Caro diario,
che spossatezza, che mal di testa, come sono pesanti i miei occhi. La primavera è qui e, come ogni anno, il mio corpo la sente e rallenta, la mia capacità di concentrarmi diminuisce, le mie energie diminuiscono, la mia creatività entra in letargo per un po’, la parte introversa del mio carattere prende il sopravvento ed inizio a passare tanto tempo da sola e in silenzio: passeggiate all’alba quando non c’è nessuno in giro, giri in bici dopo cena, la sera, sul tardi, quando il traffico diminuisce.
Ormai ho imparato ad ascoltare il mio corpo e a riconoscere le sue varie fasi, ad ascoltarle, ad assecondarle e a impostare il mio lavoro in base ad esse: non è sempre facile gestire i cambiamenti del corpo e della mente ma cerco di essere quanto più attenta possibile, cerco di ascoltarmi quanto più possibile per capire perché in quel determinato momento non mi va di fare una certa cosa o non riesco a fare una certa cosa. Ci sono dei giorni in cui, ad esempio, non riesco a stare dietro alla telecamera per registrare i video, non ci riesco per niente, non riesco a parlare, non riesco a spiegare, mi blocco, insomma.
Quando ho iniziato il mio percorso di content creator questi momenti mi facevano demoralizzare tantissimo perché credevo di non essere brava abbastanza per poterlo fare, “se non mi riesce è perché non sono capace” pensavo. Con il passare del tempo ovviamente mi sono ricreduta, e mi sono invece accorta che si tratta di fasi, di periodi mensili e annuali. Ci sono momenti durante il mese in cui non riesco a lavorare bene, altri invece in cui sono al massimo delle mie energie e potenzialità e queste fasi sono ovviamente legate al mio corpo e al suo benessere oltre che alla quantità di impegni e scadenze lavorative. Se prima mi demoralizzavo e pensavo di mollare tutto, adesso mi ascolto e cerco di capire qual è il problema: se un giorno non riesco non è perché sono incapace, ma perché o sono in una fase in cui le energie diminuiscono o la parte introversa del mio carattere viene a galla e mi fa desiderare la solitudine, l’introspezione, il silenzio. Proprio in questi momenti non riesco a registrare video.
Osservando i dati del mio canale YouTube, osservando i miei studenti, mi accorgo che ci sono periodi in cui si studia di più e altri in cui si studia di meno: aprile, agosto e dicembre sono i mesi di maggiore silenzio e di minore studio, sono i mesi in cui si è più stanchi e meno motivati, sono i mesi in cui si preferisce rallentare. Con questa pagina di diario, insomma, vorrei dire che è normale che lo studio proceda per fasi, è normale che ci siano periodi intensi e produttivi e periodi morti, senza risultati.
Se i miei studenti mi stessero ascoltando direi loro di iniziare ad ascoltarsi, di guardare al passato e di cercare di capire quali sono i momenti in cui studiano meglio e quelli in cui studiano peggio, i momenti del giorno, i momenti della settimana, del mese e dell’anno. Procedere a fasi è normalissimo e naturalissimo, dunque non bisogna pretendere sempre il massimo da sé stessi perché è fisicamente impossibile ottenerlo sempre. Lo studio procede per alti e bassi, per salite e discese, per risultati e immobilità: non mollate solo perché in un periodo non riuscite a studiare, riposatevi, fate delle belle passeggiate all’alba e poi ricominciate.
Bene caro diario, anche oggi ho concluso.
Ci sentiamo alla prossima!