In questa lezione ti spiegherò il significato dell’espressione FUORI DEL COMUNE.
Ma buongiorno, buonasera, buon pomeriggio e bentornato e bentornata nelle nostre lezioncine della newsletter. Sono di ritorno dal mio viaggio in Grecia. Mi sono ricaricata completamente e, come ho detto a un mio studente ieri, mi sento dentro così tanta energia che non so come sfogarla. Veramente, non so come portare fuori tutta questa energia in eccesso che questo viaggio in Grecia ha creato dentro di me.
Ritornare alla routine di tutti i giorni ovviamente non è stato semplice, ma d’altronde per chi lo è? Tutti, quando vanno in vacanza e poi tornano a lavorare, si sentono un po’ sperduti. Okay, cosa succede? Il corpo ci dice: “Ma cosa sta succedendo? Perché la settimana scorsa ero così riposato, non pensavo a niente, e adesso invece sono di nuovo immerso e catturato da questa routine quotidiana?” Ecco, è una cosa che capita a tutti e ovviamente capita anche a me. Comunque, già dopo due giorni ho ricominciato a sentirmi normale di nuovo in questa routine e con tantissima energia che devo sfogare in qualche modo e che userò sicuramente per creare dei nuovi contenuti per questo nostro bellissimo LerniLango.
E dunque, dunque, dunque, nel podcast, nell’episodio del podcast di questo mese, troverai un riassunto del mio viaggio in Grecia e troverai anche alcune riflessioni che ho fatto, anche grazie a un libro bellissimo che ho letto durante il viaggio di Alain de Botton. Scusate, la mia pronuncia francese è terribile. Questo libro si intitola “L’arte di viaggiare”, e quindi ho letto questo libro durante il viaggio in Grecia e ho avuto molti spunti, ho trovato molti spunti interessanti proprio sul viaggio, sull’azione, sull’atto di viaggiare e ho inserito tutti questi nuovi spunti e queste ispirazioni che ho preso dal libro all’interno del podcast, dell’episodio del podcast di questo mese dove, ripeto, riassumo il mio viaggio in Grecia, quindi non te lo racconto adesso, ma lo troverai raccontato in parte nell’episodio del podcast e inoltre in questo episodio del podcast mi interrogo, prendendo spunto dal libro “L’arte di viaggiare”, sul perché del viaggio. Perché si viaggia? Quindi, ripeto, non ti racconto il mio viaggio in Grecia adesso. Ascolta l’episodio del podcast e vedrai che cosa ho fatto e su cosa ho riflettuto in questa bellissima settimana di viaggio.
Ora, l’episodio della newsletter di questa settimana è comunque dedicato al viaggio in Grecia, ma è dedicato nello specifico a una grande scoperta che ho fatto sulla Grecia leggendo, ce l’ho qui in formato Kindle, leggendo, ti ricordi l’intervista che ho fatto con Giulia di @RomaconGiuli? In quella intervista, per quell’intervista avevo letto, ti ricordi, il libro “Roma” della collana “The Passenger”, che è una collana creata, formata da guide turistiche non molto convenzionali, guide turistiche che ti aiutano in modo diverso a capire la personalità di un luogo, i problemi di un luogo, la cultura di un luogo, l’anima di un posto. Okay? E per quell’intervista con @RomaconGiuli, avevo letto alcuni estratti del libro dedicato a Roma a Giuli, una vera romana. E sempre della stessa collana “The Passenger” è il libro dedicato alla Grecia, quindi il volume dedicato alla Grecia che io ho letto durante questo mio viaggio ad Atene e nel nord della Grecia, verso il golfo di Corinto. Quindi, grazie a questo libro che ho qui in formato Kindle, ho fatto una grande scoperta e cioè il rebetiko, una musica popolare greca.
Nel volume dedicato alla Grecia di “The Passenger”, di nuovo, c’è un capitolo diciamo, chiamiamolo così, un capitolo scritto da Matteo Nucci, un italiano, uno scrittore romano che ha studiato il pensiero antico e pubblicato opere su Empedocle, Socrate e Platone. Questo scrittore, Matteo Nucci, ha fatto due interventi in questo libro: uno dedicato alla taverna greca, e quindi proprio alla funzione della taverna nella società greca, e ha fatto un secondo intervento dedicato appunto al rebetiko, che è questa musica popolare greca che, devo ammettere, mi ha davvero affascinato. Dedico l’episodio della newsletter della settimana a questo rebetiko perché un cantante italiano, un cantante e compositore, musicista italiano che mi piace tantissimo, che apprezzo tantissimo da sempre, dai tempi dell’università quando l’ho scoperto, Vinicio Capossela, dedico la newsletter della settimana al rebetiko perché Vinicio Capossela ha creato un intero album dedicato al rebetiko. Cosa che ho scoperto leggendo questo libro perché non lo sapevo. Ha preso le musiche, ovviamente del rebetiko, e ha creato un intero album in italiano, utilizzando le melodie del rebetiko con parole italiane, dunque con testi italiani. Ho ascoltato l’intero album ed è stato bellissimo, veramente bello. L’ho ascoltato durante il viaggio di ritorno sulla nave, mentre leggevo un libro, guardavo il mare che luccicava e il sole che tramontava nel mare. Insomma, una cosa meravigliosa, non ci sono parole per descrivere quel momento e la bellezza di quel momento e ho ascoltato questo l’intero album di Capossela mentre tornavo in Italia sulla nave. Penso che non ci sia un momento migliore, un modo migliore per ascoltare questa musica, e cioè guardando il mare.
Ora, siccome sono rimasta completamente affascinata da questo rebetiko, ho deciso di dedicare la newsletter della settimana al rebetiko, ma consigliandoti dei contenuti di Capossela. Ok? Quindi il rebetiko, ma in versione italiana. Ti ho consigliato una canzone dell’album di Capossela, ti ho consigliato un documentario che Capossela ha fatto sul rebetiko e ti ho consigliato un piccolo articolo che spiega appunto questa musica popolare greca. Brevemente ti dico che cos’è il rebetiko, leggendoti l’introduzione dell’intervento di Matteo Nucci, perché poi nei contenuti della newsletter troverai l’articolo, un articoletto in italiano che ho trovato per te, che ti descrive meglio il rebetiko, ti racconta meglio la storia del rebetiko. Brevemente, ti leggo l’introduzione: che cos’è il rebetiko? Innanzitutto, Matteo Nucci, come titolo per questo intervento sul rebetiko, sceglie “Uno stile di vita”. Infatti, secondo lui, il rebetiko non è solo una musica, ma è proprio uno stile di vita, è una musica associata ad un particolare stile di vita. Leggo l’introduzione: “Musica ribelle per elezione, contro il potere, la guerra, il conformismo, bagaglio culturale dei profughi dell’Asia minore, il rebetiko è rinato negli ultimi dieci anni, sprigionando nuovamente il suo potenziale rivoluzionario.” Piccola descrizione per capire più o meno di cosa stiamo parlando. Ed è vero che, purtroppo non ho avuto il piacere di ascoltarlo dal vivo, ho cercato luoghi dove suonassero il rebetiko dal vivo, ma non ho trovato nulla. Per queste cose, secondo me, devi avere, come dire, una conoscenza, devi conoscere una persona del posto, un greco o una greca che abiti il luogo e che quindi ti possa portare a vedere questi spettacoli meravigliosi. Non ho avuto il piacere di ascoltarlo, ma un uomo che ho conosciuto sulla nave di ritorno in Italia, che aveva fatto un viaggio nelle isole, mi ha detto, mi ha raccontato, che nelle isole soprattutto tantissimi giovani suonano il rebetiko. Quindi, dalle dieci di sera fino alle tre le quattro del mattino, nelle isole, lui ovunque andasse trovava sempre dei giovani ragazzi ventenni, ventenni, quindi ragazzi molto giovani, che suonavano il rebetiko. Questo per dire che il rebetiko sta tornando nelle nuove generazioni greche. La prossima volta che andrò in Grecia, sicuramente lo ascolterò. Cioè, è l’obiettivo della mia vita adesso, ascoltare il rebetiko dal vivo.
E dunque, fatta questa piccola introduzione, ti ripeto, troverai nel testo della newsletter tutti i contenuti: la canzone, il documentario e l’articolo che ti ho consigliato, che ti aiuteranno ad approfondire questa musica meravigliosa che ti consiglio davvero di ascoltare.
Detto questo, vediamo quale espressione ho scelto per la newsletter di questa settimana, per la lezioncina di vocabolario di questa settimana. Collegata al rebetiko ho scelto un’espressione che secondo me va molto bene legata a questa musica popolare che, ripeto, è chiamata “musica ribelle per eccellenza”.
Come espressione, ho scelto “fuori del comune”, che secondo me descrive molto bene questa musica popolare. Ora, fuori del comune, se prendiamo questa espressione letteralmente, fuori, okay, quindi vuol dire fuori, all’esterno e non all’interno. Fuori del comune, quindi, fuori da tutto ciò che è comune. Di solito, con fuori, abbiamo associata la preposizione “da”. Okay? Fuori dall’ospedale, fuori dal negozio, fuori dalla stanza. Ma, come ben sai, ci sono dei contesti dove in questi casi usiamo anche la preposizione “di”, come ad esempio casa. Okay? Ricordi? Esco di casa, e “comune” è una di queste situazioni, è uno di questi contesti dove utilizziamo la preposizione “di” al posto della preposizione “da”, fuori del comune. Questa espressione significa fuori, e dunque all’esterno, di tutto ciò che è comune, che è ordinario, potremmo dire.
Fuori del comune però ha due accezioni in italiano: la prima accezione, che secondo me si lega molto bene al rebetiko, e una seconda accezione che non si lega al rebetiko. La prima accezione di fuori del comune è bizzarro. Fuori del comune significa bizzarro, particolare. Okay? Quindi una cosa bizzarra è una cosa davvero diversa da tutto il resto, ma in un senso molto anarchico, potremmo dire, molto rivoluzionario, molto ribelle. Una cosa bizzarra, okay, particolare, ha proprio questa sfumatura di ribellione al suo interno. La seconda accezione, invece, fuori del comune, significa semplicemente diverso. E quindi potremmo dire che una persona ha un talento fuori del comune, cioè un talento speciale rispetto agli altri, diverso dagli altri. Quindi, vedi, fuori del comune ha queste due accezioni. Può essere bizzarro, che contiene sempre questa sfumatura di ribellione, di anarchia al suo interno, ma può essere anche diverso, semplicemente.
Quindi io posso dire che il rebetiko è una musica fuori del comune, nel senso che è una musica bizzarra, ma nel senso di ribelle, di davvero contraria a tutto ciò che è conforme, a tutto ciò che è ordinario, a tutto ciò che è comune. Diverso, invece, è se dico che quella persona ha un talento fuori dal comune, un talento fuori del comune, non è un talento bizzarro. Okay? Non è una cosa rivoluzionaria, ma è semplicemente un talento che nessun altro ha. Okay? Quindi questa persona è molto brava, va bene? È diversa dagli altri. Il suo talento è superiore a quello degli altri. Quindi, vedi, questa espressione ha due facce: la faccia della ribellione, ok, che è una sfumatura diversa, ma anche la faccia della diversità, che come vedi potrebbe essere sinonimo di ribellione certamente, ma come vedi la sfumatura di significato è molto diversa. Quindi io posso dire, per esempio, di uno scrittore, che è uno scrittore fuori del comune, okay? E in questo caso con scrittore fuori del comune posso intendere sia che è bizzarro, sia che è semplicemente diverso. O una persona in generale fuori del comune, cioè una persona diversa dagli altri, ma che potrebbe essere anche una persona bizzarra. Okay? Quindi la sfumatura di questa espressione è duplice. Mi raccomando, quando utilizzi questa espressione, stai attento e stai attenta a quale sfumatura vuoi dare all’espressione e alla cosa che vuoi descrivere. Perché, ripeto, fuori del comune può avere questa piccola vena di ribellione, e può avere semplicemente questa vena di diversità, che sono due cose un pochino diverse.
Bene, io ho finito con la spiegazione dell’espressione di questa settimana e spero vivamente che guarderai e ascolterai i contenuti che ti ho consigliato. Spero anche che ascolterai il mio podcast, l’episodio del podcast di questo mese dove ti racconto il mio viaggio in Grecia. E niente, ci sentiamo la prossima settimana con un nuovo tema. Chissà quale sarà questa tema della prossima settimana? Ti auguro una buona giornata, serata, pomeriggio, dipende da quale parte del mondo sei e ci sentiamo la prossima settimana. Grazie, come sempre, per il tuo ascolto e per il tuo supporto. Ciao!
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