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LERNILANGO

Diario di un’insegnante – Settimana 167

Pazienza, caro diario,

ci vuole pazienza!

“Santa pazienza” si esclama in italiano in situazioni in cui abbiamo bisogno che la pazienza, come una santa, ci venga ad assistere perché la stiamo perdendo.

“Santa pazienza, ti prego, aiutami tu!”.

Perché parlo di pazienza, caro diario. Quest’estate 2024 parte la sfida 12 espressioni in 12 settimane, e quindi anche qui, in questo mio spazio dedicato alle riflessioni, sceglierò una parola a settimana legata all’apprendimento linguistico, così, se per caso qualcuno mi stesse ascoltando, imparerebbe qualche parola in più e rifletterebbe sul processo di apprendimento linguistico.

E dunque parto da questa parola, pazienza, l’ingrediente principale nell’apprendimento linguistico, una virtù che in questi tempi frettolosi stiamo perdendo tutti e tutte.

La parola “pazienza”, caro diario, ha un’origine affascinante. Deriva dal latino “patientia” che significa “sopportare” o “resistere”. Questa parola è strettamente collegata al verbo “patior”, che significa “sopportare” o “soffrire”. L’etimologia ci dice, insomma, che avere pazienza comporta un po’ di sofferenza. Sopportare significa soffrire.

Soffrire non è bello, su questo siamo universalmente d’accordo. Ma, ma, ma, c’è sempre un ma.

Imparare una lingua straniera è un processo lungo e spesso complicato. Ci sono momenti in cui sembra di fare passi indietro invece che avanti, e la frustrazione può facilmente prendere il sopravvento. È proprio in questi momenti che la pazienza diventa la nostra più grande alleata.

L’impazienza può avere numerosi effetti negativi sul processo di apprendimento di una nuova lingua. In primo luogo, può portare a una mancanza di perseveranza. Studiare una lingua richiede tempo e dedizione, e l’impazienza può spingerci ad abbandonare troppo presto, proprio quando iniziamo a fare progressi significativi. Invece di vedere le difficoltà come parte naturale del percorso, l’impazienza ci fa percepire ogni ostacolo come un muro insormontabile.

L’impazienza genera ansia e stress. Quando vogliamo vedere risultati immediati e non li otteniamo, possiamo facilmente diventare ansiosi e stressati. Questo stato mentale non solo rende lo studio meno piacevole, ma può anche interferire con la nostra capacità di apprendere efficacemente. L’ansia può bloccare la nostra mente, rendendoci difficile ricordare le parole nuove o comprendere le regole grammaticali.

L’impazienza può anche portarci a saltare le basi, cercando scorciatoie che sembrano portarci più velocemente alla meta. Ma queste scorciatoie spesso si rivelano controproducenti. Senza una solida comprensione delle fondamenta della lingua, è difficile progredire e costruire conoscenze più avanzate. Saltare i passaggi fondamentali può creare lacune significative nel nostro apprendimento, che diventeranno evidenti man mano che cerchiamo di affrontare concetti più complessi.

Inoltre, l’impazienza può rendere lo studio della lingua meno gratificante. Quando siamo troppo focalizzati sui risultati immediati, perdiamo di vista il piacere del processo di apprendimento. Ogni nuova parola imparata, ogni regola grammaticale compresa, ogni conversazione condotta con successo sono piccoli traguardi che meritano di essere celebrati. L’impazienza ci fa ignorare queste piccole vittorie, rendendo il viaggio meno appagante.

Infine, l’impazienza può influenzare negativamente la nostra autostima. Quando ci aspettiamo di imparare rapidamente e senza difficoltà, i nostri errori possono sembrarci insopportabili. Ogni sbaglio può diventare una prova della nostra “inadeguatezza”, invece di essere visto come una parte normale e necessaria del processo di apprendimento. Tutto ciò può portare a un senso di frustrazione e di scoraggiamento che rende ancora più difficile continuare a studiare.

Bisogna armarsi di pazienza quando si impara una lingua straniera, le cose non succedono dall’oggi al domani, non esiste Amazon prime nell’apprendimento linguistico, non si può saltare la fila per arrivare prima.

Un bel respiro e calma, pazienza, santa pazienza.

Alla prossima, caro diario.

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