Lingua italiana insieme
La ceramica italiana: intervista
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Scommetto che durante i vostri viaggi in Italia vi siete soffermati, almeno una volta, a guardare, in una bottega o in un negozio, le bellissime ceramiche italiane. La ceramica è tra le arti più antiche del mondo, tra le più belle al mondo. Nell’intervista di questo mese un maestro ceramista, Andrea Roggi, ci racconterà la storia e le caratteriste della ceramica italiana.
State ascoltando “le cose italiane”, una rubrica prodotta da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana. Per saperne di più e per leggere la trascrizione dell’intervista vienici a trovare su LerniLango.com. Per adesso buon ascolto dell’intervista “L’arte della ceramica italiana: ne parliamo con Andrea, un ceramista”.
Ciao e bentornati e bentornate nelle interviste di LerniLango. Nell’intervista di questo mese vi farò ascoltare di nuovo l’accento della Toscana, infatti l’ospite di questo mese sarà un aretino, un ceramista, un artista: Andrea Roggi. Con Andrea, nell’intervista di questo mese, parleremo della ceramica italiana, della sua storia e delle sue caratteristiche concludendo con una piccola parentesi sull’importanza di preservare il made in Italy.
Non aggiungo altro e vi lascio alla nostra chiacchierata!
Buon ascolto.
INTERVISTA
SIMONA: Allora buongiorno a tutti e buongiorno a tutte, o buonasera, dipende ovviamente da quale parte del mondo siete! Quindi buongiorno o buonasera, e bentornati e bentornate nelle chiacchierate mensili di Lernilango. Ricominciamo con questa rubrica, dopo una piccola pausa d’Agosto, e ricominciamo con tanti nuovi ospiti e tanti nuovi argomenti su cui chiacchierare.
Prima di presentarvi l’ospite e l’argomento di questo mese, vorrei fare una piccola parentesi per i nuovi arrivati nella community di Lernilango, per spiegarvi di cosa parla questa rubrica (di chiacchierate) e quali sono gli obiettivi di questa rubrica.
Ogni mese io scelgo un tema e un ospite con cui chiacchierare su questo tema. Il tema abbraccia campi diversissimi: dall’arte alla letteratura, la società, la cultura, e tanto, tanto, tanto altro. In base al tema io scelgo un ospite con cui chiacchierare su questo tema in modo tale da darvi la possibilità di ascoltare una conversazione in italiano naturale e spontaneo, ma anche per darvi la possibilità di ascoltare accenti regionali diversi, perché, come sicuramente già sapete, da nord a sud gli accenti italiani cambiano tantissimo.
Questa rubrica di conversazioni naturali è pensata per chi ha già un livello avanzato di italiano, ma non è escluso che anche livelli più bassi possano comprendere, ma ovviamente con l’aiuto della trascrizione. Se volete, trovate le trascrizioni delle conversazioni libere sul nostro sito lernilango.com, nella sezione “Contenuti esclusivi”.
Bene, fatta questa parentesi introduttiva, passo subito a presentarvi l’ospite e il tema di questo mese. Per questo mese ho scelto l’argomento “Ceramica, l’arte della ceramica”, un’arte che amo tantissimo, e oggi farò una chiacchierata, una piccola conversazione su questo tema con Andrea Roggi, un ceramista, un artista. Prima però di passare la parola ad Andrea perché si presenti, vorrei raccontarvi brevemente come ho conosciuto ANDREA: tre anni fa mi sono trasferita ad Arezzo, prima dell’esplosione del Covid, e ho conosciuto Andrea al grande mercato dell’antiquariato ad Arezzo, una grande fiera dell’antiquariato che si tiene ad Arezzo ogni prima domenica del mese. Andrea era lì con il suo stand, dove esponeva i suoi bellissimi manufatti in ceramica, e io mi sono fermata al suo stand per – attenzione – una piastrella con su disegnato un bassotto. Io ho una bassotta, Rina, amo i bassotti, la mia casa è a tema bassotto, quindi, come avrei potuto reagire, secondo voi, di fronte ad una meravigliosa piastrella su cui c’era un bassotto disegnato a mano? Beh, me ne sono ovviamente innamorata e da quel momento sono sempre andata da Andrea per fare dei regali ad amici e parenti, perché amo il suo stile e amo soprattutto fare regali personalizzati. Quindi, questo è come ci siamo conosciuti io e Andrea, adesso smetto di parlare e lascio la parola a lui, così Andrea si racconterà e dirà qualcosa su sé stesso. Prego Andrea, a te la parola.
ANDREA: Allora buongiorno a tutti, o buonasera, o buonanotte (RISATE). SIMONA: Non sappiamo che ore sono nel resto del mondo..
ANDREA: …quando starete ad ascoltarmi. Mi presento, sono Andrea, sono un maestro ceramista toscano e lavoro ormai qui nel mio studio in Arezzo da 26 anni, però io ho iniziato veramente da giovane, avevo 15 anni quando ho iniziato a entrare in questo mondo della ceramica. Adesso ne ho 57, quindi fate voi i calcoli, come si dice (RISATE)..
SIMONA: Tanto tempo, sei un esperto!
ANDREA: …di quanto tempo sono con le mani dentro l’argilla e niente, questo è il mio lavoro, la mia passione, è quello che faccio per vivere, e questo è importante. E cosa ti devo dire di più? Sai, io mi sono avvicinato alla ceramica quando ancora studiavo al liceo scientifico, è diventata una passione, tanto che poi io ho deciso proprio di seguire quest’arte, perché mi aveva preso così tanto, quindi ho imparato qua in dei laboratori in Arezzo, in Toscana, comunque anche in Umbria da dei maestri, e poi ho deciso di aprire la mia bottega e il mio laboratorio e sono ancora qua! (RISATE)
SIMONA: Ok, perfetto. E come hai.. in che modo ti sei avvicinato alla ceramica? Cosa è successo?
ANDREA: Ma, è successo tutto per caso, perché qua ad Arezzo c’era un laboratorio di una ceramista cecoslovacca, nemmeno locale, quindi si parla degli anni.. fine anni ‘70 e i primi anni ‘80.
SIMONA: Ok.
ANDREA: Che poi era una esiliata, perché tu pensa che all’epoca la situazione di Praga, ancora c’era il muro di Berlino che doveva essere abbattuto. Comunque, insomma, lei era una ceramista che aveva vissuto anche tanto a Roma e poi si era trasferita qui in Toscana, ad Arezzo, e aveva aperto questo studio di ceramica, e lei presentava dei corsi di ceramica, diciamo. Io all’epoca, vabbè, avevo 15 anni, quindi decisi vabbè, sai quando vai a scuola, poi c’è chi fa sport, chi fa calcio..
SIMONA: Chi fa ceramica! (RIDE)
ANDREA: Siccome io ero molto attratto dall’arte così, infatti la mia scelta al momento era fra fare un istituto d’arte o il liceo scientifico, poi non so, ho scelto il liceo scientifico (RIDE)
SIMONA: Più pragmatico!
ANDREA: Però forse, si vede che poi dopo, in realtà, è venuta fuori proprio la vera natura!
SIMONA: Certo!
ANDREA: E niente, quindi diciamo che ho iniziato come fosse un hobby all’epoca, perché a 15 anni..
SIMONA: ..non sai cosa vuoi fare nella tua vita, certo.
ANDREA: Invece in realtà poi è diventato un lavoro.
SIMONA: Benissimo, perfetto!
ANDREA: Quindi ho lavorato anche per diversi anni all’interno di questo laboratorio proprio come dipendente, dove poi, ecco, si impara veramente l’arte, perché quando ci lavori 24 ore su 24, è ovvio che è diverso che non farlo come hobby, però insomma poi ecco…sto seguendo, come ho detto, mi sono specializzato anche da dei maestri umbri, da maestri faentini. Certo che c’è una veramente grande tradizione proprio ceramica, perché Arezzo sì, in passato (ma io parlo in epoca romana) era la capitale ceramica dell’Impero Romano, però poi questa tradizione ceramica si è un po’ persa in Toscana, perché ad Arezzo è subentrata la lavorazione dell’oro.
SIMONA: Ok.
ANDREA: Per cui, diciamo, è quella che poi tirava il mercato, quindi di ceramisti c’erano, ma ce n’erano molti meno rispetto ai grandi centri ceramici toscani e delle altre regioni, insomma.
SIMONA: Ok, ho capito, ho capito.
ANDREA: Questo più o meno, insomma, a grandi linee la mia storia ecco, poi potremmo dire tante cose, ma non è il caso (RIDE)
SIMONA: Decidi tu cosa dire!
ANDREA: Ok!
<RISATE>
SIMONA: Lascio a te la libertà di dire quello che ritieni necessario.
ANDREA: Questo diciamo che è il sunto..
SIMONA: Il sunto..
ANDREA: E siamo ancora qua!
SIMONA: E siamo ancora qua, benissimo, nonostante il Covid, continuiamo..
ANDREA: Nonostante il Covid, nonostante le crisi varie..
SIMONA: Si continua..
ANDREA: Però si continua e anzi..
SIMONA: Perfetto.
ANDREA: Dobbiamo metterci ancora più impegno
SIMONA: Esattamente, esattamente! Ma quindi, a parte questo lavoro proprio in bottega, come hai detto tu con le mani nell’argilla, so che ti occupi anche di altro, giusto? Lavori un po’ più teorici, a livello di insegnamento, giusto?
ANDREA: Mi occupo di didattica..
SIMONA: Esatto.
ANDREA: Quindi didattica nelle scuole e didattica anche nei musei.
SIMONA: Ok, di che tipo?
ANDREA: In questo caso la didattica nei musei, ecco, è una didattica prettamente legata al museo archeologico di Arezzo, quindi in questo caso, che siano scolaresche, o comunque che siano gruppi di privati o insomma adulti, comunque io, diciamo, insegno le tecniche antiche, quindi il bucchero etrusco, la terra sigillata romana. Insomma, questo è il…diciamo…cioè, sono molto legate comunque al territorio ecco, quindi quello che poteva essere la ceramica antica, anche se poi a me non mi piace riprodurre. Però riprodurre, anche se lo so fare…ecco, vecchi manufatti, perché io cerco comunque di produrre la mia ceramica, i romani l’hanno già fatto! (RIDE) Sarebbero solo delle copie…
SIMONA: Certo, preferisci metterci..
ANDREA: Ma magari c’è chi le fa anche molto bene, molto belle, però preferisco promuovere la mia ceramica, anche perché per me la ceramica è anche molto ricerca e sperimentazione, perché la ceramica è un mondo magico, è come entrare in una, che ne so, in un’officina di un chimico, cioè c’è sempre delle sorprese.
SIMONA: Certo.
ANDREA: …quindi legarsi solamente a una tecnica mi rimane stretto, perché poi questo è un materiale che ci può dare tanto.
SIMONA: Puoi fare di tutto.
ANDREA: Posso fare di tutto.
SIMONA: Certo…
ANDREA: Quindi perché non sfruttarlo al massimo?
SIMONA: Assolutamente!
ANDREA: Quindi a me mi piace molto anche cambiare, non sono legato mai a una linea di ceramica che può essere una ceramica classica, ma cerco anche di andare nello studio contemporaneo della ceramica, dove sta andando poi adesso, quindi raku…influenze anche che vengono da altri paesi ecco, come la ceramica orientale. Parlavo del raku, o come può essere la porcellana dei paesi nordici, quindi cerco un po’, ecco, di saperne sempre di più di questo mondo
SIMONA: Certo, certo.
ANDREA: E poi…perché questo mi serve poi per esprimere la mia creatività in fondo.
SIMONA: Ecco, e infatti la mia domanda adesso è su questo. Ti voglio chiedere: come descriveresti il tuo stile di ceramista?
ANDREA: (RIDE)
SIMONA: Brevemente, sentiamo…
ANDREA: Allora guarda, come ti dicevo io non ho uno stile ben preciso perché non mi lego mai a degli stili precisi. La ceramica è un mezzo per me per esprimermi. Quindi, se io devo, come ti dicevo prima, non posso rimanere legato a un solo stile, a una sola tecnica, perché mi diventerebbe un lavoro un po’ sterile, quindi cerco di sfruttare al massimo quello che mi può dare questo materiale, quindi questo lavoro, e quindi non è che non faccio uno stile classico toscano, perché al momento che mi viene richiesto io lo faccio..
SIMONA: Lo fai..
ANDREA: Lo faccio, lo so fare.
SIMONA: Certo.
ANDREA: Quindi la maiolica classica italiana…ehm, però ecco, io ecco…diciamo che, l’impostazione, quello che, come ti dicevo prima, quando all’inizio mi sono avvicinato alla ceramica era una ceramica poi non troppo locale, perché la…diciamo che la mia prima maestra, che veniva da Praga, aveva uno stile diverso da quello italiano, quindi questa influenza sicuramente c’è, lei aveva un mondo molto naif di fare ceramica, quindi quello me lo porto sempre dietro, però ovviamente l’ho elaborato a modo mio.
SIMONA: Naif in che senso? Nel senso di non raffinato, nel senso di non..
ANDREA: Non tanto di non raffinato, ma di apparentemente semplice..
SIMONA: Ok, ok.
ANDREA: ..quasi favolistico..
SIMONA: Ok..
ANDREA: Come poter dire, non so se hai presente il naif proprio dei paesi dell’Est..
SIMONA: Sì, sì, sì, sì, come Matisse anche..
ANDREA: Così diciamo come Matisse..
SIMONA: Un cosa del genere anche..
ANDREA: Una cosa così..
SIMONA: Ok.
ANDREA: Quindi tu hai…cioè, poi vedrai anche di là che ci sono comunque personaggi molto naif..
SIMONA: Vedo alcuni pezzi qui adesso nel laboratorio, da favola proprio, come hai detto..
ANDREA: Però ecco, se poi dopo voglio riprodurre, che ne so, l’immagine di Piero della Francesca, per dirti che siamo ad Arezzo, insomma, eh…lo faccio, lo posso fare cioè, capito?
SIMONA: Ho capito, certo
ANDREA: Come se voglio…visto che in Toscana poi, la ceramica toscana può essere legata anche a tutto il discorso del senese, in cui si parla di galestro, di terre quindi non decorate, ma lasciate insomma in terracotta, non so se hai presente gli orci, i vasi da esterno, cioè tutta questa produzione qui..
SIMONA: Sì, sì, sì, sì…come quelle anfore con i..
ANDREA: ..fori molto grandi
SIMONA: ..la giara, la giara, ecco
ANDREA: ..la giara, tipica..
SIMONA: ..però è molto…non è decorata in Toscana, a Siena.
ANDREA: Non è decorata in Toscana…sì, nel senese, tutta la parte delle terrecotte…si chiama galestro, un tipo di impasto, che è un impasto apposta fatto per queste terrecotte che vengono posizionate all’esterno. Non so se hai presente anche le grandi ville toscane..
SIMONA: Sì, sì, sì..sì, certo..
ANDREA: ..tutte le decorazioni anche..che poi volevo dire, questo è un po’..è quello che, come ti posso dire..proviene, ecco, dai grandi maestri toscani rinascimentali, insomma..
SIMONA: Quest’arte qui.
ANDREA: ..quest’arte qui. Dopo sì, ci sono stati, forse non lo so se all’estero li conoscono, comunque tu conoscerai i Della Robbia.
SIMONA: Assolutamente!
ANDREA: Ecco!
SIMONA: Quello è riconoscibile ovunque
ANDREA: Ecco è quello che tu quando pensi alla ceramica toscana, pensi ai Della Robbia, quindi..
SIMONA: Noi l’abbiamo studiato anche a scuola..storia dell’arte.
ANDREA: Ecco, quindi volevo dire tutto quello che è l’immagine sacra, poi smaltata..
SIMONA: Esatto.
ANDREA: ..con questi grandi festoni di frutta..
SIMONA: I colori classici..
ANDREA: I colori classici..
SIMONA: Blu, giallo e verde..e bianco!
ANDREA: Si, e bianco che è il fondo. Cioè quindi diciamo che, quando pensi alla ceramica toscana, pensi a quello.
SIMONA: Certo!
ANDREA: Quindi se a me mi chiedono comunque di riprodurre una Madonna robbiana io te lo faccio..
SIMONA: Una cosa della tradizione.
ANDREA: Però ecco, se io devo avere un mio stile ben preciso, forse potrei dirti che in questo momento io sto cercando di analizzare molto il contemporaneo, quindi studio di forme moderne, smalti e via dicendo insomma.
SIMONA: Ok, ho capito..comunque questa cosa che hai detto che..
ANDREA: Spero di essere stato chiaro, non è semplice.
SIMONA: Assolutamente, sì, sì, sì, sì!
ANDREA: Non è semplice. Perché se io facessi quello stile lì ti direi: “Questo è il mio stile, è quello lì e fine”.
SIMONA: Fine, fine.Vabbè tanto adesso come..
ANDREA: Però, se..cioè, io sono a metà strada fra un artigiano e un artista, non saprei forse, cioè un artista non si può fermare a uno stile, cioè..
SIMONA: Deve sperimentare, deve sperimentare.
ANDREA: Io sono molto uno sperimentatore.
SIMONA: Invece l’artigiano magari è più l’aspetto della riproduzione soltanto, che come hai detto può essere..
ANDREA: ..e della tradizione.
SIMONA: Della tradizione, esattamente. Io posso riprodurre quello che vuoi, però devo anche sperimentare, e mettere, come dire in pratica il mio lato artistico e creare quello che..certo..
ANDREA: Perché poi, se io ho assimilato bene una tecnica..si parlava prima di tecniche antiche con il bucchero, la ceramica Attica, quella che veniva dalla Magna Grecia, comunque Roma..queste tecniche antiche poi vengono ancora usate e sfruttate anche nella ceramica moderna.
SIMONA: Certo.
ANDREA: Quindi io più nozioni riesco ad avere, e quindi le posso mescolare insieme queste cose, e più riesco a creare..
SIMONA: Ad essere creativo, certo, ho capito. Comunque questa cosa che hai detto dello stile naif all’inizio, no, di questo mondo da favola, io lo vedo, ed è una delle cose che mi piace di più del tuo lavoro.
ANDREA: C’è e me lo porto dietro e io spesso ritorno anche lì, perché sai, come quando nasci, l’imprinting. Come si parla con i cani, no?
<RISATE>
ANDREA: Visto che prima parlavamo..l’imprinting c’è, è quello!
SIMONA: E rimane! E si vede, ed è una delle mie cose preferite devo dire del tuo lavoro (RIDE).
ANDREA: Perfetto!
SIMONA: Ok, benissimo. Quindi abbiamo, hai dato un po’ adesso delle informazioni sparse: ceramica toscana, romana, etrusca, eccetera, eccetera. Ora faresti una piccola parentesi, storica, non so, decidi tu l’approccio da avere a questa parentesi, per parlarci brevemente proprio delle caratteristiche della ceramica italiana in generale. Come la descriveresti? Come racconteresti questa ceramica italiana?
ANDREA: E beh, è una bella domanda questa, perché allora, la ceramica italiana è molto vasta, quindi non si può, come dire, parlare di un tipo solo di ceramica italiana. Ogni regione ha le sue caratteristiche ben precise e le sue scuole d’arte ben precise. Parlavamo prima di stili, l’Italia è veramente, come ti posso dire..
SIMONA: Un crogiuolo di stili..
ANDREA: ..un crogiuolo di stili, perché comunque la ceramica è un’arte antichissima che si è evoluta con l’uomo. E quindi, diciamo che le regioni italiane hanno poi, come dire, assimilato anche le influenze che nella storia sono venute a contatto, quindi se si parla della ceramica nel sud Italia troverete tanto colore, diciamo tutto quello che viene dall’influenza anche araba a volte..
SIMONA: Certo, certo.
ANDREA: Per cui, quando io penso alla ceramica del Sud Italia, ecco, se parlo della Sicilia vedo i mori classici..
SIMONA: Classico! Anche da noi sono molto usati in Puglia i mori.
ANDREA: ..i mori, insomma. Quindi, voglio dire, se parlo della Puglia, parlo della ceramica di Grottaglie, quindi che ha un’influenza sicuramente anche greca, tutto quello che era la parte della Magna Grecia.
SIMONA: Certo.
ANDREA: Una ceramica molto più vivace e colorata, proprio molto mediterranea.
SIMONA: Molto mediterranea, sì, sì, sì.
ANDREA: Non so, quindi i colori, i turchesi, i gialli, i limoni, insomma tutto quello che rappresenta il posto ovviamente.
SIMONA: Certo, certo.
ANDREA: E cosa che non trovi al nord, al nord Italia.
SIMONA: Non c’è questa componente mediterranea, ok.
ANDREA: Non c’è questa componente forte mediterranea, ma già ci avviciniamo più ai paesi nordici, quindi puoi trovare ecco già lì più un gres…per esempio, ora mi viene in mente il Piemonte, perché io sono adesso con un pezzo su in esposizione a una mostra internazionale. Ecco, su è famosissima la ceramica che veniva utilizzata per fare le stufe in ceramica.
SIMONA: Addirittura.
ANDREA: Hai presente?
SIMONA: No!
ANDREA: Perché quando si parla di ceramica uno pensa ai vasi e basta.
SIMONA: Certo!
ANDREA: Ma la ceramica, cioè..
SIMONA: Puoi farci tutto!
ANDREA: Puoi farci tutto!
<RISATE>
SIMONA: Stufe, proprio per riscaldare!
ANDREA: Stufe di ceramica famosissime di Castellamonte. Cioè e ancora oggi vengono inseriti anche in ambienti moderni, perché..però ecco, cioè capisci che non puoi mai pensare magari che in Sicilia si pensino di fare delle stufe..
SIMONA: No, assolutamente!
ANDREA: ..mentre invece al Nord, dove c’è freddo..
SIMONA: ..si fa la stufa
ANDREA: ..magari si fa anche la stufa, stufe artistiche ti parlo (RIDE)
SIMONA: Non sapevo!
ANDREA: Questo magari..però ecco per dirti che è molto varia, poi, ovviamente, ogni regione italiana veramente ha il suo capoluogo di ceramica.
SIMONA: Ok, ok.
ANDREA: Che ne so, in Campania c’è Vietri, Vietri sul Mare, quindi anche lì tutta una ceramica molto colorata e sempre questa frutta, i pesci, cioè tutto quello che..come invece, per esempio, in Toscana, che siamo legati ai Della Robbia, c’è più una ceramica rinascimentale magari, non so se hai presente. Nelle Marche c’è molto lo stile raffaellesco, perché comunque vuol dire Urbino..
SIMONA: Certo, certamente!
ANDREA: Tutta quella tradizione di ceramiche molto raffinate, con tutti questi decori e con tutte queste scene istoriate si chiamano, ceramiche dove venivano raccontate le storie all’interno di un piatto.
SIMONA: Certo, certamente.
ANDREA: Poi sai, si può parlare di ceramica di uso comune, quindi che possono essere stoviglie, piatti..e però ceramica che serve anche per l’arredamento..
SIMONA: Certo, decorativa e funzionale.
ANDREA: Decorativa e funzionale
SIMONA: Ok.
ANDREA: Quindi diciamo gli stili poi cambiano, quello sì. In Umbria per esempio c’è Deruta, che è un grande centro di produzione ceramica con il suo stile, con il tipo di decorazione, con il drago colorato. Però ecco, se poi dopo penso alla ceramica ligure, per esempio, anche lì c’è una grande tradizione, soprattutto lì si sono diciamo molto sviluppati nel periodo, non so se hai presente il futurismo italiano, la corrente..
SIMONA: Sì, certo, Boccioni e tutti quelli..
ANDREA: Tutti quelli lì, che per un periodo, non so, forse frequentavano..e ci sono molte opere.. si sono avvicinati..
SIMONA: ..al futurismo.
ANDREA: ..questa ceramica, quindi c’è stato..
SIMONA: ..questo incontro.
ANDREA: Cioè, quindi ogni, ogni regione ha il suo..per poi arrivare, diciamo, alla capitale della ceramica in Italia, che io posso dirti che è Faenza, famosa in tutto il mondo..
SIMONA: Faenza, ok non sapevo questa. Perché capitale della ceramica?
ANDREA: Perché? Perché Faenza ha avuto una grande produzione, una grande produzione soprattutto di maioliche molto belle, che sono state esportate in tutto il mondo.
SIMONA: Ok.
ANDREA: Se tu pensi per esempio che a volte quando vai nei musei e trovi della ceramica egiziana, la chiamano faenza egizia.
SIMONA: Davvero?
ANDREA: faience la chiamano. Perché? Perché, ovviamente, quando i primi archeologi hanno, hanno..sono andati dentro le tombe e hanno trovato questi begli oggetti smaltati tutti decorati, con questi turchesi, questi colori così belli, li accostavano alla ceramica italiana dell’epoca, che era famosa.
SIMONA: Ok, ho capito, ho capito.
ANDREA: Anzi, loro si meravigliamo che già lo facevano gli egiziani di vetrificare gli oggetti. Guarda là quanto erano avanti!
SIMONA: Ho capito, ho capito, quindi..
ANDREA: Quindi diciamo ho dato una carrellata però, cioè, qualsiasi regione ha il suo..
SIMONA: Ha la sua caratteristica.
ANDREA: Quindi io che ti potrei dire? Adesso la ceramica italiana, se lo dovessi dire, cioè è comunque una ceramica molto tradizionale, nel senso che ogni regione diciamo porta avanti la sua tradizione al momento.
SIMONA: Ecco quindi, come dire, la ceramica assorbe il territorio, i suoi colori, i suoi odori, il suo cibo, tutti i sensi del territorio e anche le caratteristiche.
ANDREA: Io credo che si sposa molto con il territorio.
SIMONA: Con il territorio, ok, non è un’arte, come dire, che è uguale dappertutto, ma..ok,ok.
ANDREA: No, assolutamente, assolutamente. Poi vabbè oggi è un po’ tutto uguale dappertutto, perché purtroppo la globalizzazione ci sta un po’ penalizzando in questo (RIDE).
SIMONA: Dicevo, anche per quanto riguarda la ceramica, ti accorgi quando sei in un negozio dove i pezzi sono creati in serie e dove invece c’è la mano dell’artista dietro questi pezzi, si vede, si vede, quando entri nei negozi..
ANDREA: Beh sì, si vede, è inevitabile.
SIMONA: La vedi la differenza.
ANDREA: Cioè allora, quello che mi dispiace è che io la vedo perché forse sono anche del settore. Quello che mi dispiace è che a volte oggigiorno la gente non è più educata a guardare.
SIMONA: A riconoscere tu dici?
ANDREA: A riconoscere, sì. E la paura è che si perda proprio questa.
SIMONA. La capacità di riconoscere.
ANDREA: Questo, si questa caratteristica.
SIMONA: Riconoscere cosa?
ANDREA: Riconoscere quando un pezzo è prettamente artistico e artigianale, quindi fatto a mano da un artigiano che crea dalla terra, quando invece è fatto dall’industria.
SIMONA: In serie, uguale a tanti altri. Certo, certamente.
ANDREA: Penso che sia il problema un po’ comune a tutti, non solo la ceramica..
SIMONA: In tutti i settori diciamo, certo.
ANDREA: ..ma in tutti i settori artigianali. Purtroppo credo che sia un grande danno questo.
SIMONA: Va bene.
ANDREA: Non so, insomma., speriamo.. (RIDE).
SIMONA: Ora, quindi..torneremo anche su questo concetto, assolutamente, con le ultime domande che ti farò. Adesso invece ti chiedo..abbiamo detto, la ceramica toscana. Brevemente quindi, dicci un po’ le caratteristiche principali..abbiamo visto la ceramica di tutta Italia. Focus sulla ceramica Toscana, brevemente.
ANDREA: Allora, quando si parla di ceramica toscana mi viene da pensare come centro ceramico di maggior produzione Montelupo, quindi la zona vicino a Firenze e il Senese, se tu la vuoi caratterizzare proprio con uno stile ben preciso, come ti dicevo prima. Montelupo comunque è il centro ceramico per eccellenza. Lì si fa una ceramica medievale rinascimentale insomma, che come ti dicevo prima, ha influenza proprio dal periodo mediceo, insomma classico, e quindi tutta quella che è la produzione dei Della Robbia. Nel senese c’è questa caratteristica di questa ceramica rustica, lasciata grezza, con questa terra particolare che si chiama galestro, che è una terra apposta perché resiste anche alle basse temperature.
SIMONA: Ok.
ANDREA: Quindi questi orci, queste cose, questi vasi da fiori, anche molto belli, anche raffinati, non solo il vaso da fiore semplice..che ha queste caratteristiche particolari, che resiste quindi alle basse temperature, quindi insomma.. e ci sono molti artisti molto bravi, che, ecco, lavorano questo tipo di ceramica e fanno questo tipo di lavorazione. Poi, però, io mi soffermerei anche sulla porcellana toscana.
SIMONA: Porcellana toscana.
ANDREA: Perché? Perché toscana? Perché forse tu avrai sentito parlare della Ginori.
SIMONA: Gi…No, purtroppo no. Ginori (RIDE).
ANDREA: Ginori è un’antica manifattura toscana molto famosa, perché faceva delle porcellane molto raffinate, nata comunque in epoca rinascimentale in cui.. sono stati i primi che hanno cercato di riprodurre la porcellana che veniva dall’Oriente…tu sai che la porcellana non veniva..
SIMONA: Certo, China..
ANDREA: China.
SIMONA: Dalla Cina, certo. Era un prodotto molto pregiato, che qua non si conosceva all’epoca.
SIMONA: Certo!
ANDREA: Avere una tazza di porcellana era come avere un tesoro.
SIMONA: Certamente. Distinzione sociale anche..
ANDREA: Ecco, una distinzione sociale, insomma ecco. Si pensava, anzi, addirittura che bere su una tazza di porcellana annullasse eventuali avvelenamenti.
(RISATE)
ANDREA: Tutte ‘ste cose strane..
SIMONA: Aveva poteri magici la porcellana.
ANDREA: Sai, i mercanti che da Venezia portavano queste porcellane così raffinate, così belle, in Italia non c’erano. Quindi sono stati i primi a cercare di riprodurre questo tipo..
SIMONA: Ok, Ginori..
ANDREA: La produzione Ginori, infatti, poi si è specializzata nel produrre nel tempo porcellane molto raffinate, quindi destinate sicuramente a re, regine, nobili e insomma..e hanno avuto..veramente erano molto famose. Adesso, cioè, è chiusa..
SIMONA: Ah, ok, quindi non..infatti ti stavo chiedendo..
ANDREA: C’è un bellissimo museo..
ANDREA: Ah. E dov’è questo? Mi ricordi la città?
ANDREA: Sesto Fiorentino, Osmannoro..
SIMONA: Quindi qui vicino, Sesto Fiorentino, vicino a Firenze..
ANDREA: Possiamo dire Firenze, anche se subito fuori..
SIMONA: Ma quindi c’è proprio un museo dove c’era la fabbrica, prima c’era la fabbrica Ginori? Wow!
ANDREA: Tu ti puoi immaginare tutti questi piatti col rigoro, tutti raffinati, poi facevano anche la produzione di statue e statuette, insomma la porcellana.
SIMONA: La porcellana di quel tipo..ok, ho capito, ho capito.
ANDREA: Quindi, ecco, se ti potessi parlare io personalmente di ceramica toscana, ti citerei queste come massima..
SIMONA: Quindi i Della Robbia, questo stile qui, questa un po’ più rustica, di quella terra che mi dicevi..
ANDREA: Questo galestro..
SIMONA: E questo Ginori..certo.
ANDREA: Questo Ginori, questa produzione della Ginori..e Montelupo.
SIMONA: Quindi funzionale, decorativa e religiosa..
ANDREA: E Montelupo,
SIMONA: ok..quindi dicevo, funzionale, decorativa e religiosa, anche perché Della Robbia è principalmente religiosa anche, tutte queste madonne che trovi soprattutto a Firenze..
ANDREA: Firenze, ma anche..
SIMONA: ..è pieno!
ANDREA: Ma anche il territorio aretino..
SIMONA: Anche qui ne ho viste tante, sono riconoscibili..
ANDREA: ..Casentino, La Verna per esempio, c’è tanti di questa produzione.
SIMONA: Di questi Della Robbia. Va bene, ok!
ANDREA: Ti potrei dire questi.
SIMONA: Perfetto, grazie!
ANDREA: Poi vabbè ci sono tanti artigiani come me che lavorano, che hanno il suo stile..
SIMONA: Più specifico..
ANDREA: Poi sai, come ti dicevo prima, ispirato molto al territorio, quindi si parla di paesaggi toscani, quindi..
SIMONA: Eccola..
<RISATE>
ANDREA: Eccola! ..il cipresso, l’olivo, insomma
SIMONA: La ceramica che assorbe di nuovo il territorio, tutti i 5 sensi del territorio. Perfetto. Ma quindi, tornando un attimino adesso al discorso di prima no, dell’occhio che non è più abituato a guardare in un certo modo. Perché secondo te, per riprendere questo argomento, è importante comprare da artisti come te, da artigiani come te? Perché è importante alimentare questo tipo di mercato.
ANDREA: Beh, allora, secondo me è importante perché se no..
SIMONA: (RISATE) Non si magna!
ANDREA: Non se magna, non se lavora!
SIMONA: Banalmente!
ANDREA: Perché diciamo che l’Italia è famosa per l’arte, per la cultura, per il turismo.
SIMONA: Certo!
ANDREA: Quindi io credo che anche un turista che viene in Toscana ha voglia di comprarsi cioè un prodotto tipico..
SIMONA: Del territorio, certo..
ANDREA: ..del territorio. Perché se tu fosse tutta uguale e tutta in serie si perderebbe tutto quello che è la nostra tradizione insomma, le nostre radici, questo è importante, non far morire le piccole botteghe perché sono quelle che in passato hanno fatto grande il made in Italy, ok? Quindi ci vuole di alimentare questa creatività, da tramandare..
SIMONA: Da tramandare..ma quindi ci vuole per l’artigiano, ma ci vuole anche per il compratore, allenarsi a questo tipo di, come dire, di consumo.
ANDREA: ci vuole per il paese proprio anche secondo me.
SIMONA: Ma perché? Da artista, perché?
ANDREA: Beh perché come ti dicevo prima, l’Italia è famosa per il made in Italy, cioè, se si appiattisce tutto e si perdono queste maestranze che possono anche tramandare ecco il lavoro, cioè..io credo che chi viene in Italia ha voglia di comprare un made in Italy poi, il prodotto..perché se no, qual è il punto?
SIMONA: Ok, ho capito.
ANDREA Cioè quello che è la nostra arte..noi diciamo siamo, come dire, gli eredi dei grandi ceramisti come i Della Robbia o in altre, cioè, capito? Cioè noi portiamo avanti, penso, la tradizione italiana..
SIMONA: Questa tradizione, certamente..
ANDREA: Se no, se tutto è dato all’industria, al design e basta, abbiamo solamente una produzione seriale..
SIMONA; Certo.
ANDREA: Perché poi non abbiamo il pezzo unico. Cioè tu sei venuta da me perché volevi una cosa tua particolare..
SIMONA: Esattamente, per quella persona, creata per quella persona, certo.
ANDREA: Cioè se devi venire in negozio e vai e compri puoi comprare dei pezzi bellissimi, ma non c’è quello che vuoi tu, forse..
SIMONA: Certo, non c’è il lavoro dietro, non c’è la mano dell’artista, non c’è la mia idea, il mio pensiero per la persona anche, il pensiero che io ho avuto. Tipo, questi lavori che adesso ti ho chiesto di fare no, per..
ANDREA: Sì, che poi magari sono anche lavoretti però cioè capisci? Cioè se finisce il piccolo artigiano chi te li fa?
SIMONA: Esattamente, chi te li fa? Esatto, esattamente. è molto più semplice andare in un negozio, “Ok, prendo quello, prendo quello, prendo quello, fine”.
ANDREA: Ma poi alla fine è quello che è 100 pezzi di quello tutto uguale.
SIMONA: Tutto uguale, esattamente. Quindi, importante comprare dagli artisti locali, sia per gli artisti, certamente, gli artigiani, ma anche per il consumatore, per allenarsi a, come dicevamo, a riconoscere la bellezza nelle cose, semplicemente, e non le cose in serie. Benissimo, Andrea, io guarda ti ringrazio, è stata una bella chiacchierata, sì, sì, sì, mi hai fatto conoscere tante belle cose, quindi ti ringrazio!
ANDREA: Se poi hai altre domande, se i tuoi alunni..
ANDREA: Certamente, se hanno delle domande possono farle nei commenti, assolutamente, poi io..
ANDREA: E io sarò a disposizione!
SIMONA: Benissimo, io scriverò ad Andrea, poi risponderò ai vostri commenti, e mi raccomando, se venite ad Arezzo, ceramiche d’artista, Andrea Roggi, mi raccomando venite qui perché i suoi pezzi sono meravigliosi. Ovviamente questa sarà una video conversazione, quindi se andate sul canale YouTube io caricherò il video della Bottega di Andrea, dei suoi lavori, così potrete vedere effettivamente di cosa stiamo parlando. Quindi, niente Andrea, io ti ringrazio di questa chiacchierata. Ti auguro una splendida giornata e tanta fortuna con la tua attività.
ANDREA: Grazie a te, e grazie mille. Ciao a tutti!
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