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LERNILANGO

Diario di un’insegnante – Settimana 176

Caro diario,

sono una maniaca del controllo, lo ammetto, lo dico ad alta voce, e come maniaca del controllo riconosco di avere i seguenti atteggiamento e tratti.

Sono una perfezionista, ho standard molto elevati e spesso irrealistici per me stessa e per gli altri. Tendo a controllare ogni piccolo dettaglio. Ho problemi a delegare compiti ad altri perché non mi fido che qualcuno possa fare il lavoro altrettanto bene. Sono spesso preoccupata e ansiosa riguardo a come le cose verranno fatte e se saranno fatte correttamente. Ho un forte bisogno di prevedibilità e ordine, e posso diventare molto stressata o irritabile quando le cose non vanno come previsto. Ho difficoltà a tollerare l’incertezza o l’ambiguità, e cerco di controllare le situazioni per minimizzare l’imprevedibilità. Preferisco fare le cose da sola piuttosto che rischiare che altri non soddisfino i miei standard. Ho una visione molto rigida di come le cose dovrebbero essere fatte e sono poco flessibile nell’accettare approcci diversi. Pianifico meticolosamente ogni dettaglio delle mie attività future, lasciando poco spazio all’improvvisazione.

Quest’anno però, nel mio percorso di crescita personale e professionale, ho cercato di allentare la presa sulle cose, perché il modo in cui mi approccio alle cose è innaturale ma anche un po’ presuntuoso.  L’aggettivo “presuntuoso” deriva dal verbo “presumere”. Presumere significa essere temerari dal punto di vista intellettuale, la presunzione è una temerarietà intellettuale, in altre parole presumere significa spingere la mente al di sopra dei limiti del possibile. Se ci fermiamo a riflettere è una cosa che ha portato l’evoluzione e tante altre scoperte magnifiche che hanno migliorato le condizioni di vita di noi esseri umani. Se Prometeo non fosse stato presuntuoso, gli esseri umani non avrebbero avuto il fuoco. Se molti scienziati e scienziate non fossero stati presuntuosi non avremmo avuto la penicillina, l’elettricità, gli antibiotici eccetera eccetera. Insomma, la presunzione non è sempre una cosa negativa, è anche una cosa negativa. La presunzione fa evolvere e distruggere, e si potrebbero citare molti esempi di uomini e donne presuntuosi che hanno rovinato il mondo e l’umanità.

Qual è il punto di tutto ciò, caro diario? Il punto è che servono dei limiti ben precisi ed è importante saperli riconoscere, anche nel campo dell’apprendimento linguistico. Uno studio meticoloso va bene, ma va anche male. L’ossessione per i dettagli può essere positiva, ma anche negativa. Voler trovare a tutti i costi una spiegazione, non iniziare a parlare fino a quando non si ha un controllo completo su tutto, non iniziare a scrivere se prima non si sono imparate almeno 200 parole (questa è una storia vera di un mio ex studente che non voleva scrivere perché ancora non aveva imparato 200 parole): tutte queste cose vanno bene e vanno male, sono cose presuntuose in senso positivo e negativo. Equilibrio dunque, capacità di capire se si sta esagerando o meno e se si stanno superando o meno certi limiti. La lingua, ricordiamolo, è un essere vivente, come un essere umano, una pianta o un animale, e come essere vivente ha il diritto di essere approcciata con rispetto e non con presunzione. La lingua, come ogni altro essere vivente, è tutto tranne che controllabile. Ascoltiamola, accogliamola, rispettiamola, lasciamola fluire dentro di noi con l’ascolto e la lettura, proviamo a lasciarla andare fuori dalla nostra bocca e dalla nostra penna senza troppe pretese di controllo. Studiamola, certo, come la biologia studia e descrive gli organismi viventi, ma non mettiamola in gabbia per padroneggiarla, cerchiamo di non essere troppo presuntuosi (in senso negativo) nei suoi confronti. Limiti, la parola della settimana è questa: riconosciamo i limiti della nostra presunzione di controllo nei confronti di un organismo vivente come la lingua.

Alla prossima, caro diario.

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