In questa lezione ti spiegherò il significato dell’espressione UNA MANO LAVA L’ALTRA.
Buongiorno, buongiorno, anche questo mercoledì per la newsletter della, per la nostra newsletter settimanale, anche questo mercoledì buongiorno nella mia cucina e buongiorno dal mio amato caffè. Allora, non a caso questa mattina sono nella cucina, non è un caso anche questa mattina perché nella scena iniziale sicuramente hai visto un frutto verde e cioè questo qui che ti mostro in questo bel piatto arancione.
Se stai pensando che questi sono fichi ti sbagli perché questi non sono fichi, non si chiamano fichi questi qui ma si chiamano fioroni, e cioè fiori grandi, anche chiamati qui a Bari colombi, come gli uccelli, come questi uccelli qui. Il fiorone come vedi è molto più grande del fico ed è una particolarità, è un tipo, una tipologia di fico che cresce solo in queste zone, nelle zone di Bari qui in Puglia, all’interno è molto più polposo vedi, ma è tipico, è tipico di queste parti, ed è molto difficile che tu possa trovare questi fioroni in altre parti d’Italia. Questi sono i fioroni della mia campagna, siamo andati ieri pomeriggio in campagna e abbiamo raccolto i fioroni, una parte di questi adesso andranno alla nonna che ama fioroni e abbiamo raccolto anche le ciliegie. I fioroni rispetto ai fichi anche sono dolcissimi, hanno una dolcezza molto molto più alta rispetto ai fichi normali. Ora perché ho iniziato questo video, il video di questa settimana con l’immagine dei fioroni diciamo di questi fichi molto grandi anche se non sono fichi ma ripeto sono fioroni. Ho iniziato questo video con questa immagine perché proprio il protagonista dell’espressione della newsletter di questa settimana è proprio lui, non il fiorone in questo caso ma il fico, nella newsletter di questa settimana infatti ti spiegherò due espressioni della lingua italiana che contengono al loro interno la parola FICO. Ma attenzione! Questi non sono fichi, cosa molto importante, questi sono fioroni. Prima di spiegarti le espressioni di questa settimana che contengono la parola FICO, voglio portarti con con me al mercato, al mercato aperto di Bari perché non solo voglio farti fare una piccola passeggiata in questi posti bellissimi all’aperto che sono i mercati di città, ma voglio anche farti vedere nello specifico la differenza tra un fico e un fiorone, perché questi miei fioroni sono in realtà piccoli per essere dei fioroni, i fioroni solito sono molto più grandi quindi ti porto con me al mercato, andiamo a vedere questa differenza così facciamo anche una piccola lezioncina culturale, poi ritorniamo a casa e in quel momento ti spiegherò le due espressioni con la parola FICO che ho scelto per te oggi.
Ah, aspetta, prima di andare al mercato vorrei dirti che le due espressioni della newsletter di questa settimana sono “non me ne importa un fico secco”, “non capisce un fico secco”. Bene, detto questo andiamo al mercato e poi ritorniamo in classe per la spiegazione delle due espressioni.
Voilà, mercato di santa Chiara, bassotto al mercato e, ecco qua, questi sono i fioroni che non sono come i fichi giusto?
Venditore: “No, quelli arrivano dopo”.
Io: “Arrivano dopo. Eccoli qua. Come vedete sono di un colore diverso e sono anche più dolci dei fichi giusto di solito i fioroni?”.
Venditore: “Sì, sì. No vabbè anche i fichi so’ dolci”.
Io: “Anche i fichi so’ dolci, sì, sono semplicemente più grandi i fioroni vero, rispetto ai fichi”.
Venditore: “Brava, è il primo frutto e poi arriva il secondo”.
Io: “Quindi è lo stesso albero, non è un albero diverso”.
Venditore: “Stesso albero, no no no, stesso albero. Poi ci sono i fichi a tara, quelli sono alberi solo di fichi piccoli”.
Io: “Okay, ho capito Grazie mille”.
Venditore: “Sono più buoni, ciao bella!”.
Ecco qua, facciamo un altro piccolo giro del mercato.
Okay, fine, abbiamo visto i fioroni adesso torniamo in classe per spiegare le due espressioni con la parola FICO.
Mamma mia che caldo, che caldo oggi, oddio, sono appena tornato dal mercato e niente il caldo è insopportabile, decisamente, ho perso forse, non lo so 852 mila litri di liquidi in questa, durante questa passeggiata dal mercato a casa, ma comunque, comunque, caldo a parte, arriviamo adesso nel mio studio, quindi ritorniamo seri, scherzo ritorniamo in modalità studio, basta con queste passeggiate per Bari che comunque sono sempre anche importanti soprattutto per conoscere un pochino, vedere da vicino la cultura italiana, vedere da vicino un po’ la vita degli italiani, quindi dopo questa piccola passeggiata al mercato torniamo alle due espressioni con la parola FICO che voglio spiegarti questa settimana.
Come ho detto all’inizio in questo piccolo video, di questa piccola video-lezione, le espressioni di questa settimana sono due: 1.non me ne importa un fico secco, 2. non capisce o non capisco, non capiscono – può essere qualsiasi soggetto in generale – non capire un fico secco. Spiegherò queste espressioni perché come abbiamo visto all’inizio il protagonista della newsletter di questa settimana è il fico, fiorone nello specifico attenzione perché i baresi possono mangiarvi a morsi se dite fico e in realtà state parlando del fiorone.
Allora, un fico secco, un fico secco come vedi nell’immagine è una cosa molto piccola okay, è una cosa molto semplice, potremmo anche dire una cosa insignificante, quindi nella lingua italiana la parola “fico secco” è entrata nel linguaggio di tutti i giorni con il significato di NIENTE, proprio perché il fico secco è una cosa da niente, è una cosa molto piccola e insignificante, quindi la parola “fico secco”, fico = nome, secco = aggettivo, è entrata nel vocabolario italiano con il significato di NIENTE, quindi da nome accompagnato da aggettivo è diventato nella lingua italiana un avverbio, e dunque un elemento che descrive il verbo. Fico secco significa niente, quindi se io dico “non me ne importa un fico secco” sto dicendo “non me ne importa niente”, se io dico “non capisco un fico secco” sto dicendo “non capisco niente”, e capisci ovviamente che possiamo utilizzare sia il verbo CAPIRE che il verbo IMPORTARE con tutti i soggetti: non me ne importa un fico secco, non te ne importa un fico secco, non gliene importa un fico secco eccetera eccetera, non capisco un fico secco, non capisce un fico secco, non capiscono un fico secco eccetera eccetera. Possiamo utilizzare questa espressione con tutti i soggetti ma anche con tutti i tempi verbali: non me ne importa un fico secco, non me ne importava un fico secco, non me ne è importato un fico secco, e lo stesso, non capisce un fico secco, non ha capito fico secco, tutti i modi e tempi, quindi anche il congiuntivo, penso che lui non capisca un fico secco di questo argomento, vedi?
Possiamo dunque utilizzare questi due verbi accompagnati da “un fico secco” in tutti i tempi, i modi e in tutte le persone.
Possiamo dunque utilizzare questi due verbi accompagnati da “un fico secco” in tutti i tempi, i modi e in tutte le persone.
Bene, lezioncina della newsletter di questa settimana a tema FICHI finita, spero che ti sia piaciuta e spero soprattutto che tu possa trovare molto utili questi video più culturali, fammi sapere questa cosa nei commenti, se questi video a tema culturale ti possono interessare, perché penso che calarsi nella vita di tutti i giorni degli italiani possa per te essere una buona occasione non solo per memorizzare meglio la lingua ma anche per comprendere meglio la cultura italiana, quindi fammi sapere cosa pensi di questi nuovi formati dei nostri video della newsletter. Io come sempre ti ringrazio di, del tuo ascolto e del tuo tempo e ti saluto, ti auguro una buona settimana e ci sentiamo alla prossima, grazie!
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