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LERNILANGO

Diario di un’insegnante – Settimana 148

Trascrizione

Caro diario,

che settimana questa, incredibile, piena di cose positive e negative: ho l’impressione che questa settimana sia durata un mese per quanto è stata densa, piena non solo di lavoro ma soprattutto di incontri e scontri con altri esseri umani.

Ti parlerò, oggi, proprio di uno di questi incontri, tra i più belli che ho fatto questa settimana, e cioè l’incontro con Raffaella Carrà, un’icona della televisione italiana.

Ovviamente non ho incontrato Raffaella Carrà dal vivo, primo perché è una persona famosa, secondo perché è morta da poco, e quindi proprio in seguito alla sua morte è stata creata una docu-serie sulla sua vita, su come Raffaella Pelloni (suo vero cognome) è diventata Raffaella Carrà (cognome d’arte). Proprio attraverso la visione dei tre episodi della serie, che consiglio vivamente a tutti di guardare, ho avuto il piacere di incontrare Raffaella Carrà.

Come ho già detto Raffaella Carrà è stata un’icona della televisione italiana, è stata una donna controcorrente, è stata una donna che nel pieno degli anni Settanta, anni in cui l’Italia era ancora profondamente all’antica, diciamo così, lei per la prima volta in questa Italia all’antica ha mostrato l’ombelico in televisione: che grande scandalo, su tutti i giornali italiani si gridava allo scandalo perché questa donna bellissima aveva scoperto in televisione l’ombelico scatenando le ire di tutti, chiesa cattolica, moralisti, conservatori. Raffaella credeva nella libertà, nella libertà di amore e di espressione, ballava, ballava come nessuno e si donava completamente al suo pubblico, infatti ho scoperto dal documentario che dopo ogni spettacolo perdeva 2 kg e quando poi la sera, stanchissima, tornava nel camerino, si metteva sul divano e collassava, sveniva di stanchezza perché poco prima sul palco si era data completamente. Per lei la cosa importante era intrattenere la gente, farle passare del tempo piacevole in sua compagnia, farla divertire, evadere per un po’ dalla vita quotidiana, per questo i suoi spettacoli erano grandiosi, luminosi, pieni di colori, di costumi, di scenografie che non appartenevano a questo mondo, gli spettacoli di Raffaella erano veramente un momento di pausa da tutti i dolori della vita.

Ma non è di questo che voglio parlare in questa pagina in modo approfondito, perché per capire bene la portata della carriera di Raffaella bisogna guardare questo documentario.

Quello che mi ha colpito molto invece e di cui voglio parlare all’interno di questa pagina di diario riguarda altro.

Conoscendo meglio la storia di Raffaella ho scoperto che lei ci ha messo tantissimo tempo e soprattutto impegno per diventare famosa, è stata rifiutata e ha fallito tantissime volte: voleva diventare una ballerina di danza classica ma non aveva il fisico giusto, quindi non ha potuto intraprendere questa carriera; per essere attrice di cinema, perché Raffaella è andata anche a Hollywood, il suo corpo non era adatto ai film, neanche il suo naso, quindi ha dovuto lasciare anche il mondo del cinema. Insomma, ne ha provate tante prima di diventare una donna di successo.

Non so come spiegare bene quello che mi ha colpito della sua storia, perché è un po’ un messaggio ovvio, no, quello del “dobbiamo lavorare, dobbiamo impegnarci per raggiungere certi obiettivi”, e diciamo che questo è ovvio nella storia di Raffaella: impegnati e otterrai ciò che vuoi, benissimo.

Ma quello che mi ha colpito è il modo in cui spesso si guarda alle persone di successo: sono lì, in televisione, sui giornali, sui social, sempre davanti ai nostri occhi, e si può avere l’idea sbagliata che siano lì da sempre no, che ad un certo punto una grande mano gigante calata dal cielo abbia preso queste persone, le abbia messe dietro uno schermo, in televisione, su un social network, su un giornale eccetera, e abbia detto “adesso tu sarai famoso”, come se il fatto che queste persone sono famose sia un evento, quando invece non è così, cioè questa gente non è sempre stata famosa, alle spalle di questo successo c’è altro, c’è cioè un processo che è un processo lento, difficile e faticoso che le ha portate al successo.

Questa è una cosa che noto spesso anche in chi apprende la lingua italiana, noto che si guarda soprattutto a chi parla fluentemente proprio come spesso si guarda alle persone di successo, si ha cioè l’impressione che questa gente sia fluente da sempre, ma è questo il punto, così come il successo, la fluenza non è un evento, la morte è un evento, la nascita è un evento, il successo e nel nostro caso qui l’apprendimento linguistico è un processo. Per me è sempre esistita Raffaella Carrà la donna di spettacolo, di successo, ma mai neanche per una volta prima di aver guardato questo documentario ho realizzato che dietro Raffaella Carrà c’è Raffaella Pelloni, il suo vero nome, una ragazza dell’Emilia-Romagna che in tanti anni impegnandosi tanto, lavorando tanto è diventata Raffaella Carrà, è diventata Raffaella Carrà dopo un lungo processo.

Chissà se realizzare questa cosa possa servire anche nell’apprendimento linguistico, magari per avere finalmente l’atteggiamento giusto per non arrendersi, per continuare, ma soprattutto per migliorare veramente.

Sarà che siamo abituati, ormai, ad avere tutto e subito davanti agli occhi con questi social, tutto e subito sotto forma di immagini piatte, e proprio per questo forse ci siamo dimenticati dello spessore della vita, della durata del tempo.

Vedremo, cosa avranno da dire i miei studenti a riguardo.

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