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#20: Scripts, Frames e Giochi di Ruolo.

Questo episodio di livello intermedio è il primo di una serie dedicata a scripts e frames, due concetti interessanti per l’apprendimento linguistico. In questo episodio vi spiego cosa sono e parlo di un’attività didattica legata a questi concetti: il role-play, il gioco di ruolo. Scopri di più su https://lernilango.com
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#20: Scripts, Frames e Giochi di Ruolo.
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Introduzione

Questo episodio di livello intermedio del nostro podcast è il primo di una serie dedicata a scripts e frames, due concetti interessanti per l’apprendimento linguistico. In questo episodio vi spiego cosa sono e parlo di un’attività didattica legata a questi concetti: il role-play, il gioco di ruolo. 

Trascrizione 

State ascoltando “imparare ad imparare”, una rubrica prodotta da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana. Per saperne di più e per leggere la trascrizione del podcast vienici a trovare su Lernilango.com.

Per adesso buon ascolto dell’episodio “Script, Frame e Giochi di Ruolo”.

Ciao a tutti e a tutte, bentornati e bentornate nella rubrica “imparare ad imparare”. 

Nell’episodio di oggi partirò da due esempi, e vorrei che mi seguiste nel ragionamento, perché voglio arrivare in modo induttivo a spiegarvi cosa sono script e frame.

Partiamo dunque, e voglio che immaginiate di aver assistito, nel corso della vostra vita, a due episodi diversi, caratterizzati entrambi dalla presenza di un uomo che grida per strada: nel primo episodio l’uomo è ferito, e grida per chiedere aiuto; nel secondo episodio l’uomo grida perché è affetto da disturbi mentali, dunque grida cose senza senso. Alla fine di questi due episodi, la vostra mente ha lavorato, e ha archiviato i due episodi in due file diversi: il primo si chiama ‘individuo che grida in strada: chiede aiuto’, il secondo file si chiama ‘individuo che grida in strada: affetto da disturbi mentali’. 

Immaginate dunque, adesso, di essere al bar, a bere un bel caffè, e ad un certo punto qualcuno grida. Vi spaventate, ovviamente, ma poi la vostra mente lavora e analizza questo uomo che grida. E sapete in base a cosa lo analizza? Lo fa in base ai due file che ha archiviato in passato quando voi per la prima volta avete assistito ai due episodi di uomini che gridavano. 

La mente, dunque, trovandosi di nuovo nella stessa situazione, analizza l’uomo che grida, confronta questo episodio con quelli archiviati, individua somiglianze e differenze con gli altri due file e poi arriva ad una conclusione per capire di quali dei due casi archiviati si tratta, se si tratta dunque di un uomo ferito o di un uomo affetto da disturbi mentali. 

Dunque la nostra mente fa esperienza di episodi, archivia questi episodi in file, usa questi file per interpretare altri episodi. Questi file si chiamano frames.

Ma continuiamo, e voglio che ora ripensiate a tutte le volte che siete andati al ristorante o avete preso l’autobus: in entrambi i casi avete svolto delle micro-azioni: entrare, chiedere se fosse libero un tavolo, sedersi, guardare il menù, ordinare, mangiare, pagare, andar via nel primo caso, salire, obliterare il biglietto, sedersi, scendere nel secondo caso. Astraendo da queste micro-azioni la vostra mente le ha rappresentate in copioni, e sono proprio questi copioni che ci permettono ogni volta che andiamo al ristorante o saliamo sul bus di riprodurre queste micro-azioni senza pensarci. Questi copioni si chiamano scripts.

Le ricerche fatte dai neuro-cognitivisti hanno dimostrato che immagazziniamo, nella nostra memoria, l’esperienza fatta sotto forma di script e frame: facciamo un’esperienza, astraiamo da essa e la rappresentiamo mentalmente (nella nostra memoria) nelle forme suddette, cioè in script e frame.

I frame sono delle cornici, dei quadri concettuali, gli script sono delle micro-sceneggiature: i primi riguardano oggetti statici, i secondi processi dinamici; attraverso i primi interpretiamo gli eventi, attraverso i secondi articoliamo gli eventi in sequenze; i primi si trovano nella memoria semantica, i secondi nella memoria episodica (ho parlato di queste due memorie nell’episodio precedente se ricordate).

Dunque, ogni nuova esperienza che facciamo viene interpretata in base alla sua conformità o difformità rispetto a script e frame diversi che abbiamo già archiviato nella nostra memoria. 

Ovviamente, script e frame non sono statici, non c’è un numero limitato di script e frame che la nostra memoria può archiviare: più facciamo esperienza e più ne archiviamo, aggiustando le vecchie informazioni con le nuove informazioni derivate dalla nuova esperienza fatta. Dunque, se mentre bevevo quel caffé la persona che gridava non era né un uomo ferito né un uomo affetto da disturbi mentali ma un manifestante contro il riscaldamento globale, avrei aggiunto un nuovo file intitolato ‘individuo che grida in strada: manifestante’. Avrei dunque accresciuto le mie conoscenze, aggiustato le conoscenze pregresse con nuove informazioni. 

Magari però i manifestanti non mi piacciono, allora decido di rifiutare questo accrescimento di informazioni, e allora inserisco manifestante nello stesso file di ‘individuo che grida: affetto da disturbi mentali’, e allora considererò quel manifestante un povero pazzo. Insomma, posso rifiutare di aumentare la mia conoscenza e limitarmi ai pochi frame che conosco. 

Oltre a quanto abbiamo già detto c’è da aggiungere che script e frame ci aiutano a prevedere ciò che succederà in un determinato contesto. Se sono al ristorante so prevedere quali saranno le micro-azioni da fare, da compiere: non mi aspetterò certo che qualcuno spunti da sotto il tavolo e si metta a sputare fuoco, insomma. Mi aspetterei questo al circo, forse. Lo so, è un esempio sciocco ma credo molto utile per spiegarvi il concetto della previsione che script e frame ci permettono di fare, ci permettono di compiere. 

Ma passiamo dunque all’apprendimento linguistico, poichè è ciò di cui questa rubrica si occupa. Capite che questi due concetti sono strettamente legati al linguaggio, perché ad esempio le micro-azioni possono essere non solo fisiche (come andare al ristorante) ma anche verbali (come ordinare del cibo). 

E quindi partiamo proprio dagli script. Se nella vostra vita avete frequentato un corso di lingua straniera, sicuramente, almeno una volta, avrete fatto l’attività del role-play. Ordinare al bar, chiedere informazioni in banca, ordinare al ristorante, eccetera eccetera eccetera. Io personalmente odiavo queste attività, perché erano finte, e quindi non riuscivo a farle bene. Molti miei studenti e molte mie studentesse lamentano la stessa cosa. Ho capito però adesso che sono un’insegnante che queste sono attività molto utili, che servono a memorizzare micro-azioni linguistiche da compiere in un determinato contesto, in modo da renderle automatiche con la pratica ogni volta che ci troveremo in futuro nella stessa situazione, nello stesso contesto.

E capite che è molto utile sapere cosa aspettarsi quando, all’estero, si ordina in lingua straniera al ristorante, ad esempio. 

Queste attività di role-play che si leggono nei manuali e si fanno in classe hanno però due limiti: il primo è che non sempre corrispondono a quello che nella realtà succede in questi contesti; il secondo è che non piacciono perché non sono situazioni reali, ma giochi di ruolo, appunto, simulati, e dunque la simulazione non sempre porta all’apprendimento. 

Ricordo la mia prima volta in Inghilterra: avevo memorizzato le “formulette” da usare per ordinare, e le cose che il cameriere mi avrebbe chiesto, e quindi ero pronta, prontissima; arrivo al bar e non capisco nulla di quello che mi chiedono, perché le loro formulette erano completamente diverse da quelle che avevo imparato a scuola. 

E dunque che fare per imparare queste micro-sceneggiature da mettere in scena ogni volta che ci troviamo in un determinato contesto comunicativo, contesto situazionale?

Il primo consiglio che vi do è di ascoltare (con discrezione, non da stalker), dicevo è di ascoltare quando siete all’estero, quello che fanno i nativi quando mettono in scena degli script, perché sono delle situazioni autentiche, reali, da cui potete imparare molto di più. Osservate e prendete nota. 

Per praticare gli script, invece, vi consiglio di usare le live chat che trovate in molti siti web italiani. Non scrivete delle mail, perché la mail non riproduce il parlato come fa una chat. Nelle live chat avete la possibilità di pensare prima di produrre l’output e di osservare quello che vi chiederebbero se foste fisicamente presenti in quella situazione comunicativa, perché la chat è molto più simile ad una conversazione verbale. 

Poste Italiane ha una live chat molto buona, l’ho sperimentata. Provate ad esercitare lì, ad esempio il vostro script “andare in posta per chiedere informazioni”. In futuro creerò una lista delle varie live chat che potete usare per allenare determinati script. Se ne trovate altre, voi, su altri siti, fatemelo sapere.

Quindi, dunque, siamo arrivati alla fine di questo episodio e come sempre spero di esservi stata utile. 

Grazie per l’ascolto e alla prossima!

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