Passeggiata a Napoli: intervista

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LERNILANGO

In questa chiacchierata live io e Rita esploriamo le meraviglie di Napoli. Rita, direttrice didattica della scuola a Napoli, racconta con passione i vari quartieri della città, dai lussuosi Posillipo e Vomero ai più autentici quartieri Spagnoli e Sanità. Insieme discutiamo della vivace cultura napoletana, dell’accoglienza calorosa della gente e delle numerose attrazioni, come il lungomare, il Vesuvio e la metropolitana artistica.

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Passeggiata a Napoli: intervista
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Trascrizione

Simona: Sì, siamo live. Perfetto, ci siamo. Allora, buonasera, buongiorno e buon pomeriggio, come sempre dipende da quale parte del mondo i nostri spettatori e le nostre spettatrici stanno guardando questa live di oggi, venerdì 24 maggio, ho il piacere di avere qui con me Rita, la direttrice didattica della scuola a Napoli, NaClips. Rita, ti ringrazio per aver accettato il mio invito e per aver deciso di dedicare il tuo tempo a questa piccola live che faremo insieme. Grazie davvero e benvenuta nella mia scuola digitale, adesso ti accolgo io nella mia scuola.

Rita: Grazie, sono veramente molto emozionata. Mi sembra tutto bello, è la prima volta che sono live su YouTube, quindi grazie Simona per questa esperienza. Posso aggiungerla al mio curriculum adesso.

Simona: Benissimo, esatto, faccio le live su YouTube, questa è una mia skill.

Rita: Perfetto, perfetto, sì sì sì, cose fatte, live su YouTube.

Simona: Benissimo, allora cara Rita, intanto vediamo un po’ se qualcuno è già connesso, quindi invito chi è già connesso a mandare un messaggino in chat, così a dire ciao o a dire da dove ci scrive, da quale parte del mondo. Questa è la parte che preferisco sempre delle live, quando iniziano ad arrivare tutti i messaggi: “Ciao dall’Argentina”, “Ciao dal Brasile”, molto bello.

Rita: Certo, certo.

Simona: Il mondo si rimpicciolisce all’istante e tu dici: “Wow, quanta gente da tutte le parti del mondo”.

Rita: Una magia, no?

Rita: Una magia, esatto, infatti, proprio come scrivevo nella newsletter della scorsa settimana, ho sempre avuto un po’ di titubanza, no, a fare le live. Però poi, quando ci sei…

Rita: Perché?

Simona: …sai, no, quando fai il video hai tempo di editare dopo, di fermarti, di riformulare la frase, hai tempo di correggere gli errori. La live è così…

Rita: Con la live puoi sbagliare i congiuntivi, no?

Simona: Bravissima, ogni tanto capita anche a noi. Bravissima, e quindi sono sempre stata un po’ titubante. Ho sempre procrastinato a riguardo, però poi una volta che le fai, ti rendi conto che è bello perché cioè ti connetti di più con le persone che ti ascoltano. C’è veramente un dialogo maggiore, no? Quindi di botta e risposta.

Rita: Potrò darti un feedback alla fine di questa live. Quindi, per adesso, vediamo, vediamo.

Simona: Va bene, allora, no, vediamo un po’, andiamo a “comentarios”. Sì, stanno arrivando. Stanno arrivando. “Ciao dall’Olanda”, “Ciao da Pompei”. C’è qualcuno da Pompei. “Ciao dall’Austria”, “Ciao da Parigi”. Wow, fantastico. Vedi? “Ciao dalla Finlandia, sto facendo degli esercizi del corso di grammatica avanzata, modulo 2”. Bravo Jouko!

Rita: Questo è un ottimo modo per presentarsi, sto facendo esercizi.

Simona: Bravissimo, bravo, continua a studiare. Bene, quindi insomma io direi… stanno arrivando, stanno arrivando.

Rita: Adesso li vedo anche io.

Simona: Li vedi? Hai cliccato su “comentarios”?

Rita: Esatto, ho scoperto una nuova funzione.

Simona: Sì, bene, Brasile. Ottimo, ottimo. Allora, intanto facciamo continuare a scrivere. Se volete continuare a scrivere da quale parte del mondo vi siete connessi e connesse, poi vi leggiamo dopo. Io intanto faccio una piccola presentazione di Rita e di quello che faremo oggi brevemente insieme.

Rita: Vediamo, sono curiosa di sapere come mi presenti. Vai.

Simona: Allora, allora. Rita, come ho detto precedentemente, è la direttrice didattica della scuola di italiano per stranieri con sede a Napoli, la scuola NaClips, come potete leggere anche sul suo schermo in basso. Rita, ho contattato Rita l’anno scorso, giusto? Già nel 2023 ti ho contattata? Sì, prima dell’inizio dell’anno.

Simona: Perché appunto l’anno scorso ho fatto il mio primo viaggio di studio qui a Bari e per l’anno 2024, dopo l’esperienza di Bari che è andata benissimo, è stata veramente meravigliosa, ho deciso di cambiare destinazione e di portare i miei studenti in una delle mie città del cuore, e cioè Napoli. E quindi mi sono messa a cercare una scuola di italiano per stranieri e, niente, la scuola di Rita mi ha colpita, per questo l’ho contattata. Ci siamo incontrate perché è sempre meglio incontrarsi di persona, perché no, tu puoi seguire l’intuito su internet, ti puoi fidare così ad intuito, ma poi quando ci si incontra è sempre diverso, no? L’energia è completamente diversa.

Rita: Sempre meglio live, veramente.

Simona: Sempre meglio live, esattamente, onlife, no? Come dice Vera Gheno. E quindi niente, sono andata nella scuola di Rita e ho capito che avevo fatto subito, avevo fatto la scelta giusta. Come ti avevo già detto poi alla fine del nostro incontro, mi è piaciuta molto l’energia della tua scuola, l’arredamento, la disposizione delle aule, i colori scelti per le pareti: il rosso, il verde che come vedete abbiamo…

Rita: Abbiamo un verde come questo.

Simona: esatto, io e Rita abbiamo lo stesso colore, e quella è una cosa importante per me. Sono cose che io osservo. Quindi mi è piaciuta molto l’atmosfera, ma la cosa che mi è piaciuta più di tutte, in assoluto, è il tuo murales di Polaroid con tutti i tuoi studenti e le tue studentesse. Entrando nella scuola di Rita c’è questo grandissimo murales con tutte le Polaroid degli studenti che hanno fatto i corsi con lei, con l’attestato di partecipazione. E c’è questo muro completamente pieno di Polaroid di gente con visi di tutte le parti del mondo. E quello, ho detto, ok, bene, questa è la scuola per il mio viaggio di studio.

Rita: Ottimo, questa in realtà è una recensione che non mi avevi mai fatto.

Simona: No, me l’ero tenuta per questo momento. È stato molto bello. Da un tocco di cura, di interesse, mi da, mi comunica questo nei confronti di quello che fai.

Rita: Spero che sia così. Veramente NaClips è la scuola degli studenti, cioè loro si sentono a casa e l’obiettivo è proprio quello, di farli sentire a casa, e quando poi tornano, magari l’anno dopo o qualcuno qualche mese dopo, si cercano tra le foto e le Polaroid.

Simona: Molto bello, è veramente molto bello, questa cosa, ti ripeto, mi ha trasmesso proprio questa cosa di cura, di attenzione, di interesse, che sono comunque dei valori che condivido tantissimo. E poi la posizione della scuola, cioè secondo me è una posizione meravigliosa perché è proprio sulla strada che collega la stazione con il centro poi di Napoli. Quindi è proprio, secondo me, la prima galleria di incontro, la prima apertura di incontro con la città. Cioè tu esci dalla stazione, perché sicuramente, beh, sicuramente, a volte si arriva dalla stazione no, e quindi poi è la prima proprio, è il primo contatto con la città. Quindi tutto il traffico, i rumori, i bar, i profumi di roba fritta, di cibo buonissimo e poi questi palazzoni meravigliosi. E la scuola è in un palazzo antico anche, quindi tu entri, poi c’è questo…come si chiama quella parte che c’è dopo il portone di ingresso in questi palazzi?

Rita: Un piccolo cortile dove c’è il nostro portiere che è molto prezioso, sì, siamo al quarto piano, c’è un bel panorama, il tramonto è molto carino da lì in realtà. Sì, è carina.

Simona: i balconi, i balconi sono bellissimi con queste finestre. Insomma, è molto bella la scuola, la posizione che avete scelto mi è piaciuta molto.

Rita: C’è molta luce, molta luce naturale. Quindi ecco, quando si fa pubblicità a un immobile, no? Quando tu vai a vedere un appartamento, “ah, è molto luminosa”. Ecco, possiamo anche dire che è molto luminosa.

Simona: Vero, è vero. È proprio vero, è molto luminosa. E niente, e quindi con Rita collaboreremo quest’anno in questi termini: lei mi ha aperto le porte della sua scuola e mi ha offerto un’aula, mi ha dato un’aula dove io appunto terrò la parte del corso del mio viaggio di studio a ottobre 2024 con i miei studenti e le mie studentesse. E poi abbiamo anche iniziato a collaborare per quanto riguarda gli esami CILS, e quindi sto collaborando con la scuola di Rita in questi termini.

Rita: Una perfetta somministratrice, se posso anche io lasciare una recensione. E poi, ecco, trovo molto bello che ci sia una collaborazione tra due scuole. Non è una cosa che si vede tanto in giro, ma è una cosa in cui ho cominciato a credere anche grazie a LICET, l’associazione di cui faccio parte, che è una scuola di oltre 50 scuole di italiano per stranieri in tutta Italia, dove esiste il confronto con le altre scuole. Quindi sono proprio contenta di ospitare Simona e la sua scuola nella mia scuola, bello.

Simona: Bene, bene. La mia scuola digitale nella tua scuola reale, che è sempre la cosa più bella, cioè le scuole reali con delle pareti reali, dei banchi reali, è sempre la cosa più bella. Quindi questo non smetterò mai di dirlo.

Rita: Mai dire mai, non puoi sapere la tua scuola digitale dove ti porterà.

Simona: Vedremo, vedremo. È un mio sogno sicuramente aprire la mia scuola qui, è un mio sogno, ma vedremo, vedremo. Per adesso è un problema della Simona del futuro. La Simona del presente adesso è accolta da Rita.

Rita: E va benissimo così.

Simona: E quindi questo è quanto. Quindi questa sera io e Rita siamo qui perché vorrei che lei vi presentasse Napoli, la città di Napoli. Quindi ho fatto questa live principalmente per gli studenti e le studentesse che parteciperanno al viaggio di studio, quindi anche per loro per avere proprio un primo assaggio della città, un primo, come dire, contatto con la città. Molti di loro ci sono già stati, quindi la conoscono, però non benissimo. E quindi questa è un’occasione sia per presentarvi Rita, per presentare Rita alla comunità, ma anche per dare un primo assaggio della città di Napoli. E chi meglio di Rita che vive a Napoli e lavora a Napoli. Quindi io adesso non ho altro da dire oltre che appunto Napoli è una delle mie città del cuore e la amo follemente e non vedo l’ora di ritornarci. Ma poi vediamo durante la tua presentazione, se capita magari mi intrometto con qualche commento. Vediamo.

Rita: Sì, certo, vorrei capire perché la ami follemente.

Simona: Te lo dirò, te lo dirò, lo saprai.

Rita: Attendo, attendo.

Simona: Vediamo se, appena vedo il gancio giusto mentre parli, mi attacco e esprimo la mia opinione. Inoltre, Rita adesso quindi farà la sua presentazione ed è una presentazione interattiva, quindi farà anche delle domande, no? Quindi chi è connesso e connessa, se volete fare un po’ di pratica anche di scrittura dell’italiano, forza! Mettetevi in gioco e fateci sentire la vostra voce per iscritto…

Rita: Con la promessa che non vi correggeremo. Quindi siete liberi di scrivere in modo anche sbagliato per una volta sul canale di Simona perché solo vogliamo ecco conversare con voi, quindi non badiamo alla forma, o no Simona? Per una volta, dai, puoi fare l’insegnante buona per una volta.

Simona: Assolutamente, poi in un altro momento, a porte chiuse, si corregge. A porte aperte si fa quello che si vuole.

Rita: Perfetto, un po’ come stare al bar oggi. Quindi facciamo finta di essere tutti al bar, è un’atmosfera molto più rilassata, e chiacchieriamo di una delle città più controverse, se vogliamo, in Italia perché Napoli è una città che o si ama o si odia. E per una serie di motivi adesso proveremo un po’ a capirli insieme. Non so se la presentazione già si vede?

Simona: Eccola, Marcos da dietro le quinte arriva.

Rita: Grazie, Marcos. Se potessi, chiamerei un applauso per Marcos.

Rita: Benissimo. Allora chiedo a tutte le persone che ci stanno seguendo in questo momento di rispondere in chat liberamente a questa domanda: “A cosa pensi se ti dico Napoli?” Simona, se vuoi, puoi farlo anche tu. Vediamo un po’ quali sono le prime parole che… cosa vi viene in mente se diciamo Napoli? È una città che ha molti simboli, quindi vediamo.

Simona: A me viene in mente subito, prima cosa che io amo, il mare.

Rita: Felicità, la prima parola di oggi è felicità. Ok, d’accordo, bello. Mi sembra un ottimo modo per iniziare. Grazie per questo assist, veramente. Mi sembra un ottimo modo per cominciare a parlare di questa città, che sicuramente è una città felice. Nonostante sia una città che in qualche modo deve cavarsela sempre, perché, no, sai che c’è sempre… Vabbè, tu sei ovviamente pugliese, quindi siamo un po’ sorelle in questo. Siamo nel sud dell’Italia, dove ogni cosa sembra molto difficile, molto difficile da realizzare. In realtà poi i napoletani riescono sempre a rispondere con un sorriso, a sdrammatizzare e forse questa è proprio la forza di questo popolo. Ecco, io non sono di Napoli, non sono napoletana, ma sono comunque campana e ho studiato a Napoli, ho fatto l’università, ho cominciato a lavorare qui in città e mi ricordo che poi, quando ho deciso di aprire la scuola, Napoli mi ha accolta. Quindi ho trovato persone che mi hanno aiutato, la città mi ha supportato, in qualche modo risponde sempre alle idee creative che ho io o che hanno comunque le persone che lavorano con me. È una città che accoglie. E ho capito anche, facendo questo lavoro, che Napoli è veramente la destinazione ideale per le persone che vogliono trovare amici, calore, affetto. Facendo questo mestiere ho avuto tante possibilità di conoscere il mondo, chiaramente, no? Perché ovviamente Simona, nel nostro lavoro è il mondo che arriva da noi, ma ho avuto anche la possibilità di guardare Napoli, di osservarla come magari non la osservavo. Perché sono abituata a camminare al lungomare di Napoli, per me è normale passare davanti al Duomo, è normale questo odore di frittura, questo odore di sfogliatella, è tutto normale. Quando qualcosa è normale per noi, non la notiamo. Invece grazie ai miei studenti, e molti dei miei studenti li vedo online connessi, quindi è un’occasione per ringraziarvi perché grazie ai miei studenti ho potuto osservare e conoscere Napoli. Quindi anche cercare di capire un po’ i contrasti che la contraddistinguono. Quindi felicità, perché è una città accogliente, sicuramente anche i colori di Napoli sono allegri. L’anima dell’Italia, questa è anche molto interessante.

Qui veramente ci chiamiamo, come dire, la gelosia delle altre città italiane che sono ovviamente molto belle. Maradona. Con Maradona non, abbiamo ovviamente Maradona qui…

Simona: eccolo qua, Rita ha mostrato Maradona.

Rita: Maradona e pizza, perfetto. Intimità, ok. Tu hai scritto intimità, Simona.

Simona: E sì, penso sia Marcos dal dietro le quinte che scrive intimità, è lui.

Rita: Ah, ok, prende il tuo nome. Ok, intimità Marcos, ok, interessante. Pizza, ok. Il Vesuvio, certamente sì, ok. Anche mi sarebbe, insomma vorrei sapere se siete già stati a Napoli o se questa invece è la prima volta, in un modo, come dire, virtuale, vediamo se mi rispondete al volo. Vediamo, vediamo un po’. Quante volte sei stata a Napoli, Simona, tante penso, o no?

Simona: Solo l’anno scorso sette volte, quest’anno una sola volta ma ritornerò almeno altre cinque, compreso il viaggio di studio. Ma sì, ci vado, appena posso vado.

Rita: Poi non è distante, no?

Simona: No, da Bari a Napoli sono tre ore in pullman e ci sono pullman ogni ora, quindi io appena posso vado perché mi richiama, mi richiama la città.

Rita: Perfetto, sì, perfetto.

Simona: Ma mi richiama, mi richiama. Nel senso, a volte mi richiama proprio la città e vengo a Napoli, però a volte è proprio il concetto di Napoli che mi richiama. E questo te lo dirò alla fine. Mi richiama anche nella mia vita, no? Ed è il motivo per cui amo Napoli, perché tutto quello che mi fa sentire quando sono lì, appena nella mia vita di tutti i giorni sento questo richiamo, lo chiamo il richiamo di Napoli, che mi dice: “Ok, è arrivato il momento di andare”. Ti racconterò.

Rita: Ok, stai lasciando veramente con suspense. Va bene, d’accordo. Leggo in chat: “No, mai, ma è in cima alle mie liste di città da visitare”. Bene, quindi organizziamoci, direi. Facciamo questo viaggio. Allora, se tu sei d’accordo, io scorro un po’ la nostra presentazione. Innanzitutto volevo mostrarvi Napoli dall’alto. Quando si viaggia a Napoli, non si viaggia solo a Napoli. È una posizione geografica, secondo me, molto interessante e vantaggiosa per chi ha voglia di scoprire un sacco di cose, e soprattutto per chi ha tempo, per chi non deve fare necessariamente una vacanza di tre giorni, quattro giorni, ma magari ha l’idea di venire per un mese. Come potete vedere, Napoli è geograficamente collocata in una posizione molto molto interessante perché ci sono molti posti vicini che sono facilmente raggiungibili e basta veramente poco per essere, per esempio, nella costiera. Quindi abbiamo la Costiera Amalfitana, c’è la Costiera Sorrentina. Prima di parlare di Napoli, no, vi mostro un po’ quello che c’è intorno. Ci sono tre isole, non so se riuscite a vederle, quindi Procida, Ischia e Capri. Famosissime, vabbè soprattutto Capri ma in realtà, lo dico sempre ai miei studenti, la mia preferita è Procida perché è l’isola più piccola. Sei d’accordo, Simona?

Simona: Assolutamente, l’isola di Arturo, no?

Rita: Sì, esatto, esatto. E poi è anche molto autentica, io la trovo autentica. È l’isola dei pescatori, è l’isola più colorata. Se voi per esempio andate su Google, magari potete farlo adesso dallo smartphone e andate su Google Immagini e scrivete Procida, tra le prime foto che sicuramente Google vi mostrerà… spero di non fare brutta figura, però dovrebbe essere così. Simona, intanto prova anche tu. Ci sono foto di case colorate. Cioè, ti viene proprio la voglia di andare a vederla. Ed è carino, non prende tanto tempo. Potreste magari essere lì per un pomeriggio, mangiare un gelato. Quindi niente di impegnativo. Quindi abbiamo tre isole, c’è Pompei. C’è qualcuno in ascolto da Pompei, quindi potrà confermarlo, che è ovviamente una città interessante, famosa nel mondo per gli scavi, quindi il turismo archeologico. E poi Amalfi, Positano, Sorrento, cioè vedete quanti posti belli? Andateveli a guardare tutti su google, perché qui in questa live non abbiamo il tempo di parlare anche di tutta questa bellezza che c’è, a meno che Simona non voglia fare una live di un giorno e io non aspetto altro.

Simona: di 24 ore. Un’altra live potremmo dedicarla ai dintorni di Napoli, no? E quindi il fascino della costiera, delle isole… sarebbe bello parlarne.

Sono progetti per il futuro.

Rita: Progetti per il futuro. E ovviamente il Parco Nazionale del Vesuvio. E poi c’è tutta l’area flegrea, quella di Pozzuoli, che magari, ecco, in questo periodo non lo so, magari la eviterei perché siamo un po’ su tutti i giornali del mondo per questi piccoli terremoti che ci sono in questi giorni. E quindi, ecco, magari aspettiamo un po’ prima di visitare quell’area, quell’area. Ma i terremoti non interessano Napoli, quindi potete venire tranquillamente. Vado un po’ avanti. Quindi, nella stessa città ci sono molte anime. Vediamo un po’ quali sono i quartieri di Napoli. Sono tanti, sono veramente tanti. Io ho i miei preferiti. Simona mi dirà se… mi dirai se anche tu hai i tuoi preferiti. Ce li hai i tuoi preferiti?

Simona: Certo, sì.

Rita: Simona è preparatissima, quindi ok. Allora, cominciamo da questo, cominciamo un po’ dall’alto. Da Posillipo. Posillipo è il quartiere più ricco sicuramente della città di Napoli, dove ci sono ville, dove ci sono panorami incredibili. Vi ho messo qualche foto solo per dare un’idea, solo per dare un’idea, dove ci sono molti locali, è possibile bere, incontrare nuove persone, ma non c’è, come dire, per esempio, non ci sono delle strade dello shopping. Non c’è, ovviamente, la stessa vitalità che troviamo al centro storico, ovviamente, o anche in un altro quartiere residenziale, come ad esempio il Vomero. Quindi, Posillipo è una cartolina, veramente è la cartolina. Queste sono foto da cartolina. E quindi qui abbiamo ville e bella vita, nel senso di lusso, anche perché ci sono delle ville che non si possono spiegare a parole, bellissimo. Quindi è un quartiere ideale per fare una passeggiata, per mangiare un gelato. C’è un’ottima gelateria che si chiama Il Bilancione. E basta, io non vivrei a Posillipo. Non vivrei perché, innanzitutto, non ho i soldi per vivere a Posillipo. Sarebbe una vita difficile. E poi, Posillipo non è veramente ben collegata con il centro, quello che noi intendiamo come centro storico. Per cui dovrei avere un autista personale che mi scorrazza per la città, mi porta avanti e indietro per la città. Già questa la vedo difficile.

Simona: E anche per quello non è possibile.

Rita: Direi di no, quindi una bella passeggiata a Posillipo, perché no? Il centro storico, invece, è il centro dove vedete… vi ho messo un po’ di foto dove, di sicuro, come dire, queste foto non richiamano il silenzio. È il posto in cui si arriva immediatamente, come dire, arrivi in aereo, la prima cosa che fai è andare al centro storico. Quindi si vede subito. È il posto del turismo, quindi ci sono molti turisti. Però vorrei dire una cosa su questo: il centro storico di Napoli, che sicuramente negli ultimi anni è cambiato, è diventato più internazionale, ci sono molti bed and breakfast, quindi alcuni locali turistici, ma non molti, è in realtà ancora il centro storico dei napoletani. Se io devo mangiare una pizza, io veramente vado al centro storico. Se devo incontrare un amico per un aperitivo, veramente vado al centro storico. Quindi non è un centro solo per turisti. E questa è una cosa che non succede sempre con le più grandi città italiane, dove, per esempio, è molto facile trovare per esempio camerieri o baristi che non parlano l’italiano e che parlano solo l’inglese perché sono abituati a lavorare con un’utenza non italiana, turistica appunto. Invece a Napoli è un po’ il contrario. E quindi, ecco, questo ci tenevo a precisarlo, che centro storico a Napoli significa ancora autenticità. È la strada, sono le strade dell’artigianato. È possibile acquistare veramente dei souvenir di qualità, sicuramente. Ed è certamente il quartiere più rumoroso e anche ovviamente centrale.

Rita: Ti piace il centro storico?

Simona: Tantissimo. A me piace tantissimo. Infatti ogni volta che vengo a Napoli, io soggiorno da quelle parti. Mi piace anche se è molto rumorosa, ma rumorosa fino all’alba, cioè ma veramente cara Rita.

Rita: Anche qui, devo dire che non vivrei, proprio per questo, per il rumore. Per esempio, io non avrei potuto fare questa live con te se fossimo state al centro storico. Però ecco, è proprio la gioia di vivere il centro storico di Napoli. Quindi bello. E poi c’è un altro quartiere, a questo quartiere ci sono affezionata perché ho vissuto lì per qualche anno: la Sanità. L’hai visitato, suppongo che hai conosciuto anche questo quartiere. È uno dei quartieri più popolari della città. Sicuramente l’opposto, l’esatto opposto di Posillipo. Ma è un quartiere anche pieno di, mosso dal riscatto. È sempre stato indicato come il quartiere più povero, il quartiere più pericoloso, dove c’è la malavita. In realtà è quello che succede anche un po’ con i quartieri spagnoli, no? Che adesso rappresentano una zona di esplosione di turismo, di internazionalità e di intercultura, ovviamente, Sanità è un po’ la stessa cosa, dove si possono visitare palazzi strepitosi, come quello che vi ho messo in foto, si chiama Palazzo dello Spagnolo. Fare la spesa per pochi euro, e questa è una dei pregi di questo quartiere. Quindi vi ho messo la fotografia del fruttivendolo dal quale io mi sono servita per diversi anni. E poi c’è il simbolo di Totò, che è un’altra figura celebre a Napoli che rappresenta Napoli. Un altro simbolo. Un comico che si racconta, nell’apice del suo successo lui viveva a Roma, se non sbaglio, ma si racconta, in città, lui di notte arrivava alla Sanità nascosto, si nascondeva, si copriva per non farsi riconoscere perché ovviamente sarebbe stato circondato da fan e regalava soldi alla sua gente. Quindi è un quartiere sicuramente da visitare. È pieno di anima, è pieno di anima buona, veramente. E non è pericoloso, insomma. Vabbè, poi sul pericolo magari ne parliamo dopo a Napoli. Anzi, no, ne parliamo adesso. Vorrei chiarire questa cosa: io non ho mai avuto, tocchiamo ferro, non ho mai avuto problemi a Napoli. Non sono mai stata scippata, non ho mai avuto problemi di questo genere. Credo anche di non essere un soggetto interessante per la malavita perché, insomma, non vado in giro con Rolex o con una collana di diamanti. Quindi si sa, no, che nel mondo, come dire, bad news is a good news. Quindi quando succede qualcosa di negativo, ovviamente la televisione, i giornali amplificano questa notizia perché fa notizia. Una notizia cattiva fa notizia. Napoli non è questo. Non è pericolosa. Napoli è una città che sta cambiando per tante ragioni. Basta solo fare attenzione, andare in giro chiudendo la borsa, ma sono attenzioni che noi abbiamo se viaggiamo in tutto il mondo. Quindi…

Simona: se viaggiamo nelle grandi città, Napoli è una grande città e ha i pericoli di una grande città, ma come ce li ha Roma, come ce li ha Milano, come ce li ha Bari anche, come grande città. Non è Napoli il problema. Sono d’accordo con te. Assolutamente.

Rita: Sì. Quindi no, venite, venite tranquilli, veramente sereni. Venite, venite. Perché se no, vi perdete molto.

Simona: Io cammino la sera da sola a Napoli, io non ho problemi a camminare. Quando sono venuta varie volte da sola, non mi sento in pericolo. Certo, non me ne vado in giro alle tre di notte, questo sicuramente.

Rita: Sì, m non lo faresti forse in nessun’altra città.

Simona: Ma neanche a Bari, capito? Non lo farei neanche a Bari. Però per strada, quando è buio, non mi sento in pericolo. Non mi sento in pericolo nella metro, quindi è una città… bisogna stare attenti perché è una grande città e questo… bisogna sempre avere gli occhi spalancati nelle grandi città, ma non perché è Napoli. Quindi venite a Napoli.

Rita: Veramente. Assolutamente sì. Allora, un altro quartiere, l’avevo citato prima, è il Vomero, che è tra l’altro una tappa prevista dal tuo viaggio con i tuoi studenti quando verrai qui. Il Vomero si trova sopra, siamo in collina. È un quartiere residenziale perfetto per… mi viene da dire famiglie con bambini. Dove c’è vita sicuramente, però è decisamente più tranquillo del centro storico. Ci sono negozi, è uno dei posti dove è possibile fare shopping, per esempio. C’è un parco bellissimo che è la Floridiana, che affaccia poi e quindi c’è un panorama molto bello da vedere. Ed è un posto carino dove andare la sera sicuramente. Quindi è un quartiere più residenziale, no, un po’ diverso ma sicuramente carino.

Simona: Cambia proprio il suono.

Rita: In realtà cambia anche un po’ il dialetto, lo sai?

Simona: Vero? No, questo non l’ho percepito.

Rita: Perché il napoletano non è sempre una lingua chiusa e basta, ma ci sono delle differenze. Quindi ci sono delle differenze anche tra un quartiere e l’altro. Anche proprio dei suoni. Quando tu parlavi dei suoni, tu ho pensato al rumore, io ho pensato magari al dialetto.

Simona: Probabile che è incluso, no, in questa percezione che ho del Vomero. Non ci ho fatto caso. Però io proprio sento, l’ho scritto anche nella descrizione del viaggio di studio, cioè, è come se i suoni diventassero più ovattati, no? In questa parte, un po’ più morbidi, no? Come quando sogni.

Rita: Io direi anche un po’ più civili, ecco si può dire. Allora, spesso gli studenti mi dicono: “Ieri ho mangiato la pizza al quartiere spagnolo”, no. Plurale: quartieri spagnoli. Ok? Che non è veramente un quartiere, è più una zona. Siamo praticamente alle spalle di via Toledo. Via Toledo è la strada più famosa di Napoli, non l’ho inserita in queste slide perché la si conosce, insomma, è quella che arriva a Piazza del Plebiscito, che è la piazza più grande, dove c’è il Palazzo Reale, eccetera. E qui ci sono delle stradine dove spesso il sole non arriva, tanto sono strette, che se prima erano strade che indicavano un po’ il degrado della città, adesso sono secondo me la destinazione più famosa per il turista, per il viaggiatore che viene a Napoli. Perché si mangia da Dio proprio. Cioè, se volete mangiare bene, nei quartieri spagnoli si mangia benissimo, ma in realtà in tutta la città possiamo vantarci di questo.

Simona: Assolutamente.

Rita: E poi adesso c’è anche una specie di altare realizzato per Maradona, quindi esiste anche un pellegrinaggio, ecco, no, di fede in quel senso, nella fede calcistica. Quindi è una zona da vedere sicuramente. Però mi raccomando, plurale: quartieri spagnoli.

Simona: Quartieri spagnoli. Ma posso dirti una cosa sui quartieri spagnoli? Tu lo sai che la città di Bari sta praticamente copiando Napoli, tu la sai questa cosa? Se tu adesso, semmai capiterà di venire a Bari, e ti invito, ovviamente, sei invitata a venire a Bari, nel centro storico ci sono delle stradine strette che ricordano un pochino le stradine strette dei quartieri spagnoli, e tutto quello che trovi a Napoli nei quartieri spagnoli, Bari sta copiando questa cosa: gli striscioni, i cartelloni e i cuori. Abbiamo anche noi Nennella adesso. E quindi la gente che canta e balla in mezzo alla strada.

Rita: Bene, insomma, abbiamo lanciato un trend.

Simona: Io ho visitato Bari e proprio a Bari feci l’esame per ottenere la certificazione per fare il mestiere che faccio oggi. E in quell’occasione l’ho visitata e ha un centro storico delizioso, proprio mi è piaciuto molto. Stiamo parlando di, io penso, forse otto anni fa, più o meno. Sì, quindi è tempo di tornare…

Simona: Decisamente, per vedere la versione un po’ napoletana.

Rita: Sì, è tempo, sì. Qui ci sono ancora due quartieri. Ovviamente io non li ho segnati tutti, giusto per darvi un po’ un’idea di quante anime differenti ci sono nella stessa città. E dunque abbiamo Fuorigrotta e Bagnoli, che sono più distanti sicuramente dal centro storico. Anche questi sono quartieri residenziali. Vabbè, Fuorigrotta è famosissima perché c’è lo stadio, che adesso ha cambiato nome, quindi si chiama Stadio Diego Armando Maradona. Prima si chiamava San Paolo e adesso invece, secondo me, è giusto che sia così. E poi c’è Bagnoli. La foto che ho inserito riporta un pontile che è lungo un chilometro, quindi un pontile, non un ponte, significa che dall’altro lato non arrivi da nessuna parte. Quindi si ferma a un certo punto in mezzo al mare. E lungo un chilometro. E le persone qui vanno per fare attività sportiva, correre, mangiare un gelato, forse, fare, non lo so, una passeggiata romantica, litigare anche con i fidanzati perché comunque c’è una certa privacy. È una cosa carina da fare, magari in primavera, in estate però, la sera, perché se no muori per il sole. E magari in autunno. Ma anche in inverno, io ci sono stata anche in inverno e non è male, è carino.

Simona: Questo non lo conoscevo, questa è nuova.

Rita: 1-0 per me.

Simona: La prossima volta andrò a Bagnoli. Dove è più o meno?

Rita: Verso Pozzuoli.

Simona: Verso nord praticamente, verso qua.

Rita: Esatto, verso qua.

Simona: Va bene, prossimo viaggio a Napoli.

Rita: Sì, sì, sì. È facile da arrivare, molto facile. Allora, adesso mi scrivete in chat le cose che mi fanno capire che sono a Napoli solo camminando per strada. Quindi prima vi ho chiesto quali sono un po’ le parole che vi vengono in mente, ma adesso vorrei sapere secondo voi, una persona che cammina per strada, quindi senza vedere musei, senza… veramente solo camminando per strada, come fa a capire che si trova a Napoli? Quindi quali sono le cose che si trovano solo a Napoli? Perché il mare, ok, può essere anche in un altro posto per esempio, no? Marcos per esempio prima ha parlato dei panni stesi che rappresentano un po’ la città. Intanto c’è anche qualcuno dalla California, vedo, nei commenti. Sì, Veronica. Secondo te quali sono? Aspe’, sto leggendo nei commenti: “Sono stata due volte e l’ultima sono stata un mese fa”. Ah no, “sono stata un mese”. Ok, per un mese. Wow. “Molto più pittoresca, suggestiva, Procida”. Sì, sono d’accordo con questo. Secondo te, solo camminando…

Simona: il cornolicchio, il cornolicchio porta fortuna, no?

Rita: Ah, ok, sì, sì, sì, sì. Certo, certo, ovviamente. Io aggiungerei l’odore delle sfogliatelle, come abbiamo detto prima. È difficile trovare un’altra città che ti presenta quell’odore, no? Quindi…

Simona: Dolce, e il fritto anche, l’odore del fritto, anche il fritto. Però un fritto sano, capito? Cioè, a Napoli c’è un odore di fritto sano, non è quel fritto che a volte senti fuori dai ristoranti, no? Che viene dalle cucine, è un fritto sano.

Rita: Questa mi sembra un’ottima scusa, abbiamo già messo molte calorie da quando ho iniziato…no, ma questa puoi mangiarla, è un fritto sano, non fa male. Bene, sì, ci sono tanti simboli, sicuramente anche il suono, come tu dicevi, non tanto del rumore, ma ovviamente del dialetto napoletano, che è veramente una lingua, una vera e propria lingua. Anche una lingua di un certo livello culturale, poiché c’è il teatro, ci sono le poesie, c’è la musica napoletana, che è ancora in una fase di evoluzione. La musica napoletana attuale è molto diversa dalla musica classica napoletana. E poi all’interno della musica napoletana esistono vari filoni. Per esempio, adesso è molto forte il rap napoletano, che io apprezzo sinceramente. Sì, sì, sì. E quindi cambia, cambia anche. Conosci qualche rapper napoletano? Lo ascolti un po’?

Rita: Allora, sì, mi piace molto Clementino, ma il primo Clementino, il primo Clementino. Mi piace veramente tanto. E ultimamente sto ascoltando qualche canzone di Jolier, però non so se lui è rap o trap. Che cos’è lui? Perché adesso c’è questa nuova differenza tra rap e trap. Però il mio cuore è per Clementino.

Rita: Hai mai ascoltato qualcosa di Liberato?

Simona: Liberato lo conosco, certo. Ma lui è rap? Cioè, lo considereresti rap, Liberato? Certo, amo Liberato.

Rita: Forse sì. Però, ecco, ha delle sonorità che veramente sono solo di Liberato. Quindi anche se non sai chi è che sta cantando, sai che sicuramente è un pezzo di Liberato. Quindi riesce ad avere una certa identità, nonostante ci siano centinaia e centinaia e centinaia di cantanti che vengono fuori ogni giorno da Napoli. Allora andiamo avanti. Innanzitutto io direi ‘O vascio. In napoletano ‘O vascio sarebbe il basso. Quindi ‘o diventa un articolo singolare maschile e quindi il, ‘O vascio è una, direi, tipica abitazione che si trova spesso nei quartieri più popolari, quartieri spagnoli, Sanità, per esempio. E ho provato a mettervi una foto da esterno e una da interno. Ci sono molti bed and breakfast che sono proprio realizzati, no, in the vasc’. Quindi nei bassi. Se volete fare questa esperienza, fatela perché è carina. E quindi è un tipo di appartamento piccolissimo, a livello della strada, se non poco sotto il livello della strada. Ed è così piccolo che spesso non passa l’aria, per cui le persone che ci abitano hanno costantemente la porta d’ingresso aperta. E questo cosa significa? Significa che sono abituati a svolgere la propria vita sotto gli occhi di tutti, quindi no privacy. E in qualche modo la strada diventa parte del loro appartamento, perché in estate mettono fuori la porta della loro casa delle sedie. E quindi quel pezzo di strada diventa in qualche modo il loro salotto. E così passano il giorno da un salotto all’altro, perché sicuramente anche di fronte il dirimpettaio avrà il suo vascio con il proprio salotto, per cui la mattina si prende il caffè dalla signora, al pomeriggio vieni a prenderti tu il caffè a casa mia. Nelle strade che sono più strette è molto frequente vedere, magari in inverno, persone che in pigiama indossano la vestaglia e portano il caffè alla signora di fronte. L’ho visto coi miei occhi, prima vivevo a Capodimonte, che è un altro quartiere, un’altra zona un po’ più sopra, ma comunque una zona popolare, dove la gente viveva per strada. E questo mi ha sempre colpito tantissimo.

Rita: Questa è una cosa in comune, anche a Bari succede la stessa cosa. Ci sono i bassi, no, quindi queste abitazioni che danno, ma più che altro nel centro storico, quindi nella città vecchia, ci sono questi appartamenti, queste case molto buie, che danno sulla strada. E c’è una stradina bellissima a Bari, dove di fronte a un’abitazione privata c’è una pizzeria. Allora, quando devono mangiare la pizza alla pizzeria di fronte, questa famiglia porta il loro tavolo fuori, si siedono fuori al loro tavolo e mangiano la pizza con i tavoli del ristorante. Quindi è un’altra cosa che abbiamo in comune, Bari e Napoli.

Rita: Io la trovo bella.

Simona: È bellissima.

Rita: Cioè la trovo bella, nel senso se c’è il problema del tavolo, qual è il problema? Lo porto io. È geniale. Geniale.

Simona: Lo portiamo da casa.

Rita: È geniale, molto bello. Di Maradona ne abbiamo già parlato un pochino, quindi è diventato uno dei simboli della città, perché grazie a Maradona il Napoli, che è la squadra di calcio di Napoli, ha vinto lo scudetto tanti anni fa. Quindi grande festa, Napoli sul tetto d’Italia. Che casino. Sì sì, che casino. Quindi un motivo di riscatto. Un’altra cosa che vi faccio notare sempre, che dico sempre ai miei studenti, è che esiste una differenza tra Napoli e il Napoli. Quindi se qualcuno vi chiede “Ti piace Napoli?” e voi non capite bene, quindi forse ha detto “Ti piace Napoli?” o “Ti piace il Napoli?” in ogni caso rispondete sì. Perché “Ti piace Napoli?” significa “Ti piace la città di Napoli?”, “Ti piace il Napoli?” si riferisce al calcio, quindi alla squadra di calcio. In ogni caso, se non volete problemi, basta dire sì e quindi va bene così.

Rita: Maradona, i panni stesi, come ha detto Marcos prima, sono forse una tra le cose più belle da fotografare. Non lo so, a me piace molto la fotografia, è uno dei miei hobby. Qualche volta vado in giro per la città a fare le foto. L’ultima volta l’ho fatto con il mio papà, abbiamo fatto un workshop di fotografia. È stato molto bello, anche un momento, secondo me, molto prezioso che ho condiviso con lui. E sicuramente i panni stesi rappresentano uno dei soggetti più belli da fotografare. Questo è quello che compare su Google se scrivete “panni stesi Napoli”. E poi San Gennaro, che è il santo patrono della città. Il simbolo di San Gennaro è il sangue che si trova all’interno di questa ampolla, e ogni anno, il 19 settembre, i napoletani, io direi proprio i napoletani, non solo i fedeli, quindi non solo i credenti, ma i napoletani aspettano il miracolo. Che cosa succede? Questo sangue è solido. È veramente il sangue di San Gennaro, quindi è una reliquia, è solido e il 19 settembre è possibile che questo sangue si sciolga. Se il sangue si scioglie, significa che tutto andrà bene per la città di Napoli. Se il sangue non si scioglie, ci sono guai in vista. E quindi, per esempio, una volta non si è sciolto e c’è stata l’eruzione del Vesuvio. Un’altra volta il terremoto. Quindi, insomma, io non sono credente, però il 19 settembre sento un po’ di… ma si è sciolto? Si è sciolto? Sì, sono sempre su…

Simona: Per stare tranquilla, insomma.

Rita: Esatto. È proprio una notizia che devo sapere. Quindi aspetto il sì dalla stampa, dai social, “si è sciolto il miracolo è avvenuto” così mi posso calmare in questa giornata.

Simona: Immagino il caos che c’è in questa giornata, no, immagino, in chiesa, per strada, immagino la folla, no?

Rita: Via Duomo è ovviamente strapiena, c’è una processione che si fa, la televisione. Quindi, 19 settembre. 19 settembre. Prossima data per i vostri viaggi: 19 settembre. Questa forse è una cosa che abbiamo solo noi. Il cantante. Se voi andate sempre su Google e scrivete “cantante sul balcone Napoli” trovate dei video. L’ho messo in questa presentazione perché, innanzitutto, mi fa ridere molto. La trovo una cosa molto comica, ma anche secondo me è indicativa dello spirito dei napoletani, lo spirito di arrangiarsi, no, cioè di trovare una soluzione alla vita comunque, di trovare sempre il modo di fare le cose o di guadagnare un po’ di soldi. Perché questa persona non è che canta solo, ma leggete, c’è scritto “grazie” ed è legato a una cesta, ‘o panaro, si chiama a Napoli, che scende dal balcone dove le persone possono lasciare dei soldi e fare un’offerta. E che lavoro fai? Canto sul balcone. Cioè, lui lo trovate al centro storico. Sì, mi dispiace per i vicini, chiaramente, però deve pure lavorare in qualche modo, no?

Simona: Lo trovo molto bello, molto bella come cosa. Ma a parte che poi a Napoli, ora lui, questo signore, lo fa per campare, insomma, per racimolare un po’ di soldi, ma io quando cammino per le strade dalle case sento musica e gente che canta tutto il tempo. La musica è costante a Napoli, si ascolta, si canta ed è molto bello, per quanto mi riguarda. Altra cosa in comune con Bari. Anche a Bari è molto comune sentire la musica. Per esempio, qui nel mio pozzo luce, nel fine settimana, c’è sempre chi mette la radio e poi tutti cantiamo se c’è una canzone che conosciamo.

Rita: Bello. Ma lo fai anche tu qualche volta, no?

Simona: Certo che lo faccio. Metto le cuffie e canto…

Rita: No, io senza le cuffie.

Simona: …E mi piace. Quindi è molto particolare della città di Napoli questa cosa, cioè sentire gente che canta. Ora lui è un caso particolare, però è un elemento della città, questo, dello spirito della città.

Rita: sai cosa, cosa mi fai ricordare? Anni fa, quando è morto Pino Daniele, Pino Daniele ascoltate la sua musica su YouTube, su Spotify, dove volete, Pino Daniele che ha rappresentato Napoli nel mondo con il blues, cioè, quindi era una novità assurda a Napoli. E quando lui è morto, io mi ricordo che in città c’era veramente un’aria molto pesante, molto triste. È l’unica volta che io ho avvertito una forte malinconia a Napoli, ma fortissima. E si sentiva solo musica di Pino Daniele. Quindi da tutte le strade, da tutte le finestre, si ascoltava solo la voce di Pino Daniele. Nelle strade, gli artisti di strada suonavano solo Pino Daniele. Quindi è stato un periodo veramente molto, molto magico. Faceva capire proprio l’attaccamento della città nei confronti di questo artista immenso. Quindi sì, è stato bello.

Rita: Ok. Luoghi famosi, scriviamolo in chat, ma sono veramente tantissimi. Se vuoi che vada un po’ più avanti, dimmelo, Simona.

Simona: Allora, sì, vedevo qui dei commenti.

Rita: Io potrei parlare per ore.

Simona: Allora, vediamo un po’. Vediamo se ci sono dei commenti qui che hanno lasciato. Allora, qui c’è Veronica che scrive che “Qualche anno fa sono stata in vacanza a Sorrento e sono andata da sola a Napoli per passare una domenica libera. Ricordo gruppi di persone sulla strada, parlavano ad alta voce, ridevano insieme vivacemente”.

Rita: Sì, sì, sì, Veronica. Sì, è una bella fotografia che hai fatto della città di Napoli. Sì, è così, è sempre così, non soltanto in estate, quindi anche in inverno qui si vive molto la strada. Quindi non ci chiudiamo soltanto nei locali, diciamo, ma viviamo proprio la strada, incontriamo gli amici e restiamo in strada, sì.

Simona: Anche i ristoranti a volte prendono la strada, no? E quindi si sta per strada a mangiare per strada. E poi scrive Jouko: “Immagino che a Napoli si finisca spesso e volentieri col parlare di calcio e del Napoli”. Cioè, è un argomento delle conversazioni?

Rita: Sì, sì, sì, sì. Assolutamente sì. Molto spesso anche non si nomina il Napoli, ma si inizia a parlare e l’altra persona capisce già che stiamo parlando del Napoli. Quindi io direi che proprio questo è un argomento di default delle conversazioni.

Simona: Come il clima. No?

Rita: Sì, esatto. Però qui, sì, si parla solo di questo e la gente è così coinvolta. Io non lo capirò mai, eh. Sono tifosa, sì, ma nella norma. Sono contenta se il Napoli vince, mi sento parte della città, faccio il mio tifo. Ma sì, è proprio tanto, tanto. Sono così coinvolti e così arrabbiati o così felici che esprimono dei sentimenti in una maniera veramente molto…

Simona: Religiosa, io direi quasi. Infatti si parla proprio come di una religione nei confronti del calcio.

Rita: Sì, sì, sì. Lo è, lo è. Loro parlano di fede.

Simona: Fede calcistica.

Rita: Proprio fede, sì, sì. La nostra fede. Ok.

Simona: E ricordo anche dopo che il Napoli vinse lo scudetto, ricordo che sono stata a Napoli e le strade…una roba… cioè ricordo ai quartieri spagnoli c’erano queste figurine, non so come si chiamano, di cartone con i giocatori del Napoli e c’erano in tante strade, ma proprio formato altezza reale. E poi tutti questi nastri bianchi e blu. Poi io ho trovato come una piccola isola votiva tutta dedicata al Napoli.

Rita: Allora, questo fa pensare, perché la vittoria del Napoli è diventata automaticamente la vittoria di Napoli, di Napoli come città. Cioè c’è un’identificazione così forte tra la squadra e la città che non sempre succede questo. Quindi quando il Napoli ha vinto lo scudetto, e ha vinto il campionato, dopo 33 anni, tra l’altro, quindi dopo Maradona, anche chi non ha mai guardato una partita di calcio è sceso a festeggiare.

Simona: E Liberato ha fatto la canzone. Clementino ha fatto la canzone sul Napoli. Insomma, è stato proprio sentito.

Rita: Ci sono spettacoli teatrali, c’è stato un documentario. Quindi l’arte si è data da fare su questo. Sì, ma era un evento di grande ispirazione, quindi era prevedibile.

Simona: È esploso. Va bene. Ok, allora…

Rita: Si vede ancora la mia presentazione?

Simona: Penso che Marcos l’abbia interrotta.

Rita: Eccola, grazie, Marcos. Contatti Marcos e si risolvono tutti i problemi della tua vita.

Simona: Te l’ho detto, lui risolve tutto, non lo smetterò mai di dire. Tutto questo che vedete esiste grazie a Marcos, perché altrimenti io non lo so, starei col mio cellulare ancora a fare i selfie, fare cose strane.

Rita: Grazie, Marcos, grazie. Allora, questi sono alcuni luoghi famosi. Quindi in basso a sinistra troviamo Piazza del Plebiscito. E vedete, c’è questa grande struttura, questa chiesa. È proprio un abbraccio, quindi quando ci sono i concerti, gli eventi grandi, si fanno qui. E sulla sinistra, non si vede, ma c’è il mare per darvi un’idea un po’ di quello che c’è intorno. In alto invece vedete Spaccanapoli, quindi questa lunghissima strada che attraversa anche il centro storico, che divide Napoli in due parti. Per questo si chiama Spaccanapoli. È la strada più lunga che abbiamo nel centro storico. E questa fotografia è scattata dal Vomero, quindi questa è una piccola parte del panorama che potete vedere dal Vomero e che vedrete con il prossimo viaggio che farete con Simona qui a Napoli. Mentre a destra c’è Mergellina, che è una parte del lungomare, che è uno dei lungomari più belli del mondo. Si può dire questo?

Simona: Si può dire, Rita. Si può dire. Ma una passeggiata lì ti aggiusta la giornata.

Rita: Si può dire, c’è il castello insomma, ma non facciamo spoiler perché dovete venire a vedere. Il Vesuvio, qualcuno lo ha citato prima, giustamente. E qui ho scritto “Croce e delizia” perché qualcuno mi ha chiesto, forse lo sai, forse, penso due mesi fa, uno studente mi ha detto: “Ma come fate a vivere con questa paura addosso, con quest’ansia?”. Oddio, il Vesuvio, oddio. Noi non viviamo con questa paura dell’eruzione del Vesuvio. Certo, speriamo che lui dorma ancora per molti anni e che nessuno interrompa il suo dolce sonno. Però noi siamo abituati a questa presenza. Non viviamo con l’ansia, la paura, il tormento. È lì e basta. Lo guardiamo, lo ammiriamo, lo troviamo bellissimo nella sua conformazione. Croce e delizia perché sicuramente è una croce, laddove dovesse esplodere nuovamente, sarebbe il disastro, sarebbe una catastrofe, ma non vogliamo pensare a quello. Effettivamente è una croce e delizia. Questo è un modo di dire che abbiamo in Italia. Croce e delizia, quando qualcosa…

Simona: Scusate, aspettate un attimo, faccio uscire la bestia, un attimo.

Rita: Vai, vai, vai, vai, vabbè è il bello della diretta come si dice in italiano. Quindi mentre Simona accudisce il cane, continuo a dirvi del Vesuvio…

Simona: Il bello della live…

Rita: Quindi croce e delizia rappresenta, è un modo di dire in italiano per dire qualcosa che ci dà del buono e del negativo, no, in una cosa. Quindi croce perché se scoppia, se esplode, catastrofe. Però delizia perché il terreno del Vesuvio è fertile. Pomodori, vino, quante cose buone ci dà questo Vesuvio. E ma a Napoli si mangia bene… grazie!

Simona: Al Vesuvio!

Rita: Quindi possiamo solo dire grazie al Vesuvio e basta. Anche la metropolitana è molto bella da visitare a Napoli. Questa è la stazione della metro Toledo. Siamo sempre in zona Piazza del Plebiscito più o meno, che ha vinto numerosi premi e quindi è stata riconosciuta proprio come la stazione più bella d’Europa. Esistono anche dei tour che si chiamano stazioni dell’arte, che si fanno proprio sotto nella metropolitana. Perché ogni stazione ha qualcosa di artistico da rivelare. E quindi no spoiler. Se venite a Napoli, le vedrete voi quali sono le stazioni dell’arte. Qui c’è un errore. Marechiaro. Vabbè, piccolo errore di spelling. Marechiaro.

Simona: Ma è una sola parola? Marechiaro. O sono due parole?

Rita: Se guardate la foto, non c’è bisogno di spiegare perché si chiama Marechiaro. Qui è possibile ovviamente fare il bagno. La città di Napoli è sul mare, ma spesso i napoletani si lamentano perché il mare non è facilmente raggiungibile, nel senso che non è facile andare a fare un bagno perché non ci sono le spiagge. Se ci sono, sono piccole. Se ci sono, sono spiagge private. Quindi tu devi pagare. I napoletani non sono disposti, non tutti, a pagare per fare un bagno nel loro mare. Io per esempio non vado al mare a Napoli per questo. Però esistono delle piccole strade che danno accesso a un po’ di mare. E quindi Marechiaro sicuramente è la zona più carina per fare un bagno. Esistono anche dei tour in kayak e vedere la costa dal mare è un’esperienza indimenticabile, veramente.

Simona: Ma anche scendere, scendere da…io ci sono stata l’anno scorso, a Marechiaro, per la prima volta. Sono andata a quel bagnetto che c’è con la passerella di legno. Quindi poi per andare nel mare devi scendere dalle scale. C’era il Vesuvio a sinistra, vedevi le isole davanti. Ma anche la discesa, no? Quando tu fai poi tutto il lungomare di Posillipo, poi ti cali verso il basso e arrivi in questo posto che è come un piccolo villaggio, no? Marechiaro. E il mare era bellissimo, mi sono fatta certe nuotate, Rita, che non immagini.

Rita: Che bello.

Simona: Meraviglioso.

Rita: Veramente vedi Napoli e poi muori, nel senso che c’è una grande bellezza da ogni punto di vista: culinario, artistico, architettonico, naturale, quindi naturalistico. Quindi, vabbè, bisogna visitarla e restare anche un po’. Quindi non venite solo per uno o due giorni perché no. Secondo me con uno o due giorni non si può capire bene l’atmosfera della città. Come tu scrivevi nella tua presentazione, Simona, Napoli è sporca, è caotica. Per esempio, le persone non rispettano i segnali stradali, non esistono regole. Ok, vero. Come potrei dire il contrario? Però restate a Napoli, quindi cercate di cogliere, di capire, di sentire veramente l’atmosfera che si respira in città. Tutti gli studenti mi dicono: “Mi piace Napoli perché ha un’anima, un’atmosfera, una vibrazione, un’energia”. Io ho imparato a riconoscerla grazie a questo lavoro. Quindi grazie agli studenti che me la raccontano. Capodimonte, vabbè, questa è un’altra parte della città. Che cos’è Napoli alla fine? Dopo tutte queste chiacchiere…

Simona: Che cos’è, Rita? Dimmelo.

Rita: Napoli è un mondo parallelo. Potrebbe essere il mondo ideale per molte persone, per le persone che cercano… non mi ero preparata questa domanda, Simona, però… per le persone che cercano accoglienza, per le persone che cercano una buona cucina, per le persone che cercano un’energia e autenticità. Le persone qui sono autentiche, le relazioni che nascono in questa città sono autentiche, secondo me, dove c’è sempre la disponibilità ad aiutare qualcuno. È chiaro che non tutte sono brave persone, ovviamente, quindi non stiamo parlando del paradiso in questo senso. Però c’è una buona predisposizione all’amicizia. È una città accogliente e inclusiva, molto. E poi, sì, è bella, è proprio bella. Io non penso mai di andare a vivere in un altro posto. Cioè, sono contenta di stare qua, anche se litigo sempre con questa città, ovviamente, perché la vorrei più civile, la vorrei più corretta. Però non te ne vai. Ho fatto un figlio e l’ho fatto napoletano.

Simona: E rimani a Napoli.

Rita: Esiste il sentimento post Napoli che si chiama napolitudine. La napolitudine.

Rita: Non sapevo, ma mi piace. Voglio provare la napolitudine. Allora la leggiamo, con una voce da podcast, fammi uno stacco musicale.

Simona: Ah, lo devo leggere io? Allora, napolitudine. Con il termine napolitudine si suole indicare una sensazione di malinconia descritta dai turisti e dagli stessi napoletani nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla stessa città, tradizionalmente stigmatizzata dalla frase “Vedi Napoli e poi muori”.

Simona: Vero, vero, vero. Verissimo.

Rita: Ci sono molte persone che soffrono di napolitudine quando partono.

Rita: Anche tu.

Simona: Sempre, costantemente.

Rita: Stop, fine.

Simona: Bene, abbiamo finito. Grazie Rita per questa bellissima presentazione di Napoli. Adesso la mia napolitudine è aumentata dopo questa presentazione e, collegata un po’ alla napolitudine, è quella cosa che ti dicevo all’inizio, no, di quello che io chiamo richiamo di Napoli, è sicuramente la napolitudine e quindi il bisogno di ritornare, di vedere il golfo, ma in generale, io quando sono a Napoli sento proprio una maggiore pesantezza del corpo. Non so come posso spiegarti questa cosa.

Rita: Sono le fritture, no?

Simona: Sì, quello sicuramente. Quando mangio a Napoli, perché quando lascio Napoli ho sempre qualche chilo in più, chi se ne frega. Però è proprio una sensazione di corpo, di pesantezza del corpo, di presenza. Che magari in questa vita contemporanea tendiamo un attimino a trasformare, a rendere il corpo un po’ più leggero, presi da impegni, scadenze, di qua, di là, a destra, sinistra, programmi, cose. E quindi ogni tanto, quando ho iniziato questo lavoro, ero molto più nella mia mente, diciamo, poi con il tempo ho imparato, e da quando sono qui al sud, il mio richiamo di Napoli è questo. È il richiamo di: calmati, stiamo esagerando. Vivi, non vivi per lavorare, ma lavori per vivere. Quindi stai calma, prenditi un momento, il golfo di Napoli, la passeggiata a Mergellina e basta.

Rita: Mi stai dicendo che Napoli è terapeutica per te.

Simona: È terapeutica per me, sì, assolutamente. E proprio mi dà… e quando dico il richiamo di Napoli è sia devo tornare nella città perché ho una voglia matta di starci, proprio di passeggiare. Io quando vado a Napoli passeggio, non faccio che passeggiare dappertutto. Cioè, non mi serve altro. Mi serve solo passeggiare per le strade di Napoli, parlare con le persone che sono così aperte al dialogo, ed è una cosa che mi piace tantissimo, e sempre disponibile ad aiutarti, eccetera.

Rita: Questa è una cosa che aiuta molto chi studia l’italiano, lo sai? Perché quando vengono a scuola, la prima cosa che vogliono fare è parlare, anche scrivere, ma soprattutto parlare. Quindi mettere in pratica l’italiano da questo punto di vista, quando mi chiedono: “Ma perché studiare l’italiano a Napoli?” Perché puoi praticarlo. Quando vai fuori, la gente parla con te, è disponibile, ha piacere nel parlare con te. E quindi è un ottimo rimedio naturale, un esercizio naturale che puoi fare dove vuoi: al ristorante, al bar, per strada, ovunque. La gente parla sempre, troppo secondo me, a volte è un po’ troppo, però la gente parla sempre.

Rita: Se torniamo alla presentazione, c’era un regalo per le persone che stanno… Lo presento io? Ok, va bene. Dico due parole allora sulla scuola. Quindi, NaClips è una scuola di italiano per stranieri, ci occupiamo solo di italiano per stranieri. Ci sono corsi di gruppo, corsi individuali, corsi online, corsi di cucina, corsi di quello che vi pare. Questa, per esempio, è una foto tratta dal salone della nostra scuola. Abbiamo anche un pianoforte, grazie al dono di due studenti francesi. Quindi se volete venire solo per suonare il pianoforte, venite. Siamo contenti lo stesso. E questo è un buono sconto per le persone che stanno seguendo questa live. Quindi se prenotate entro tre settimane da oggi, potete avere il 10% di sconto su un corso online con noi o il 15% di sconto su un corso intensivo. Che cos’è il corso intensivo? Un corso di gruppo che si svolge tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 9 all’una. Trovate tutte le informazioni sul nostro sito, oppure se volete scrivete alla nostra mail. I corsi devono essere svolti entro il 30 ottobre. Per utilizzare il buono, è necessario fare uno screenshot del vostro computer o del telefono adesso.

Simona: Adesso, forza.

Rita: Dovete inviare questo screenshot a NaClips di modo che NaClips vi registrerà, e quando vorrete utilizzare questo sconto lo potrete utilizzare. Ci sono anche studenti che hanno già questo tipo di sconto, che hanno già avuto questo voucher. Ehi, non fate i furbi, non vale per voi.

Simona: Ovviamente per il viaggio di studio siamo già al completo, però questa opportunità che vi sta dando Rita, se magari volete venire a Napoli anche nel periodo in cui faremo il viaggio di studio, che è appunto dal 21 al 27 ottobre più o meno, e fare un corso delle settimane prima e poi trovarvi lì per il viaggio di studio, possiamo incontrarci la sera, possiamo incontrarci a scuola, stare tutti insieme, magari uscire la sera, mangiare eccetera eccetera. Quindi è un modo anche per incontrarsi di persona, ok? Nella bellissima scuola di Rita, dove non vedo l’ora di insegnare con la mia lavagnina.

Rita: Perfetto, ti aspettiamo.

Simona: Bene, benissimo, allora vediamo un po’ se ci sono delle domande. Insomma, avete fatto lo screenshot? Benissimo. Cara Rita, io ti ringrazio…

Rita: Possiamo anche togliere questa presentazione che ormai è finita quindi grazie Marcos innanzitutto.

Simona: è arrivato un bel commento, “Grazie Simona, grazie Rita, il mio cuore è pieno”.

Rita: Ooh, questa è Ivana.

Simona: è un bel commento.

Rita: Credo sia Ivana, sì, sì, sì, molto bello, molto bello.

Simona: Grazie Ivana.

Rita: Sì, sì, sì, è bello terminare così, grazie Ivana. “Grazie Rita e Simona, è stato molto interessante, Napoli è sulla mia lista”, sto leggendo adesso, c’è qualcuno che ha nominato anche “Un posto al sole”. “Sono in Brasile, secondo me Napoli è così diversa che sembra di non essere nella bellissima Italia”, quindi è un mondo a parte, sei d’accordo? “Sono stato a Roma un mesetto fa e devo dire che le foto online non rendono giustizia, dal vivo è ancora più bella”, ma Roma è bellissima, sì. “Senza ombra di dubbio la stessa cosa con Napoli”. Esatto, esatto.

Simona: Un bell’applauso a tutti quanti. A tutti questi commenti. Cara Rita, io ti ringrazio per il tuo tempo, grazie per questa chiacchierata che ci siamo fatte.

Rita: Sono io che ringrazio te, grazie a te per avermi ospitato sul tuo canale. È stato fighissimo, quindi grazie, lo faremo di nuovo sicuramente,

magari parliamo della costiera eccetera eccetera.

Rita: Bene, sì, di quello che vuoi.

Simona: Progettiamo. Vedevo solo un ultimo commento di qualcuno che ha scritto: “Come si fa per studiare italiano a Napoli?” Allora…

Rita: Mandare una mail a info…aspetta che, riesco a scrivere io qui? Vediamo…no, non mi fa scrivere. Non ci riesco, quindi… ah, eccolo, c’è qualcuno che l’ha scritto. Marcos, ma è fantastico questo Marcos, veramente.

Simona: Info@naclips.it, se volete studiare nella scuola di Rita, fare un corso di italiano per stranieri nella scuola di Rita, mandate una e-mail a questa e-mail, Info@naclips.it, e loro vi diranno come procedere e vi aspettiamo a Napoli. “Mille grazie Rita e Simona è stato molto interessante e divertente, Napoli e NaClips sono entrambe fantastiche, a presto, ciao, Lisa e Marten”.

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