Caro diario,
lo scorso fine settimana ho partecipato a un evento a cui volevo partecipare da tanto tempo, perché sapevo che sarebbe stato molto decisivo, importante, fondamentale, non so di preciso quale parola utilizzare. Comunque sentivo che era la cosa giusta da fare nel mio processo di crescita personale e di aumento della consapevolezza di me stessa. Ho partecipato, la scorsa settimana, a una sessione di gruppo di costellazioni familiari. Brevemente, per chi non conosce questa pratica, le costellazioni familiari sono delle sessioni di psicoterapia di gruppo molto potenti. Io ero un po’ scettica all’inizio, ma dopo ciò che ho vissuto la scorsa settimana riconosco la potenza di questa pratica e sono molto grata di aver partecipato.Comunque, durante questi due giorni di costellazioni familiari ho scritto molto, ho preso molti appunti, e la frase che più mi è rimasta impressa è stata la seguente: “Se non ti fai carico della tua ferita, tutti la possono attivare”. Tutti, inevitabilmente, cresciamo sviluppando delle ferite emotive e psicologiche. Per alcuni queste ferite sono enormi, pesantissime; per altri, hanno un peso più moderato, ma comunque sono importanti e conoscere queste ferite significa diventare consapevoli, diventare adulti consapevoli e sapere che, in determinate situazioni, possiamo reagire in un certo modo: possiamo sentirci in pericolo, possiamo sentirci vulnerabili, possiamo avere paura, possiamo sentirci derisi, ridicolizzati, possiamo sentirci abbandonati e, quindi, rispondere a questa sensazione in modi diversi.Molte cose che succedono nella mia vita, nel mio percorso personale, sono delle occasioni di riflessione importante anche nell’ambito del mio lavoro, quindi nel mio lavoro di insegnante e questa frase, secondo me, è molto importante anche nel percorso di apprendimento di una lingua straniera. Cerchiamo di vedere perché. “Se non ti fai carico della tua ferita, tutti la possono attivare.” Quale può essere una ferita nell’ambito dell’apprendimento linguistico? Può essere una ferita legata a quando andavamo a scuola, per esempio. Forse abbiamo avuto un insegnante che ci ha umiliati; forse abbiamo avuto dei genitori troppo esigenti; forse abbiamo vissuto male gli anni della scuola e dello studio; forse non ci siamo sentiti capaci perché l’insegnante non è stato in grado di trovare il metodo di studio adatto a noi; forse avevamo dei problemi di apprendimento, dei bisogni speciali di apprendimento, e gli insegnanti, tanto tempo fa, non se ne sono accorti, perché comunque in passato non c’era la stessa sensibilità e la stessa consapevolezza che ci sono ora nell’ambito dell’apprendimento. Quindi le ferite possono essere di varia natura, perché tutti siamo stati studenti in passato. Quindi è molto importante, secondo me, analizzare la propria storia da studenti e capire se in passato ci sono stati degli episodi che hanno lasciato un segno dentro di noi.Perché è importante capirlo? Perché immaginiamo questa situazione di questa studentessa ipotetica che oggi chiameremo Lucia, la chiameremo Lucia. Lucia, quando era piccola, ha subito una forte umiliazione a scuola, perché un giorno ha fatto male un compito. La maestra l’ha fatta alzare dal suo banco, l’ha fatta mettere di fronte a tutti e l’ha umiliata pubblicamente per quello che aveva scritto, in modo tale che Lucia potesse essere di esempio per gli altri. Dopo quell’episodio, Lucia si è sentita umiliata, si è sentita incapace, si è sentita inferiore rispetto agli altri e questa umiliazione ha determinato il suo intero rapporto con lo studio. Quindi, da quel momento in poi, Lucia ha creduto di essere incapace. Ha lasciato la scuola, ha lasciato lo studio, perché per lei era meglio abbandonare tutto piuttosto che rischiare di nuovo di subire quell’umiliazione. Questa è la ferita di Lucia, e poiché Lucia ha ignorato la sua ferita si è tolta anche la possibilità di analizzare questa ferita dell’umiliazione e si è negata la grande possibilità di continuare a studiare, perché non voleva più rischiare di sentire quella profonda umiliazione. Allora ha lasciato perdere per sempre lo studio, dicendosi: “Io non sono una brava studentessa, non sono brava, non sono capace, non so studiare.”Ma immaginiamo un’altra studentessa, nei panni di Lucia. Questa studentessa la chiameremo Rosa. Anche Rosa, come Lucia, ha subito questa forte umiliazione quando era piccola. Però, invece che abbandonare tutto come Lucia, ha trasformato l’umiliazione in rabbia e non ha permesso a nessuno, da quel momento in poi, di correggerla. Tutte le volte che qualcuno, da quel momento in poi, la correggeva, Rosa diventava aggressiva e non accettava le correzioni degli altri. Ha continuato a studiare, ma si è negata la possibilità di poter crescere attraverso le correzioni dell’insegnante, attraverso il supporto dell’insegnante, attraverso il supporto di un professionista. Rosa è sempre sulla difensiva, risponde male ogni volta che qualcuno la corregge e crede che questa persona la sta correggendo con l’obiettivo di umiliarla.Stessa situazione, due reazioni diverse. Qual è il punto di tutto ciò? Il punto di tutto ciò è che né Lucia né Rosa si sono fatte carico della loro ferita dell’umiliazione, in modo tale da vederla, innanzitutto, e poi trasformarla in un atteggiamento proattivo nei confronti dello studio. Quindi, farsi carico della propria ferita significa questo: significa vedere la nostra storia come studenti e studentesse. Cosa mi è capitato quando ero piccola e stavo crescendo nel mio percorso di studi? Quali sono le mie fragilità emotive? Perché reagisco in certi modi in determinate situazioni? Se conosco, divento consapevole, mi faccio carico e, da quel momento in poi, non limito più il mio percorso di studi, ma lo affronto con un atteggiamento giusto e lo rendo efficace. Quindi, se io divento consapevole di questa ferita, tutte le volte che questa ferita si riattiverà io saprò vederla, analizzarla e trasformarla in qualcosa di positivo per me stessa, e non più subirla, come fanno le nostre Lucia e Rosa.Perché se non siamo consapevoli delle nostre ferite, anche nell’apprendimento, tutti le possono attivare e il modo in cui ci sentiamo non è nelle nostre mani, ma è nelle mani degli altri. Se invece lo sappiamo, decidiamo noi come sentirci nel momento in cui la ferita si riattiva e decidiamo noi come trasformare il sentimento negativo legato a questa ferita. Quando dico che dietro l’apprendimento linguistico ci sono tante cose, tra cui fattori psicologici, emotivi, eccetera eccetera, intendo proprio questo.Alla prossima, caro diario.