro, anche a loro e nessuno poteva sfuggirgli, non solo hanno intimidito tutti, intimidirono tutti gli impiegati della Dogana, quindi tutto quello che entrava, tutto quello che usciva veniva tassato e una parte andava necessariamente ai camorristi, quindi chi, sia chi usufruiva sia chi vendeva doveva dare, doveva pagare, sì pagare, una somma ai camorristi, una somma di denaro.

Esatto, ma anche nel campo della prostituzione che avveniva veramente in luoghi squallidi, abbandonati da Dio e figuriamoci dalle istituzioni, questa presenza era ancora una volta ricercata perché era in grado di dare un ordine e una disciplina, certo creava, era l’unica autorità riconosciuta e rispettata, certo creava ordine, dava sicurezza alle persone molto più di quanto ne dava lo stato praticamente, assolutamente, cioè in presenza di un camorrista, la polizia non interveniva, certo, erano molto più rispettati, capisco, okay va bene, e quindi altri affari della mafia, quindi prostituzione, tangenti, estorsioni, la dogana, gli uffici del dazio, la stazione, tassavano anche i carretti, cioè il trasporto, su tutto quello dove si poteva ricavare un guadagno, per esempio esisteva il lotto clandestino, questo era, ecco questa era una delle attività in cui le donne erano coinvolte perché essendoci solo agenti di polizia uomini non potevano perquisire le parti intime femminili, quindi era un luogo sicuro dove custodire questi numeri del lotto clandestino, il lotto è un po’ come il bingo diciamo, sì esatto è il bingo, è come il bingo, chiaramente truccato, vincevano tutti gli amici, i parenti dei camorristi però esisteva, molti erano, non erano a conoscenza che esistesse un lotto di stato, perché c’era quello dei camorristi, quello illegale. Okay, in realtà forse più che il bingo è quando praticamente vengono estratti i numeri no, e quindi se tu hai scelto, hai indovinato i numeri giusti vinci una somma di denaro, questo è il lotto, giusto? Okay perfetto, e comunque una parte delle vincite doveva essere, ai camorristi, sì, esatto. Andava comunque ai camorristi. Ok, ho capito. Quindi questo era il diciamo gli affari del passato e continuano ancora oggi questo tipo di attività, quello che continua oggi sono l’estorsione, quindi l’ottenere ingiusti profitti attraverso minacce e violenze, l’usura che era un compito anche molto prettamente femminile, quindi prestare denaro con degli interessi altissimi, paurosi, fuori dalle leggi, eh il pizzo o racket. Che cos’è questo, spieghiamo. Eh praticamente è una tassa che viene imposta ai negozianti in cambio di protezione o meglio, “se mi da questi soldi non ti succederà niente”, quindi in cambio di protezione ma anche in cambio di “vabbè vengo io a chiederti questi soldi e non viene anche un altro camorrista”. Queste e anche il contrabbando dei tabacchi, quando, siamo un pochino più avanti rispetto alla camorra ottocentesca, ma del primo, del primo dopoguerra quindi contrabbando, quindi violando le leggi doganali o di uscita e di entrata e circolazione clandestina delle merci, quindi nelle mani della camorra, senza passare dal monopolio di stato, e il lotto, questo lotto e totocalcio clandestini. Queste sono realtà che tutt’oggi sono in piedi, okay, e funzionano, a Napoli mentre quelle nuove diciamo perché anche prima non era non era pensabile che esistesse, il traffico degli stupefacenti, il traffico di stupefacenti, quindi con diciamo degli accordi con prevalentemente con il Sudamerica che vendono questa droga base da raffinare, da tagliare, cioè che decuplicano la quantità cioè arriva un chilo diventa 6 chili, quindi tramite questi accordi, tramite un, quindi traffico di stupefacenti, il traffico di rifiuti tossici e nocivi, quindi imprenditori del nord Italia per pagare meno lo smaltimento di questi rifiuti tossici che vengono dall’industria tessile e quant’altro, si affidano alla camorra, questo soprattutto il clan dei casalesi è più circoscritto lì però insomma si può parlare anche in termine più ampio. Quindi questi imprenditori per spendere meno per smaltire i rifiuti tossici li mandano, chiamano la camorra, li mandano, contattano la Camorra, gli vengono trasportati fino al Sud Italia o nei paesi in via di sviluppo, chiaramente inquinando le falde acquifere, i campi distruggendo il territorio, il loro tesso territorio, la contraffazione di merci che chiunque ha letto Gomorra sa quanto sia laboriosa questa industria della contraffazione di merci che solamente un intenditore può riuscire a riconoscere un oggetto un brand vero da uno, falso, imitato, contraffatto, esatto contraffatto e il traffico umano di clandestini, soprattutto di donne da adibire al mondo della prostituzione, quindi praticamente traffico di donne per trasformare queste donne in prostitute praticamente okay, ho capito, questi sono i principali affari, però si è anche contraddistinta la Camorra per un’elevata infiltrazione nel settore della pubblica amministrazione negli enti locali, cioè, fanno affari con i politici, gli fanno ottenere i voti con tutti i mezzi, pagando addirittura cittadino per cittadino una somma dandogli la tessera già, già marcata con chi devi votare per poi avere gli appalti, fornire con il materiale, oppure se non sono a loro esclusivo appannaggio impongono comunque sia una tangente a chi vado, a chi va questi appalti, certo, questo è ben visibile in Suburra, ma anche in Gomorra, Suburra è una serie però sulla mafia diciamo a Roma nel Lazio, ma anche in Gomorra questa cosa dell’accordo tra la mafia e i politici è molto presente, quindi chi di voi ha visto la serie ha sicuramente come dire visto una scena relativa a questo tipo di affare fatto dalla mafia, quindi questa, questo rapporto, questo collegamento con la politica molto forte, connivenze strettissime, connivenze fortissime. Okay, benissimo, quindi qualche altro affare di cui ci vuoi parlare o abbiamo finito con la lista degli affari?

Sostanzialmente sono questi però ovunque si possa imporre la Camorra si impone, cioè non è che si da dei limiti morali, etici, credo sia la forma di criminalità organizzata con meno morale e etica che si possa conoscere, sempre che quella degli altri si possa chiamare etica e morale, giusto. Ottima osservazione. 

CONCLUSIONE

Bene, spero che questa prima parte vi sia piaciuta, la prossima settimana potrete sentire il seguito. Grazie per l’ascolto!

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