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LERNILANGO

L’italiano dei Social Network: intervista

In questo episodio di livello avanzato vediamo cosa succede quando la lingua italiana entra in contatto con gli individui generando l’idioletto. Stando al concetto di idioletto ogni individuo parla una varietà di lingua diversa…secondo voi è possibile? è possibile che ogni cittadino italiano parla un italiano diverso? Scopri di più su https://lernilango.com
Lingua italiana insieme
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L'italiano dei Social Network: intervista
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Introduzione

Siamo felici di presentarvi la prima intervista di LerniLango. Con Chiara parliamo in modo informale dell’italiano dei social network: in questa intervista ascolterete infatti un italiano molto colloquiale e informale. Il livello è molto avanzato, ma grazie alla trascrizione potrete seguire molto bene il discorso. Non ci resta che augurarvi buon ascolto!

Trascrizione

State ascoltando “la lingua e le cose”, una rubrica prodotta da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana. Per saperne di più e per leggere la trascrizione del podcast vienici a trovare su Lernilango.com.

Per adesso buon ascolto dell’episodio “Intervista: l’italiano dei Social Network. Quattro chiacchiere con Chiara”.

“L’interdipendenza tra pensiero e linguaggio rende chiaro che le lingue non sono tanto un mezzo per esprimere una verità che è già stata stabilita, quanto un mezzo per scoprire una verità che era in precedenza sconosciuta. La loro diversità non è una diversità di suono e di segni, ma di modo di guardare il mondo”.

Con questa citazione di Kerenyi si apre il capitolo secondo del saggio Social-linguistica di Vera Gheno di cui oggi voglio parlarvi, ma ve ne voglio parlare per fare una introduzione alla prima intervista che abbiamo prodotto su LerniLango.

Ho fatto quattro chiacchiere con mia cugina, Chiara, abile e esperta conoscitrice del mondo dei social e del web (molto più di me), ho fatto quattro chiacchiere con lei sulle parole dei Social Network e sulle storie che hanno dato vita a queste parole.

Prima però di farvi ascoltare questa intervista, è necessario fare una piccola introduzione per capire meglio l’argomento, i contenuti dell’intervista.

E dunque, incominciamo.

La lingua come modo di guardare il mondo: è uno degli argomenti principali di cui tratto in questa rubrica di podcast, la lingua e le cose, che vuole appunto esplorare il rapporto tra lingua e cultura italiana.

La lingua, come ho già avuto modo di dire in altri episodi, è quell’elemento che ci rende umani, è cioè la grande differenza tra noi e gli animali: siamo esseri umani perché parliamo una lingua.

Quindi, cito Vera Gheno, come possiamo sottostimare l’importanza della lingua, “ridurne la centralità, pensare che, in fondo, come parlo è indifferente, tanto l’importante è che il messaggio arrivi?”.

La lingua è un atto di identità, così come gli accessori e gli abiti che indossiamo raccontano qualcosa della nostra identità, sono una bandiera della nostra identità, così lo è la lingua e il modo in cui la usiamo, il modo in cui scegliamo le parole da usare eccetera.

Proprio come cambiamo gli abiti in base alle occasioni e situazioni, così usiamo varietà della lingua diverse in base al contesto, alle occasioni, alle situazioni.

Nel secondo capitolo del suo saggio Vera Gheno descrive le caratteristiche dell’italiano dei social, della rete, con il solo obiettivo di descrivere questo italiano e non di insegnare a scrivere sui social né di disapprovare questa specifica varietà di italiano.

Descrivere per mostrare, mostrare per rendere la gente più consapevole, semplicemente.

 E allora iniziamo.

Innanzitutto, l’italiano dei social che tipo di italiano è? Scritto? Parlato? Il dibattito sulla definizione di questa varietà è ancora aperto.

Talky writing, e-linguaggio, discorso elettronico, discorso scritto interattivo, visibile parlare (questa definizione è molto bella), o ancora italiano parlato digitato, testo chiacchierato, scrittura conversazionale eccetera, eccetera, eccetera sono solo alcune delle definizioni che sono state date a questa particolare varietà di italiano da numerosi studiosi e numerose studiose.

Ma, comune a tutte le definizioni è la presenza delle due categorie di scritto e parlato: prendete ad esempio ‘visibile parlare’, cioè un parlare che è visibile, ed è visibile grazie alla scrittura.

Si nota infatti in molti studi che la varietà di italiano dei social presenta elementi dello scritto e del parlato.

Ma non è tutto, perché nonostante presenti elementi dello scritto e del parlato, questa e-lingua va oltre lo scritto e il parlato perché possiede delle caratteristiche che sono appunto legate alla e- di e-lingua, delle caratteristiche cioè che sono intrinsecamente elettroniche e che dipendono dunque dalla comunicazione mediata da computer, da tablet, da smartphone: infatti, saper scrivere non equivale a saper digitare; saper parlare non equivale a saper digitare.

Quindi, questo italiano dei social ha delle caratteristiche della lingua scritta, della lingua parlata e della comunicazione mediata da dispositivi elettronici differenti.

Ma, dopo questa parentesi introduttiva, entriamo nel vivo di questo episodio, e vediamo qualche caratteristica di questo italiano dei social, ascoltando anche qualche testimonianza diretta.

Partiamo dalle prime 3 caratteristiche: gli acronimi, le tachigrafie e i troncamenti.

Un acronimo è una parola formata dalle iniziali di altre parole.

Molti sono gli acronimi inglesi usati da italiani e italiane sui social (questo perché la rete ha origini anglosassoni).

Facciamo qualche esempio.

Uno dei più diffusi è asap – as soon as possible – il prima possibile; abbiamo anche btw – by the way – tra l’altro, a proposito; o faq – frequent asked questions – domande poste di frequente; o ancora omg – oh my God – oh mio Dio; ed infine il famosissimo lol – laughing out loud – ridere rumorosamente.

È possibile però online trovare anche degli acronimi italiani, per esempio molto diffusi sono gli acronimi tvb, cioè ti voglio bene, che può avere delle varianti, tvtb, ti voglio tanto bene, tv1mdb, ti voglio un mondo di bene, tadb, ti amo di bene, eccetera, eccetera.

Questa è solo una piccola lista degli acronimi della rete, per scoprire gli altri vi invito a leggere il saggio di Gheno. Lì potrete trovare tantissimi altri esempi di questi acronimi.

Passiamo ora alle tachigrafie, cioè alle scritture abbreviate.

È molto comune trovare nn con il significato di non; o cmq con il significato di comunque; o x con il significato di per; o grz con il significato di grazie; o msg con il significato di messaggio; o b4 con il significato di before, prima; o xke con il significato di perché; ed infine xo con il significato di però.

Innovazioni della rete, queste tachigrafie?

In realtà no, perché erano diffuse anche in passato. Un noto scrittore italiano che tutti e tutte abbiamo studiato a scuola, Giacomo leopardi, usava le tachigrafie quando scriveva: vro per vero, qdo per quando, eccetera.

Di nuovo, vi invito a leggere il saggio per scoprirne di più.

Infine, un’altra caratteristica del web sono i troncamenti, cioè i tagli all’interno della parola:‘ci si vede’  diventa  ‘ci si’; ‘cellulare’ diventa ‘cell.’; ‘pomeriggio’ diventa ‘pome’; ‘ragazzi’ diventa ‘raga’;  ‘rispondi’ diventa ‘rispo’; ‘aperitivo’ diventa ‘ape’; ‘amore’ diventa ‘amo’.

Ricordo, quando ancora ci scambiavamo messaggini e non esisteva whatsapp, che concludevamo sempre i nostri messaggi con ‘risp. per favore’.

Questo riferimento ai messaggi non è casuale: scrive infatti Gheno che in passato i messaggi si pagavano e quindi dovevamo essere sintetici per non pagare troppo. Ma ora che esistono gli abbonamenti, qual è la scusa?

Secondo Gheno: semplicemente il bisogno di velocità di digitazione.

Per quanto riguarda invece il lessico voglio parlarvi dei “maccheronismi” e degli “storpionimi”, perché questo è stato proprio l’argomento di cui abbiamo discusso con Chiara nell’intervista.

Un “maccheronismo”è una parola straniera scritta in modo italiano.

Ad esempio ‘undergound’, inglese, scritto ‘andeggraund’; o ‘fake’, inglese, scritto ‘feic’.

Uno “storpionimo” invece è una parola scritta in modo diverso, alterato: ad esempio, ‘aiuto’ scritto a-i-u-t-o, scritto in modo alterato ‘agliuto’, cioè a-g-l-i-u-t-o.

Adesso, vi faccio ascoltare l’intervista, così potete vedere degli esempi concreti di “storpionimi”e “maccheronismi” di cui abbiamo discusso io e Chiara. Vi chiedo scusa in anticipo se in alcuni punti il suono non sarà buono: abbiamo fatto questa chiacchierata su Skype.

Quindi, vi auguro per adesso buon ascolto e buon divertimento soprattutto.

Allora per iniziare voglio spiegarvi come nasce la parola ‘scrinscio’. In realtà per conoscere un po’ la, l’origine di certe parole un po’ storpiate che esistono sul web bisogna conoscere degli eventi della cultura trash italiana, tipo ‘scrinscio’ che in realtà non è tanto ‘scrinscio’ ma ‘strinscio’ con la -t-, ‘Strinscio’? Con la -t-? Sì, quindi s-t-r-i-n-s-c-i-o ‘strinscio’, sì, sì, ok e da quale parola inglese viene questo ‘strinscio’? Screenshot ok, va bene.

Eee da dove proviene, proviene da un’intervista che venne fatta ad una signora siciliana lo scorso anno, alla fine della prima quarantena, dopo il lockdown quello più forte, e questa signora era in spiaggia a Mondello in Sicilia, ma chi, ma è quella di Mondello, ‘non ce n’è coviddi’? Sì, sì! Aaaah okay, okay! Ah no, sì, praticamente lei venne invitata dopo questa intervista in spiaggia in un programma televisivo dove si difendeva dalle accuse e gli venivano fatte, e niente e praticamente esordì dicendo ‘Barbara ho gli strinscio, o ho gli strinscio!’ (min. 2:38), e quindi da lì è nata sul web questa parola per ogni volta che si deve dire screenshot si dice ‘strinscio’ perché, per onorare questa cosa, okay, allora quindi okay però spieghiamo questa cosa anche di ‘coviddi’ cioè come è nata ‘coviddi’ anche, cioè racconta brevemente questa cosa. Questa signora che dopo appunto tutto il periodo di di lockdown duro insomma le misure non erano ancora molto leggera nel senso che bisognava stare attenti ancora e questa signora andò in spiaggia così a farsi il bagno non ricordo forse maggio giugno e la andarono a intervistare chiedendole se appunto lei avesse paura insomma, se fosse preoccupata e lei si girò urlando ‘non ce n’è coviddi, non ce n’è coviddi’, ecco qua il famoso ‘coviddi’ da ‘covid’, esatto ‘coviddi’ da ‘covid’, ma quindi da quel momento in poi sul web se tu dici covid e metti anche una -d- in più parte in automatico ‘non ce n’è coviddi’, cioè non se ne può fare a meno. Okay, ma ci sono meme su questa cosa? Ce ne sono un sacco!, dei meme, delle cose? Un sacco. Ok va bene, allora quando, quando nella trascrizione del podcast poi metterò il link per i meme, i link per il video e vi farò vedere tutti questi, questi episodi della cultura trash italiana ecco per capire meglio il contesto. Okay e quindi è partito da questa signora, come si chiama questa signora ricordami? Credo Angela. Si è messa anche su instagram, cioè ha fatto un profilo instagram e tipo in un giorno ha fatto tipo 500 mila follower cioè una cosa obbrobriosa, una cosa obbrobriosa, cioè per 500 mila follower in un giorno per semplicemente sulla spiaggia dire ‘non ce n’è coviddi’, no ma ha fatto una canzone con un video musicale, anche lì, anche lì in barba alle misure restrittive. Ok metterò il link anche della canzone nella trascrizione non vi preoccupate, ma ecco un’altra cosa che dobbiamo spiegare è, hai detto ‘questa signora è andata da Barbara’, da Barbara d’Urso per fare questa, cioè chi è Barbara d’Urso, spieghiamo brevemente chi è Barbara d’Urso. Barbara d’Urso è una presentatrice italiana di programmi televisivi pomeridiani credo e basta, cioè non so se ne fa altri, però lei è rinomata sul web per essere una figura, diciamo che le pagine trash attingono molto alla sua figura quindi regala tanto materiale su cui lavorare, certo poi vi farò vedere anche queste cose, vi manderò dei link per informarvi su Barbara d’Urso, possiamo dire che è tipo la Oprah Winfrey italiana? Un po’ più trash, un po’ più trash però di Oprah Winfrey, sì, direi di sì. Lei invita sempre questi ospiti in studio molto particolari no cioè, non lo so persone, molto trash, sì, sì, sì, interessanti, eccentrici dai, ecco, oy, va bene, quindi abbiamo parlato di ‘strinscio’, hai qualcos’altro da dire su ‘scrinscio’, cioè tu quando lo usi ‘scrinscio’ , in che contesti facciamo sentire questo, mmmmh, quando ti parte lo ‘scrinscio’ su su, mentre stai scrivendo un messaggio o un commento sui social, quando parte lo ‘scrinscio’? Ma secondo me alcune parole tipo ‘scrinscio’ ti fanno proprio partire, cioè ti parte la battuta storpiata, cioè ti parte la parola storpiata nel momento in cui tu la vuoi usare nel modo corretto, cioè se tipo, se tipo io sto con un mio amico e dico guarda ho fatto questo screenshot magari la prima volta dico screenshot ma per ripetere poi la battuta dico ‘lo strinscio’, cioè quindi lo fai per ironia in contesti ironici cioè non lo useresti seriamente questo questo termine ‘scrinscio’? Ma nooo in maniera goliardica tra amici. In maniera goliardica capisco, sì, ok, eee lo useresti anche per esempio nei commenti dei social questa parola ‘scrinscio’ per fare una battuta per esempio o più nella chat di whatsapp? No sì anche sui social però cioè ovviamente nei contesti in cui verrebbe colta, ok ho capito quindi se sai che le che il pubblico può capire il riferimento esatto, senza offendersi diciamo.

Okay, va bene, altro da aggiungere su ‘scrinscio’o passiamo a un’altra parola a un altro ‘maccheronismo’? No, non ho nient’altro non mi viene nient’altro in mente.

Allora, dimmi, dimmi ‘lovvare’, mi hai detto ‘lovvare’lo, lo, si usa molto. 

Allora, ‘lovvare’, viene da to love, in inglese, sì in inglese, e si trasforma in ‘lovvare’ per richiamare la desinenza dei verbi italiani all’infinito, okay, tipo amare, quindi si italianizza e prende due -v-, sì,  l-o-v-v-a-r-e , ok, ‘lovvare’ così l-o-v-v-a-r-e, okay,  dal verbo to love inglese, sì, italianizzato in ‘lovvare’ perché in italiano il corrispettivo è amare quindi ‘lovvare’. E quindi poi prende tutta, tutta la declinazione, tutta la scusami, tutta la coniugazione del verbo tipo ‘io ti lovvo, tu  mi lovvi’, sì assolutamente, okay, ‘ti lovviamo, mi lovvate’  sì, sì, ok quindi praticamente diventa come un verbo italiano però con la parte inglese e attenzione non è un prestito questo dall’inglese è semplicemente un ‘maccheronismo’ cioè una parola che si usa in contesti ironici sì no no assolutamente non si usa in contesti insomma seri, e in realtà si usa di meno adesso, si usava più una decina di anni fa diciamo 2009 ricordo che ci fu proprio 2008 2009, ci fu il boom di ‘lovvare’,  si usava molto sui social all’epoca cioè nel senso, e adesso di meno però credo che alcuni lo usino ancora e suscitano un po’ tipo di ‘oh mio dio ma quanto sei antico’no? esatto, oppure un po’ da ‘bimbominkia’ magari non pensi? Sì, un po’ da ‘bimbominkia’, ma posso dirle queste cose?

Questa è un’altra cosa il ‘bimbominkia’, questa è un’altra cosa interessante ‘bimbominkia’ scritto con la -k-, bimbom-i-n-k-i-a, okay? Sì, viene da ‘bimbo’ e ‘minchia’.

Come spieghiamo il ‘bimbominkia’? Aspetta perché sul sul saggio di Vera Gheno c’è un riferimento al ‘bimbominkia’ un attimo eh, che lo cerco così vi leggo la definizione di ‘bimbominkia’, allora, da qualche parte c’è un momento, eccolo qua! L’ho trovato, l’ho trovato! K and co., allora un ‘bimbominkia’ è, nel gergo della rete: “giovane utente dei siti di relazione sociale che si caratterizza spesso in un quadro di precaria competenza linguistica e scarso spessore culturale per un uso marcato di elementi tipici della scrittura enfatica espressiva e ludica quindi grafie simboliche contratte emoticon emoji eccetera eccetera”.

Quindi questo è un, è una definizione scientifica trovata sul treccani nella sezione neologismi di ‘bimbominkia’, quindi diciamo che ‘lovvare’ adesso può essere associato a un ‘bimbominkia’ magari, sì assolutamente, perché rientra nella categoria di quelle espressioni che nel tempo per la nostra generazione, perché cioè questa cosa è importante secondo me, per la nostra generazione poi hanno perso insomma non si usano più tantissimo quindi se ancora le usi, secondo me ci sta tanto definirti ‘bimbominkia’ perché sei un po’ rimasto all’epoca dei, delle abbreviazioni no, che si usavano, cioè perché poi non si usano più neanche, cioè come stavi dicendo tu, le abbreviazioni no? Cioè non si usano più perché adesso non abbiamo più i messaggini, SMS, quindi non ha senso abbreviare le parole per risparmiare spazio, esattamente, quindi per abbreviare stiamo parlando di quello che troverete prima nel podcast, delle tachigrafie, cioè per esempio dire non con nn, o comunque con cmq, cioè in passato c’era un motivo per queste cose perché ovviamente pagavamo tutti i messaggi allora pagando tutti i messaggi dovevamo essere concisi, perché altrimenti pagavamo uno sfondo di soldi e non ne valeva la pena invece adesso diciamo è più rimasto appunto, cioè non paghiamo più i messaggi ci sono gli abbonamenti, quindi chi continua a scrivere queste cose, ti arriva un messaggio con però o perché scritto xkè, tu dici ‘oh mio dio questo bimbominkia’, ecco questa è la prima reazione.

Paradossalmente forse lo utilizzano più le persone adulte, ma questo sai che è vero? Non tanto noi che ormai cioè, a un certo punto l’abbiamo superata come fase, è verissimo, invece loro sono, sono i nuovi ‘bimbiminkia’, sono i nuovi ‘bimbiminkia’, le generazioni più più grandi, sì sì sì tante mamme di amiche di mie amiche lo fanno cioè quando mi arrivano messaggi vedo però perché scritto in questo modo è vero ottima considerazione.

Va bene, allora quindi altri altri ‘maccheronismi’ tipo ‘feic’ o vediamo un po’ ‘nau’ queste cose qui, ‘occhei’, ‘occhei’ scrittooo, ‘occhei’ sì, ‘occhei’, ‘occhei’ sì, però scritto con la -k-, cioè anche con la cc- però tipo ok, ma scritto o-c-c-h-e-i, anche sì sì dai anche si ok scritto così questo pure lo vedo molto onestamente, ok anche questo italianizzato, anche ‘true story’ scritto ‘trustori’, ma penso che questo ci sia anche, cioè non è una cosa tanto solo italiana no? Cioè si utilizza un po’ dappertutto sui social no ‘true story’ oppure ‘very sad story’, però scritto in modo italiano quindi t-r-u-s-t-o-r-i, questo scritto come ‘maccheronismo’ però la scrittura inglese sarebbe ‘true story’ quindi t-r-u-e-s-t-o-r-y cioè due parole true e story, invece in italiano si scrive a volte ‘trustori’ tutto attaccato, e diventa una sola parola, sì, noi lo scriviamo come lo pronunciamo no, esattamente lo scriviamo come lo pronunciamo, è più divertente, proprio questo è il punto dai ‘maccheronismi’, cioè scrivere come pronunci la grafia italiana, la veste fonetica italiana, esatto, sì sì, un altro molto usato è anche io vedo molto e ‘feic’ cioè da fake inglese f-a-k-e, scritto f-e-i-c questo pure lo vedo molto, questo penso che venga utilizzato più quando è un po’ tipo per collegarci a a a, agli storpionimi dopo, che cosa sono dopo? Storpionimi sì, sì. Secondo me ‘feic’ e ‘gomblotto’ possono condividere lo stesso spazio perché me lo immagino tipo un ‘feic’ scritto in questo modo sotto un post di un, non lo so, un complottista che, oppure tipo quelli che condividono magari no le notizie super palesemente false cioè che girano così sul web, e quindi tu rispondi con ‘feic’, quindi tu rispondi ‘feic’ è un ‘gombloddo’ è ‘feic’, però tipo anche sotto magari a cose, a ecco no perché ‘feic’ secondo me potrebbe essere usato anche in maniera ironica sotto a foto o video davanti alle quali tu rimani un po’ incredulo no, cioè tipo che ne so uno che fa una cosa incredibile fa il triplo salto mortale e tipo tu dici ‘no, questo è feic, secondo me è feic!’ e tipo così no, e lo scrivi con la -e- così, sì, sì, cioè è la prima cosa che mi è venuta in mente però è per dare un’idea no del come potrebbe venire usato, tipo sotto a un post di un qualcosa che tu dici ‘no, non ci credo, non è vero, è feic!’. O magari scrivere ‘feic niu’, scritto ‘feic niu’ f-e-i-c staccato n-i-u cioè ‘fake news’ notizia falsa inglese, scritto con la pronuncia italiana cioè con la grafia italiana, questo, questo molto diffuso questo pure l’ho visto tantissimo, sì sì possiamo fare un accenno invece ad un altro storpionimo che ultimamente, aspe’ Chia che non ti sento, mi senti? Sì, stavi dicendo possiamo fare un accenno a cosa? Storpionimo o ‘maccheronismo’? Cosa vuoi dire? A no scusami ad un ‘maccheronismo’.  Quale altro? Eh, ‘shock because’. ‘Shock because’? Che cos’è ‘sta cosa mo’’shock because’? Sentiamo che cos’è ‘shock because’?

Eh, beh è esplosa questa cosa, praticamente ultimamente dopo, questa è cultura politica eh, però nel trash, praticamente dopo la caduta del governo di Renzi praticamente venne fuori una sua intervista che è in realtà un’intervista di qualche tempo fa, forse anni fa, e lui è riconosciuto un po’ no per questo suo, per questa sua pronuncia inglese un po’, terribile, terribile, e quindi cioè non so da dove, cioè chi l’ha tirata fuori questa cosa, e subito poi dopo vabbè ha incominciato a girare da morire il pezzo di una sua intervista in cui lui dice ‘first reaction shock! Shock because’ e tipo il ‘because’ è un ‘because’ che non è ‘bacause’ è ‘because’, con questo accento un po’ strano, ma sì, proprio assolutamente stranissimo, cioè che tu non puoi fare a meno di ridere e quindi da quel momento diciamo che sul web è esplosa questa cosa del ‘shock because’, ma come si scriveva? Ma come si scriveva? Allora ‘shock’ è s-c-i-o-c, e no non tanto normale, okay ma si scriveva come in inglese? Tipo shock come in inglese s-h-o-c-k? No, no, no, no  è s-c-i-o-c, okay ‘scioc’ così in italiano, con la grafia italiana, e because? Eh, because, because cambia sempre, because cioè a un certo punto tu fai, magari scrivi b-i-c e poi lettere a caso. Metterò metterò il link di questo video anche di ‘scioc becoes’, e quindi sì cioè tipo b-i-c-o-e-o-a-u cioè un un po’ lettere a caso. Va bene, troverò, vedremo come si è divertito il web, magari la -oe- il suono francese -oe- ‘becoes’, ma pure, sai li ho letti anche con la dieresi eh? Con la dieresi? Va bene, vedremo, faremo una ricerca online per cercare ‘scioc bicoes’.

Va bene, ok, quindi questi erano solo alcuni esempi dei ‘maccheronismi’ che abbiamo visti adesso, sì che si usano un po’ sul web, esatto, esatto, ah! E dobbiamo dire come ultimo prima di passare ai, agli storpionimi, ‘smartvuorchi’, ‘smartvuorchi’ anche ha una storia molto carina smartvuorchi’, sì è quella vero? sì, sì, praticamente anche questa, che poi vedi in, durante il 2020 ne sono nate tante di cose, allora praticamente ‘smartvuorchi’ nasce perché Conte il presidente durante una sua conferenza per leggere il dpcm, il decreto del presidente del consiglio dei ministri, spiego sai com’è, e praticamente doveva spiegare, cioè doveva consigliare credo no di lavorare più possibile da casa per chi potesse farlo no in modo tale da non spostarsi da casa e niente gli uscì ‘smartvuorchi’ invece di ‘smart-working’, ‘lavorare in smartvuorchi’ e quindi da quel momento in poi è ‘smartvuorchi’ cioè per chi frequenta il web non esiste ‘smart-working’ è ‘smartvuorchi’, esatto, scritto s-m-a-r-t-v-u-o-r-c-h-i ‘smartvuorchi’ cioè scritto così in italiano, ma no guarda secondo me non con la -u- ma con la -o- , cioè il termine scritto correttamente però elimina -ng alla fine ok e scritto w-o-r io ho visto anche w-o-r-c-h-i ‘smarworchi’ cioè l’inizio inglese e poi la fine, la desinenza italiana o così oppure w-o-r-k-i, k-i esatto, o r-k-y ho visto io anche ‘smartworky’ scritto così, è l’evoluzione, esatto, questo è proprio un ‘maccheronismo’ molto diffuso adesso, si, va bene, va bene, allora, chiara, cara chiara passiamo adesso ai, agli storpionimi, questi sono i più carini,  cioè, ripetiamo, gli storpionimi quelle parole scritte in modo diverso alterato cioè per esempio aiuto scritto correttamente a-i-u-t-o, scritto in modo alterato ‘agliuto’ quindi a-g-l-i-u-t-o ecco e anche questi sono fatti per motivi ironici cioè ovviamente non lo scrivi seriamente, lo fai in contesti ironici, ‘agliuto’ è un po’ tipo ‘itagliani’ no?  Esatto gli ‘itagliani’, oppure vediamo un po’ cosa c’è più, anche per accentuare un po’ non lo so una pronuncia scorretta da persone che magari non praticano bene la lingua, o magari anche dei bambini sai, anche per imitare i bambini perché i bambini non sanno pronunciare molto bene questo suono in italiano quando sono piccoli allora senti spesso dire ‘agliuto agliuto’ no, secondo me è più per imitare i bambini sì, vabbè, comunque allora quindi vediamo un po’ qualche esempio di storpionimo che tu usi e perché lo usi in quali contesti e magari se c’è una storia dietro a questo storpionimo, ‘gombloddo’ assolutamente ‘gombloddo’ tanto eh, abbiamo spiegato prima perché ‘gombloddo’ no tipo, quindi scritto come, di’ scritto correttamente e scritto in modo storpiato, allora in italiano corretto è ‘complotto’, okay, storpiato, lo storpionimo è ‘gombloddo’, un po’ come se sei raffreddato, se avessi il raffreddore. E quindi la storia? ma è un po’ quello che abbiamo accennato prima con ‘feic’, cioè ‘gombloddo’ si utilizza quando vedi la condivisione di fake news ma talmente palesi, oppure tipo persone che iniziano a fare delle teorie strambe su eventuali spiegazioni complottistiche su un determinato evento, e allora tu dici ‘ah mio Dio, un comploddo, un comploddo!’, lo posti per prendere in giro no chi chi chi richiama sempre un po’ il complotto, e quindi i complottisti da social network come scrive qui Vera Gheno, e sì complottisti da social network, gli stessi che scrivono ‘fate girare sveglia’, questo è molto molto popolare, ci sono questi, ma cosa sono? Sono meme questi o sono post semplicemente? cioè che cosa questi ‘fate girare’? ‘Fate girare’ sono tipo delle catene, no, delle catene, che  inviano le persone o sui social oppure tramite whatsapp eh anche, e quindi cioè mandano queste notizione tipo “nel mattino del covid 19 c’è il, non lo so, boh”, l’uranio, l’uranio sì cioè, “hanno messo un veleno potentissimo perché” oppure tipo “vogliono controllarci attraverso l’antenna del 5G: fate girare perché io ho scoperto che è così” e quindi no si grida al ‘gombloddo, ‘Gombloddo, gombloddo o mio Dio!’.  Magari spieghiamo che cos’è una catena anche cioè questa cosa perché magari in altre culture non esiste questa questo concetto della catena, cioè come la descriveresti? Catena sono quei messaggi di qualunque natura in realtà eh, che possono riguardare qualunque cosa, ricordo che anni fa erano boh messaggi in cui c’erano prima delle storie d’amore oppure tipo delle frasi carine e poi sotto c’era ‘fai girare, invia a dieci amici, invia questo messaggio a dieci amici così questo tuo desiderio si avvera’, è nata un po’ così la catena no, la catena di sant’antonio credo si chiami, e poi vabbè nel frattempo si è evoluta magari non c’è più questa cosa del fai, ‘invia i tuoi amici così si avvera il desiderio’ però è tipo ‘invia ai tuoi amici così che conoscano la verità’, e quindi adesso quando si grida al ‘gombloddo’ per le catene è perché magari queste catene contengono tipo delle notizie che stranamente conoscono soltanto pochi eletti nel mondo e quindi il loro dovere è quello di diffonderle il più possibile, okay quindi praticamente una catena è un messaggio che si manda a tante persone, lo possiamo mandare sui social, lo possiamo mandare su whatsapp, per email ecco un messaggio che dobbiamo condividere con gli altri praticamente per far sapere oppure per realizzare i nostri desideri, praticamente, sì deve raggiungere quanti più contatti possibili questa catena, ok perfetto va bene magari cercheremo degli esempi sui social e mettiamo il link nella trascrizione così magari facciamo vedere un esempio di catena con magari sotto un bel commento ‘gombloddo’, così diamo un esempio pratico di questo.

Allora un esempio di catena è tipo un messaggio che mi è arrivato ultimamente in cui c’è scritto “shocking”, apertura, sì, “il vincitore del premio nobel 2018 e bla bla bla il dottor bla bla bla ha fatto scalpore oggi nei media dicendo che il virus corona non è naturale”, poi anche qui no per esempio, il virus corona cioè si vede che sono dei messaggi talvolta un po’ no tradotti così cioè così molto alla buona, e però oltre ad essere un esempio di catena di sant’Antonio e quindi di ‘combloddo’ di teoria del ‘gombloddo’ è anche un buonissimo spunto per utilizzare un ‘maccheronismo’, cioè io adesso avrei risposto se la persona coglie il riferimento, la reference, avrei risposto ‘scioc becoes’, oppure ‘gombloddo’, ‘feic niu gombloddo!’, no ‘feic niu’ no perché lo è veramente quello lo usi quando non lo è, però ‘gombloddo’ sì, ‘gombloddo’.E questo è un esempio che ci ha dato Chiara, come usare ‘gombloddo’, ecco se volete fare gli italiani, ‘è tutto un gombloddo contro di noi’, va bene, e poi, vediamo un po’, altri altri storpionimi, che usi, che sono qui nella lista o che magari non ci sono nella lista, ‘mbriachello’ lo usi, ‘mriachello’ lo usi, ‘mbriachello’ sì, questo lo usi, ‘mbriachello’ sì, ‘mbriachello’ viene, vabbè questo è complicato da spiegare, ‘mbriachello’ viene da ‘ubriaco’ in italiano, ubriaco, drunk in inglese sarebbe, okay, ‘mbriachello’ è un po’, cioè un po’ deriva da credo dal dialetto, sì, forse il dialetto romano vediamo un po’, ma anche il nostro eh , cioè ‘mbriachello’ è ubriaco l’aggettivo più il suffisso -ello cioè che è un suffisso che mettiamo per fare il diminutivo, cioè ubriaco ubriaco, ubriachello non è proprio ubriaco ma è un po’ ubriaco no come dire un po’ un po’ un po’ alticcio, sì un po’ alticcio, un po’ alticcio non completamente ubriaco, brillo esatto questa è la parola giusta, brillo, e quindi ‘mbriachello’ con la -mb-  iniziale è uno storpionimo perché viene effettivamente dal dialetto romano sto mbriaco ecco questo sarebbe, ‘sta mbriachello sta un po’ mbriachello’, ecco questo è uno storpionimo che viene dal dialetto e come la canzone di quel tizio come si chiama ‘me so mbriacato’ come si chiama quel tizio? Mannarino, ecco qua Mannarino, c’è una canzone di Mannarino che è un cantautore italiano romano e c’è questa canzone che è ‘me so mbriacato’, cioè un titolo romano quindi vi metto il link anche di questa canzone così vedete, cioè sentite l’accento romano e vedete da dove viene questa parola, e ‘mbriachello’è molto usato e ovviamente in senso ironico, cioè non parli al medico, se vai dal medico all’ospedale perché sei ubriaco non dici ‘sono un po’ mbriachello’ no, no è un conteso giusto, non è il contesto giusto, è sempre un contesto informale insomma quello in cui si usa ‘mbriachello’ no? Esatto, cioè è normale perché è come se stessi un po’ parlando un dialetto, dialetto sì dialetto simpatico tra amici così ‘mbriachello’ dico vedi il tuo amico che è un po’ alticcio dici ‘ah, sta mbriachello’, ‘ sta un po’ mbriachello’.

Il punto degli storpionimi è che cioè a volte si tende proprio a parlare come i bambini cioè a usare lo stesso modo di parlare dei bambini infatti sul saggio di Vera Gheno c’è scritto baby talk, cioè c’è scritto ‘storpiature assortite quasi baby talk’, cioè nel senso storpiamo la grafia delle parole e arriviamo a volte a parlare proprio come dei bambini e secondo me un esempio di questo è la famosissima pagina cos’è instagram facebook che cos’è? Instagram, la pagina instagram di musetti animaletti, cioè allora spieghiamo che cos’è, perché questo mettere -etti, questo suffisso -etti che indica qualcosa di carino di piccolo è come dire molto diffuso adesso nella lingua dei social, nell’italiano dei social, si usa tantissimo e anche io e Mariachiara in alcuni nostri scambi di messaggi mettiamo -etti a qualsiasi parola per scherzare, perché quando inizi a parlare così poi ti viene automatico, ogni parola deve finire con -etti.

Vai vai, nasce da? Nasce da una pagina instagram che si chiama appunto musetti animaletti e questa pagina – mettiamo il link nella trascrizione – sì, pubblica foto di animali, qualunque animale gatti, cani, papere, tutti e buffe in realtà un po’ foto buffe in cui la didascalia, cioè la descrizione è una frase in cui tutte le parole finiscono con –etti, è una descrizione, una descrizione della foto con -etti. Tipo c’è un gatto che dorme e loro scrivono ‘giornetti pesantetti’, eccolo qua ok, oppure quello di alitetti? Quello era proprio carino poco carino, qual era? Aspe’, ‘alitetti di fognetti’ ah sì e c’è tipo un animale che ha la bocca aperta, era un pesce,un pesce, era un pesce con un bassotto e poi sotto c’era scritto ‘alitetti di fognetti’ cioè ‘alito di fogna’, cioè ‘alito di fogna’ quello era il punto. Oppure vediamo qualcun’altra carina? Ah Oddio! Qua ti posso, ti unisco uno storpionimo a un ‘maccheronismo’, okay, okay, sentiamo, c’è, c’è un video di un gatto al quale viene avvicinato un fiore e sotto c’è scritto ‘first reactionetti: sciocchetti’, quindi praticamente una citazione della cosa di Renzi della intervista di Renzi, sì nella pagina di musetti animaletti, okay quindi ‘first reactionetti: sciocchetti’, ‘first reactionetti: sciocchetti’. Okay allora metteremo tutti i link per farvi questo per farvi vedere queste cose cioè così potete avere un’idea di ,che cosa stiamo parlando e quindi si questo cioè io per esempio io e Mariachiara lo usiamo tantissimo, quando parliamo tra di noi in chat su whatsapp ripeto, quando siamo così che dobbiamo sentirci e siamo un po’ in mood ironico usiamo -etti in tutte le parole, però magari qui c’è sempre,  è sempre importante poi conoscere la reference ma come in tutte le parole, in tutti gli storpionimi e i maccheronismi che si usano sul web cioè è importante conoscere la reference o comunque il, il contesto no perché se tu utilizzi queste parole con persone che non masticano magari determinati ambienti determinati, cioè magari non conoscono neanche un po’ il mondo del web cioè se tipo io dovessi parlare in questo modo con mia madre non capirebbe nulla, quindi secondo me le reference sono importanti anche in questo caso se tu devi, dopo che tu conosci, vieni a conoscenza della pagina di musetti animaletti non puoi fare a meno di iniziare a parlare così però è importante che ci sia prima il passaggio dello scoprirla questa pagina, esatto, giusto, va bene, allora, abbiamo detto abbastanza magari se questo episodio piacerà faremo un secondo episodio, sì dai magari preparo qualche cosa, in cui parleremo, parleremo di nuovo con Mariachiara e troveremo altre cose interessanti dell’italiano del web, con piacere, e quindi niente cara Mariachiara grazie, a te, e vedremo che reazione avranno gli ascoltatori e le  ascoltatrici del podcast a questa intervista, spero positiva, bene, va bene, grazie mille, grazie mille, ciao, ciao!

Dunque, che dire dopo aver ascoltato questa intervista? A parte che io e mia cugina ridiamo troppo.

In generale, abbiamo realizzato che la lingua dei social è molto creativa e ironica: credo che le persone diano il meglio di sé nel creare delle cose che a volte sono estremamente divertenti e geniali.  

A differenza di ciò che molti pensano, scrive Gheno, questo italiano della rete, dei social, di internet, dei dispositivi elettronici, non mostra ignoranza da parte dei parlanti, incapacità e scarse competenze linguistiche, mostra invece una grande forza creativa.

Possiamo dire che l’italiano dei social è l’italiano delle nuove generazioni che si sa, più delle vecchie, popolano il web.

Gli abitanti del web hanno trovato un modo per compensare cose come il tono della voce, le espressioni del viso, la posizione del corpo che sono caratteristiche della interazione faccia a faccia:

usano le lettere maiuscole o tanti punti esclamativi se vogliono gridare, le emoji per comunicare emozioni specifiche, digitano dei puntini di sospensione per creare suspense o incredulità.

Insomma, quanta creatività c’è in questo?

Grazie per il vostro ascolto, ci sentiamo alla prossima, ciao!

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