Caro diario,
oggi vorrei parlare di ego e apprendimento linguistico.
Eh sì, ego, nemico e alleato. L’ego ci aiuta, è vero, ma a volte, anzi la maggior parte delle volte, ci limita, soprattutto nell’apprendimento linguistico.
Nell’uso comune, il termine “ego” è spesso utilizzato per descrivere la percezione che una persona ha di sé stessa, e questa percezione è influenzata da vari fattori: il genere sessuale, l’età, la professione, la cultura di appartenenza, l’infanzia eccetera eccetera. Insomma, questo ci dice che non è semplice inquadrare un concetto così complesso.
Ciò che a me oggi interessa vedere è l’ego legato alle critiche e alle correzioni, perché l’ego non reagisce allo stesso modo alle correzioni. Ad esempio, ci sono culture in cui la correzione è inammissibile, o, ancora, di solito gli uomini sono meno inclini delle donne ad essere corretti.
Anche se è difficile, caro diario, chi studia una lingua straniera dovrebbe dimenticare tutte le categorie che lo o la definiscono e vedersi semplicemente come studente.
Lavoro per la maggior parte con persone più grandi di me, e capisco che, soprattutto per gli uomini, non è semplice accettare una correzione da una ragazza più giovane. Lavoro con molte culture diverse, e in alcune culture è difficilissimo accettare 1. di avere un’insegnante donna e 2. di farsi correggere da una donna. Non scrivo questa pagina per fare una critica né per mandare avanti una campagna femminista, no. Sono qui in veste di insegnante, e come insegnante voglio far riflettere su quanto limitante sia per uno studente non essere capace di accettare le correzioni.
Io faccio il mio lavoro, e il mio lavoro è accompagnare studenti e studentesse in un percorso di crescita della competenza linguistica. Uno dei miei strumenti del mestiere è la correzione, come per un meccanico una chiave inglese.
La correzione è fondamentale nell’apprendimento linguistico.
Correggere, quindi, non significa solo segnalare degli errori, ma soprattutto guidare gli studenti verso una maggiore padronanza della lingua in modo costruttivo.
Se gli errori non si correggono, si fossilizzano ed è difficile intervenire, questo significa che si parlerà male.
Se gli errori non si correggono non si può sapere a che punto si è, a che livello, e cosa bisogna fare.
Se gli errori non si correggono non si possono creare percorsi personalizzati e adatti alle esigenze.
Se gli errori non si correggono non si impara.
Dunque, caro diario, se i miei studenti mi stessero ascoltando, direi loro di guardare l’aula virtuale, in cui imparano l’italiano con me (o con altre insegnanti), come uno spazio neutro dove l’unica gerarchia che esiste è quella tra una persona che conosce la lingua che si studia e una che non la conosce. Non esistono gerarchie sociali, di genere, culturali, di età nello spazio dell’apprendimento linguistico (o almeno in uno spazio sano), dunque l’ego non deve sentirsi minacciato.
Questo aiuta a gestire la correzione con meno stress e migliorare davvero nello studio di una lingua straniera.
Parola chiave della settimana, dunque: correzione.
La correzione ci aiuta, la correzione ci insegna più di mille video-lezioni.
Alla prossima, caro diario.
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