Trascrizione
Caro Diario, questa è la prima pagina che scrivo quest’anno, e sono felice di aver deciso di iniziare questo progetto che ho chiamato “diario di un’insegnante”. È importante per me parlare del mio lavoro, riflettere sul mio lavoro su queste pagine di diario, ma soprattutto è importante che i miei studenti e le mie studentesse mi ascoltino perché loro mi vedono come un’insegnante che insegna e non sanno sempre quello che provo e penso. Credo molto, caro diario, nel potere della condivisione dei propri sentimenti. Esprimere i propri sentimenti e condividere le proprie riflessioni avvicina gli esseri umani tra loro, rende la comunicazione più efficace, e Dio solo sa quanto sia importante comunicare soprattutto in questi tempi orribili di guerra e conflitti. Ancora più importante è comunicare tra persone che vengono da culture diverse, perché quando la cultura di partenza è diversa nella comunicazione ci possono essere tanti fraintendimenti.
Quindi inizio, quest’anno, con la mia prima pagina, parlando dell’inizio dell’anno accademico. Ho iniziato i miei corsi individuali e un corso di gruppo, alcuni studenti mi hanno scelta di nuovo come loro insegnante, e io sono molto grata della loro fiducia. Altri studenti, nuovi, sono arrivati, alcuni se ne sono andati. Io sono sempre molto triste quando qualcuno non studia più l’italiano a causa della vita e degli impegni, è un gran peccato non avere il tempo di fare ciò che si ama.
Invece, ciò che non mi rende triste per niente sono gli studenti che mollano a causa del loro atteggiamento sbagliato nei confronti dello studio di una lingua straniera.
Mollano perché vogliono tutto e subito, vogliono essere fluenti in tre mesi.
Mollano perché si fanno scoraggiare dalla grammatica, a volte basta anche solo un argomento che non capiscono bene a farli mollare, a farli arrendere.
Mollano perché credono che la causa del loro insuccesso sia io (probabile, non posso piacere a tutti né andare d’accordo con tutti).
Mollano perché si accorgono che è difficile, e volevano una cosa facile.
Mollano per timidezza, per poca fiducia in sé stessi.
E potrei elencarne tantissimi di motivi per cui si arrendono, questi sono i principali.
Non esistono formule magiche per imparare una lingua, non si può essere fluenti in tre mesi, va bene non capire un argomento grammaticale, non ricordarlo, la vita in generale non è facile, quindi perché l’apprendimento linguistico dovrebbe esserlo?
E in quanto a me, io sono una guida, un contenitore di informazioni grammaticali, insegno la lingua, insegno un metodo di studio, ascolto, supporto: se poi chi studia con me non si esercita, non pratica, non si impegna, io non posso fare niente con tutto ciò.
Ciò che fa davvero la differenza quando si studia è il lavoro individuale, la quantità di tempo che si dedica allo studio, la pratica scritta e parlata della lingua, l’ascolto, la lettura.
Vince chi è autonomo, io guido, insegno, condivido informazioni, ma non posso né parlare né scrivere al posto dei miei studenti.
Se oltre all’ora settimanale che passiamo insieme non fanno di più, io non posso intervenire.
Quindi caro diario, dagli insegnanti, dai maestri, bisogna capire il cosa e il come, ma insegnanti e maestri non possono fare le cose al posto nostro.
I miei studenti attuali questo lo sanno bene, quelli che ho perso forse non lo sapevano, e se avessi iniziato a scrivere prima questo diario molto probabilmente non avrebbero mollato.
Alla prossima, torno ad insegnare, cioè a fare la cosa che amo di più.