L’Accademia della Crusca
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#30: L’Accademia della Crusca

In questo episodio di livello avanzato vi parlo dell’Accademia della Crusca, la “polizia” della lingua italiana. Vi racconto la sua storia e vi parlo dei servizi che offre. Scopri di più su https://lernilango.com
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#30: L’Accademia della Crusca
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Introduzione

In questo episodio di livello avanzato del nostro podcast vi parlo dell’Accademia della Crusca, la “polizia” della lingua italiana. Vi racconto la sua storia e vi parlo dei servizi che offre. 

Trascrizione 

State ascoltando “le cose italiane”, una rubrica prodotta da LerniLango, un’infrastruttura online per l’apprendimento della lingua italiana. Per saperne di più e per leggere la trascrizione del podcast vienici a trovare su Lernilango.com.

Per adesso buon ascolto dell’episodio “L’Accademia della Crusca”.

Ciao a tutti e a tutte, bentornati e bentornate nella rubrica “le cose italiane”. Oggi cambio tema, non vi parlo di nuovo del fascismo, per non dare a questa rubrica un aspetto troppo monotematico. Ma ci ritornerò, sul fascismo, perché come vi ho già detto è importante capirlo per capire una parte dell’Italia e della sua cultura (o almeno io credo così). 

Nell’episodio di questa settimana della rubrica “la lingua e le cose” ho parlato della parola “parola”. Per questo motivo credo sia interessante parlare della “polizia” delle parole italiane, cioè l’Accademia della Crusca. 

Metto ovviamente polizia tra virgolette, perché, come ho già detto nell’episodio sulla politica linguistica del fascismo, la lingua non può essere controllata dall’alto, perché significherebbe violarne la natura. 

E dunque, se non è “polizia”, che cos’è l’Accademia della Crusca?

Principalmente, è un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la lingua italiana. 

Nacque quando un gruppo di amici, “la brigata dei crusconi”, nel XVI secolo, iniziò a riunirsi per fare “discorsi gioiosi e conversazioni di poca importanza” (come si legge nel sito della Crusca) per contrapporsi, con le loro conversazioni di poca importanza e i discorsi gioiosi, alle pedanterie dell’Accademia fiorentina. 

Innanzitutto, nel XVI secolo le accademie erano associazioni di studiosi che si occupavano di “lettere, scienze e arti” e che promuovevano la cultura.

L’Accademia fiorentina si occupava anche di lingua e cultura italiana, ma lo faceva in modo diverso, più serio, più pedante appunto. 

Comunque, a partire dal 1538, la Crusa cambiò, e abbandonò i divertimenti e le cose gioiose per occuparsi di lingua italiana, con l’obiettivo di separare la crusca (cioè la farina cattiva) dalla farina buona, proprio come il frullone, o buratto, cioè quella macchina che in agricoltura separa la crusca dalla farina buona. 

Il frullone è infatti il simbolo dell’accademia. Il motto della Crusca è una parte di un verso di una poesia di Petrarca: “il più bel fior ne coglie”. L’obiettivo infatti della Crusca è cogliere (cioè raccogliere) i fiori più belli della lingua italiana, scartando, mettendo da parte quelli brutti, proprio come la crusca, la farina cattiva.

La Crusca ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione e diffusione di una lingua nazionale, in termini di cui ora non vi parlo ma di cui vi parlerò perché per capire ciò è importante anzitutto spendere qualche parola sulla nascita dell’italiano, sui volgari italiani e sul volgare fiorentino. Ne parlerò in un episodio a parte. 

Per ora mi limito a dire che gli obiettivi della Crusca sono: il sostegno della ricerca e della formazione dei ricercatori in ambito linguistico; la diffusione della conoscenza della lingua italiana nella società italiana; la diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero; il sostegno del plurilinguismo. 

La Crusca, inoltre, si occupa di lessicografia (ha infatti un suo proprio vocabolario), pubblica ricerche in ambito linguistico (su lessico, grammatica, dialetti, filologia), studia la lingua italiana, come si presenta nel presente e come è cambiata nel tempo.

Potremmo dire che la Crusca ha un carattere normativo, nel senso che ha come fine l’individuazione di regole relative alla lingua italiana, non intendendo però le regole in modo rigido, come cioè qualcosa di dato per sempre e definitivo perché, come ho già detto, la lingua è un organismo sottoposto all’azione di vari fattori come tempo e spazio. 

La Crusca dunque descrive la lingua italiana, non la prescrive, e in base alle descrizioni fatte risponde alle domande su essa. 

C’è infatti una sezione interessante, nel sito della Crusca, dedicata alla consulenza linguistica (https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/consulenza-linguistica/6945). 

Quando si hanno dubbi grammaticali, si può scrivere agli accademici e alle accademiche per avere una delucidazione a riguardo, per risolvere dunque i propri dubbi. 

Andando nella sezione “Risposte ai quesiti”, potete leggere le risposte, appunto, date alle domande sulla lingua italiana poste da italiani e italiane. Il grande numero di quesiti (circa 949) mostra che essere madrelingua non basta per conoscere bene la propria lingua (quindi, quando avete domande fatele, sempre, perché non sono mai senza senso o stupide).

Un’altra sezione interessante è quella dedicata alle parole nuove (https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/parole-nuove/7092). Qui, potrete vedere tutti i neologismi che stanno prendendo posto nel vocabolario italiano. 

Adesso voglio leggervi una serie di domande poste dagli italiani sulla lingua, per mostrarvi come alcune cose non sono poi così scontate. 

Leggerò adesso le varie domande. 

  1. Posso usare peccarmi?
  1. Cosa significa abbruciamento?
  1. Qual è il plurale di parco giochi?
  1. Usare l’espressione alla bisogna è corretto?
  1. Tra utopistico e utopico c’è una differenza di significato?
  1. C’è differenza tra qualifica e qualificazione?
  1. Improvvisamente è un avverbio di modo o di tempo?
  1. Verace, veridico e veritiero sono uguali a vero? Ed è lecito, al contrario, usare inveritiero?
  1. Si dice lazzaretto o lazzareto?
  1. Si dice il COVID-19 o la COVID-19?
  1. Si dice assembramento o assemblamento?

Insomma, vedete, i dubbi sulla lingua sono tanti, anche tra chi la parla come lingua madre. 

Passiamo adesso a vedere alcune parole nuove che sono entrate o stanno entrando nel vocabolario della lingua italiana.

Vi segnalo alcune che mi piacciono, se volete leggerne altre potete visitare la pagina dedicata. Trovate tutti i link nella trascrizione del podcast sul nostro sito.

La prima è blastare, che significa “attaccare, deridere o zittire, con violenza e pubblicamente (soprattutto sui social network), solitamente da una posizione di forza, chi ha palesemente detto una sciocchezza”.

La seconda parola è docciarsi, che significa “farsi una doccia”.

Poi c’è microondabile, che si riferisce a tutto ciò che è possibile cuocere o scaldare nel forno a microonde. 

Poi c’è skillato, cioè letteralmente “pieno o piena di skills” che si usa per riferirsi a persone competenti ed esperte in un determinato campo. 

Poi c’è svapare, cioè “verbo che indica l’atto di fumare una sigaretta elettronica, o, per essere più precisi, l’azione di emettere del vapore acqueo – eventualmente aromatizzato – tramite uno strumento costituito da una batteria ricaricabile, un circuito elettrico, un filtro e un vaporizzatore, che può prendere a sua volta il nome di svapo, come è svapatore chi ne fa uso e svapata una “fumata””.

Ed infine c’è la parola whatsappare, o whatsappare, dipende, che significa inviare o scambiarsi messaggi attraverso whatsapp. 

Come vedete visitare il sito della Crusca serve anche a mantenersi aggiornati.

Dunque, se avete qualche dubbio o se una spiegazione che vi ha dato l’insegnante non è stata abbastanza chiara, chiedete alla Crusca.

E per la vostra lingua, invece, a chi vi rivolgete se avete dei dubbi? Avete anche voi una Crusca? Mi piacerebbe saperlo.

Anche oggi siamo arrivati e arrivate alla fine, grazie per la vostra attenzione e…alla prossima!

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