L’arte di strada a Napoli

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La scorsa settimana sono stata a Napoli ed ho scoperto il culto delle “anime pezzentelle”, un culto che si è fuso, negli ultimi anni, alla street art della città di Napoli. In questo episodio ti racconto il culto e la sua fusione con li murales dell’arte di strada a Napoli.

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L’arte di strada a Napoli
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Trascrizione

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La scorsa settimana ho trascorso le mie vacanze di primavera nella città di Napoli, la mia città del cuore, e questa volta ho deciso di dedicare molto tempo al tour della street art napoletana, e cioè dell’arte di strada della città di Napoli. Ho attraversato a piedi la città da est a ovest alla scoperta dei murales della città di Napoli, fatti anche da artisti di calibro internazionale come per esempio Bansky.

L’arte di strada è un fenomeno che nella città di Napoli ha avuto negli ultimi decenni uno sviluppo significativo. L’arte di strada, e cito adesso il volume della collana The Passenger dedicata alla città di Napoli, “L’arte di strada e un’arte fondamentalmente popolare, nata e diffusa dalle periferie verso il centro, di immediata fruizione, alla portata di tutti”. I murales che si trovano per la città di Napoli sono profondamente popolari. Tra i più rinomati murales della città di Napoli troviamo ovviamente il San Gennaro operaio di Jorit, il murales della bambina Rom e lo sguardo di Davide Bifolco, un ragazzino ucciso dai carabinieri per non essersi fermato all’alt. I murales a Napoli sono serviti certamente a riqualificare alcune zone malfamate, i murales creano movimento, attraggono i turisti e quindi trasformano in qualche modo queste zone malfamate della città di Napoli, ma oltre a questo i murales diventano portatori di messaggi importanti, messaggi di umanità, di rispetto, di solidarietà, di fratellanza, e inseriti all’interno di una città bellissima e dannata come Napoli, davvero, sono molto suggestivi.

Sempre nel volume dedicato alla città di Napoli, nel volume di The Passenger dedicato alla città di Napoli, c’è una mappa dell’intera città, all’interno della quale sono indicati tutti i murales più importanti della città, e quindi questa mappa mi ha aiutata ad orientarmi all’interno di questo mondo meraviglioso dell’arte di strada della città di Napoli.

Nell’episodio di questo podcast voglio però parlarti di un fenomeno che mi ha particolarmente colpita, un fenomeno che si è diffuso nella città di Napoli proprio parallelamente alla diffusione dell’arte di strada e della creazione di murales. CRATOFIA, ANIME PEZZENTELLE: sono le due parole chiave che ci serviranno per capire bene questo fenomeno.

Stai ascoltando un podcast di italiano per stranieri ,prodotto da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana, per saperne di più e per leggere la trascrizione di questo episodio, visita lernilango.com. Per adesso buon ascolto dell’episodio “L’arte di strada della città di Napoli: cratofania e anime pezzentelle.

Nelle edicole votive che si incontrano passeggiando per le bellissime viuzze della città di Napoli si possono vedere molto spesso esposte delle foto, delle fotografie, non di Santi ma di persone comuni, uomini e donne. Queste foto sono foto di persone morte prematuramente, dunque molto giovani, o di morte violenta: uccisioni, accoltellamenti, sparatorie, brutte malattie.

Per i napoletani le anime delle persone che muoiono molto giovani o di morte violenta manifestano, hanno, possiedono un grande potere, una grande potenza, queste anime sono a Napoli considerate quasi allo stesso livello dei Santi. La gente si rivolge a queste anime per chiedere delle grazie, per chiedere protezione, proprio perché l’anima di una persona morta giovane o di morte violenta ha un grandissimo potere agli occhi dei napoletani, e questo culto di queste anime potenti che non sono anime di Santi ma sono anime di persone comuni, questo culto di anime potenti ha radici antichissime nella città di Napoli.

Quindi a Napoli c’è il culto di queste anime e i napoletani si rivolgono a queste anime proprio come si rivolgono ai santi, a Dio, a Gesù, alla Madonna, la Vergine Maria, per chiedere delle grazie, vengono chiamati appunto Santi minori perché sono persone comuni che salgono ad un livello superiore proprio in virtù della loro morte violenta o della loro morte prematura.

Ma i napoletani che si dedicano al culto di queste anime potenti, chiamate anche anime pezzentelle, non solo si rivolgono a queste anime per chiedere delle grazie, ma pregano anche tantissimo per queste anime perché, secondo la credenza, chi muore di morte violenta o molto giovane rimane bloccato nel purgatorio e quindi non può accedere al paradiso, ma sei fedeli pregano tantissimo possono aiutare queste anime a trovare la via del paradiso.

Quindi i napoletani si rivolgono a queste anime potenti per chiedere delle grazie, ma pregano anche tantissimo queste anime per aiutarle a passare dal purgatorio al paradiso. Quindi di solito si trovano a Napoli le foto di queste anime pezzentelle all’interno delle isole votive, come vedi adesso in questa foto che appare sullo schermo se stai guardando questo podcast sul mio canale YouTube. Con lo sviluppo però dell’arte di strada negli ultimi decenni, queste foto si sono trasformate in dei murales: all’anima pezzentella si dedica la foto nell’altarino, nell’isola votiva, ma si dedica recentemente anche un murales. Ce n’è uno che io sono andata a vedere durante il mio tour che è il murales di Luigi, dedicato a Luigi Caiafa, questo murales però è stato coperto, e adesso ti spiego perché. Luigi Caiafa è un ragazzino molto giovane che è stato ucciso dai carabinieri mentre cercava di rapinare una coppia, quindi dopo la sua morte, prematura e violenta, è stato dedicato a Luigi Caiafa un murales che adesso puoi vedere in questa foto, le autorità però ho deciso di coprire il murales di Luigi Caiafa e adesso al suo posto si trova una grandissima mano di vernice bianca, però sopra ci avevano scritto nome e cognome del ragazzo, Luigi Caiafa, come puoi vedere adesso in questa foto che io ho scattato. Ce ne sono tantissimi altri di murales di questo tipo dedicati a ragazzi giovani morti prematuramente appunto, ma anche altre persone morte di morte violenta. Un altro per esempio che non sono riuscita a vedere è un murales dedicato a un ragazzo di nome Ugo Russo, aveva 15 anni questo ragazzo, ed è stato ucciso da un carabiniere in borghese che lui ha tentato di rapinare, quindi questo ragazzo ha tentato di rapinare il carabiniere ed è stato ucciso e gli hanno dedicato un murales che adesso puoi vedere qui sullo schermo. In questo podcast quindi la cosa che mi interessa farti conoscere è proprio questa fusione che a Napoli è sempre presente e che continua a vivere nella quotidianità delle persone, il passato per i napoletani vive nella loro vita, non è un passato da museo ma è un passato che vive con loro e questo culto antichissimo, perché ha radici veramente antiche, continua ad essere presente nella vita di tutti i giorni, non è un culto da museo è un culto vivo, pulsante, nella quotidianità delle persone, il culto delle anime pezzentelle, queste anime di persone morte di morte violenta o prematura che proprio in virtù di questa morte assumono, acquisiscono una grandissima potenza e vengono innalzati, dalle persone vive, dai vivi, al livello degli altri Santi, ma vengono comunque chiamati Santi minori perché non sono come i santi della religione cristiana ma sono persone comuni.

Questa manifestazione di potenza, in virtù di una morte violenta prematura, prende il nome di cratofania, e in questo culto io vedo tantissimo quello che Sorrentino, il regista del meraviglioso film “è stata la mano di Dio” che ho guardato forse dieci volte, un film che amo profondamente, in questo culto delle “anime pezzentelle” io rivedo tanto una frase che lui ha detto in merito ai napoletani e su cui ti invito a riflettere.

Lui in questo video in cui parla del film, appunto “è stata la mano di Dio”, dice che il punto di partenza per i suoi film è sempre la realtà ma una realtà che lui reinventa e a tal proposito lui dice: “il metodo dei napoletani di reinventare la realtà è molto divertente”, e lui proprio a questo metodo si è ispirato, continua ad ispirarsi per la creazione dei suoi film.

Ed è proprio questa capacità di reinventare la realtà che io amo di Napoli e che non trovo in nessun’altra città, e per me la realtà di Napoli è molto più vera di tante altre realtà che conosco.

Adesso corri a fare gli esercizi di comprensione orale che ho creato per te su questo episodio, noi ci sentiamo il prossimo mese con un nuovo argomento e un nuovo episodio del nostro podcast, Ciao!

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